tag:blogger.com,1999:blog-33809042488049562842024-03-06T03:05:06.202+01:00l'amor che move il sole e l'altre stelleSarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.comBlogger214125tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-51856975522964897332023-10-23T20:31:00.002+02:002023-10-23T20:36:09.900+02:00Il primo pettorale <p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">Perché non
approfittare dell’ultimo week-end dal clima estivo di questo strano ottobre per
una gita con tutta la family all’Ecomaratona del Chianti? È l’occasione giusta
per far indossare ai bimbi il loro primo pettorale (e, per la sottoscritta, per
fare una bella corsa sulle colline senesi). Tutto il contesto deve incuriosire
i bimbi, senza creare ansie da risultato. Quindi si va in una campagna lontana,
dove ci sono i castelli dei cavalieri e le antiche dimore, i parchi con le
piscine e le colline a perdita d’occhio. Dove l’aria è buona e si mangia bene.
La “gara” è una manifestazione non competitiva, in cui vincono tutti quelli che
arrivano al traguardo, ma perdono quelli che si fermano prima. Il premio per
chi arriva fino alla fine è pane e Nutella. Si parte tutti insieme mano nella
mano, in un fiume di gente allegra e serena che sembra una festa. Poi la mamma
va per correre i suoi 20 km, mentre i bimbi restano con il papà per i loro 6
km. Obiettivo ritrovarsi un paio d’ore dopo all’arrivo. E così è. Bimbo-grande
avrebbe voluto camminare più spedito, ma bimbo-piccolo doveva fare mille soste
per altrettante cose curiose, e per raccogliere i fiorellini da regalare alla
mamma. Grazie al papà per aver supportato & sopportato i due boys per tutta
la camminata. Due giorni belli e intensi. Spero che i bimbi conservino un bel
ricordo del loro primo pettorale: perché indossare un pettorale è vivere
un’avventura, molto più che “fare una gara”.</span></p><p><br /></p>
<center><div style="position:relative;padding-top:max(60%,326px);height:0;width:70%"><iframe allow="clipboard-write" sandbox="allow-top-navigation allow-top-navigation-by-user-activation allow-downloads allow-scripts allow-same-origin allow-popups allow-modals allow-popups-to-escape-sandbox allow-forms" allowfullscreen="true" style="position:absolute;border:none;width:70%;height:70%;left:0;right:0;top:0;bottom:0;" src="https://e.issuu.com/embed.html?d=ecomaratona_chianti_2023&doAutoflipPages=true&pageLayout=singlePage&u=sarah-burgarella"></iframe></div></center>Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-25193182993138534832023-07-06T18:23:00.001+02:002023-10-17T11:37:42.816+02:00CHALLENGE Kaiserwinkl-Walchsee, 2 luglio 2023<p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;">È successo
che…</span></b><span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"> Pensavo che non mi
sarei più iscritta a eventi di questo tipo. Invece poi è successo che…
l’allenamento è un’abitudine, la sveglia suona sempre alle 6, o per andare al
lavoro o per allenarsi, e un’oretta per me la voglio trovare, quasi ogni
giorno. E poi è successo che… trovo sul mercatino dell’usato una (bellissima)
Bianchi in carbonio taglia 47, e quando mi ricapita… Fatto sta che decido di
provarci ancora. Destinazione scelta in funzione della gestione familiare: con
bimbi al seguito per far loro vivere una nuova esperienza, quindi quando le
scuole sono finite, dove il viaggio è il più breve possibile, e dove tutta la #family
può stare bene. Risultato: Walchsee, Tirolo austriaco, inizio luglio.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span lang="IT">In forse fino
all’ultimo.</span></b><span lang="IT"> Le due
settimane prima della partenza sono un’incognita. Prima la febbre di #bimbodue,
ma forse è solo una reazione al vaccino della settimana prima… Poi il febbrone
di #bimbouno, una settimana di influenza condita con streptococco. Poi passano
qualcosa a me, che trascorro la settimana della gara con mal di orecchie e mal
di gola. Ma siamo in miglioramento e il venerdì decidiamo di partire. Il sabato
mattina io e #bimbodue ci alterniamo in bagno, ultimi strascichi dei virus “padani”.
Pomeriggio in miglioramento, quindi porto comunque la bici in zona cambio: se
partire o no la domenica mattina, lo decido in base a come passo la notte.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span lang="IT">Guardando
intorno.</span></b><span lang="IT"> A differenza di
altre gare, qui la maggior parte degli atleti è della zona. Molto giovani,
molto magri. Piuttosto essenziali e “spartani”, rispetto a quelli che si
trovano in altre gare in cui l’expo sembra la passerella delle vanità. Questi
sono forti, tutta sostanza e zero fronzoli. Qui il livello è più alto. Riuscirò
a stare nei cancelli?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span lang="IT">Vabbè,
partiamo.</span></b><span lang="IT"> Domenica
mattina. Come previsto piove e la temperatura è di 15 gradi. Porto sacche e
termos in zona cambio e rientro in hotel per mettere la muta. Tra l’altro,
bellissimo “family hotel” sul lago, esattamente a metà strada tra la partenza
del nuoto e la zona cambio. Indossare la muta in camera e non “per terra” è un
plus notevole! Affollamento di atleti sul piccolo prato del lungolago, che
lascia i bimbi un po’ spaesati. #bimbouno vede la mamma “in ansia”. Eh già, ha capito.
#marito mi invita a entrare in griglia e non partire per ultima… ok... Poca
voglia di partire, come sempre. Un saluto a tutti e si va verso l’acqua.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span lang="IT">La gara.</span></b><span lang="IT"> La temperatura dell’acqua è piacevole,
anche l’odore leggero di questo lago verde chiaro. Mi sento stanca, nuoto ma
non sento le braccia fare forza nell’acqua. È un rolling start ma molto
ravvicinato, quindi si nuota in gruppo, e mi dà fastidio la presenza di altri
vicino, soprattutto quando ci sono “contatti”. Che esagerata, si vede che sono
troppo abituata a stare da sola. Comunque, il nuoto procede tranquillo. Finalmente
verso l’ultima parte di percorso anche le braccia “si svegliano” e iniziano a
spingere. Quando si esce dall’acqua fa freddo, per me molto freddo. Tremo come
una foglia e mi battono i denti. Mi trovo un angolino nella tenda e resto lì,
cambiandomi, asciugandomi e bevendo acqua calda dal mio termos, fino a che non smetto
di tremare e sono in grado di tenere la bici. Ormai mi conosco, le brutte
esperienze in allenamento insegnano: fondamentale per me è non disperdere
calore, quindi maglia wind stop, manicotti, e soprattutto gambali. Ho
caratteristiche di metabolismo e circolazione diverse da quelle degli altri, punto.
Parto in bici e devo percorrere due giri. I primi 30 km non passano più: mi
sento stanca, piove, sull’asfalto bagnato ho sempre timore, e iniziano ad
arrivare da dietro oggetti velocissimi e molto rumorosi, che si rivelano essere
le bici da crono con ruota lenticolare posteriore degli atleti che stanno
percorrendo il secondo giro. Che casino, sembra di essere sorpassati da un
mezzo a motore! La solita esagerata, troppo abituata a usare i rulli o uscire
da sola alle 5:30 del mattino. Dal km 30 al 40 comincio a stare meglio, a
sentirmi meno stanca. E quando inizia il secondo giro mi sento finalmente bene
e libera: l’asfalto inizia ad asciugare e da dietro non arriva più nessuno a
rompere… il silenzio! La strada chiusa al traffico è tutta per me, top! Le
gambe iniziano a spingere sui pedali. Non conosco i tempi parziali dei due
singoli giri, ma di sicuro il secondo è più veloce del primo, oltre che
finalmente goduto. Solo qualche fitta alle orecchie nel tratto finale, che dà
l’ingannevole e ormai nota sensazione che la bici stia sbandando, anche se non
è così. La bici è comodissima, il percorso è un continuo saliscendi nel verde,
con diversi tratti su stradine strette in mezzo ai pascoli, con le mucche che
ti guardano a pochi metri. In salita no problem, in discesa sono una pippa, lo
so, ho paura e freno, e non so fare le curve, ma chissenefrega, arrivo in zona
cambio intera e soddisfatta. La
temperatura è salita, ci saranno circa 20 gradi; quindi, vestiti freschi e
asciutti e si inizia a correre. La corsa è sempre la frazione più tranquilla:
si innesca il pilota automatico e via. Il percorso prevede 4 giri del lago ed è
molto bello e piacevole, immerso nel verde, un po’ asfalto e un po’
(apprezzatissimo) sterrato, con magnifica vista sui monti intorno. Correre qui
è tutta salute, e penso che questo percorso sarebbe perfetto anche per i bimbi
in bicicletta. Caloroso tifo delle persone lungo il percorso: solo dove parlano
tedesco i tifosi restano ad incitare anche gli ultimi! Molto apprezzato. Ecco
il traguardo, ed ecco anche la #family al completo che mi aspetta! Finisher.
Tempo finale 7h27’, molto bene per me, pensavo di più. Non dovrei più iscrivermi a questi tipo di gare... questo è
uno sport per giovani, oppure per gente forte: giovane non lo sono più, forte non lo
sono stata mai… Però dà occasioni di viaggiare scoprendo posti bellissimi che
altrimenti non conoscerei…</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span lang="IT">La vacanza.</span></b><span lang="IT"> La gara è anche l’occasione per far trascorrere
alla #family un fine settimana in montagna, in un posto dove non parlano italiano, e
dove non mangiano la pasta! I bimbi sono molto incuriositi da questa avventura.
Per fortuna che qui cucinano una “carnina gialla” buonissima (leggasi: schnitzel).
L’hotel offre tantissimi servizi: grande appartamento con camera matrimoniale,
soggiorno con divano letto per i bambini, cucina completa di tutto (pure
microonde e lavastoviglie!); grande parco con tanti giochi per i bambini
(altalene, scivolo, scivolo a tunner, salterello gigante, campo da volley e campo
da basket); piscina esterna riscaldata, piscine interne grande e piccola per i
baby ospiti, sauna, palestra, sala giochi. Una famiglia con bambini qui può
stare davvero benissimo, anche quando piove - come la mattina della gara,
quando #marito, #bimbouno e #bimbodue trascorrono due piacevoli ore nella calda
piscina tutta per loro. E tutto compreso. Non ho mai trovato alloggi di questo
tipo in Italia (a prezzi ragionevoli intendo…): solitamente nel nostro Paese la
famiglia con bambini è quasi “un fastidio” per l’offerta turistica, qui invece
è la benvenuta. E qui capita di vedere per le stradine di campagna genitori in
bicicletta con baby ciclisti su bici senza pedali che seguono allegramente.
Anche l’offerta fuori dall’hotel è molto ricca: dalle classiche passeggiate per
sentieri, all’esplorazione in barca del lago (sia #bimbouno che #bimbodue al
timone!), al minigolf. Il tutto immerso nel verde di prati e boschi. Ci piace
proprio questo posto, ci invoglia a tornare. Anche l’offerta alimentare al
supermercato è molto buona: carne, pane, frutta, verdura, tutto di ottima
qualità e a prezzi ragionevoli. Possibile che in Tirolo le ciliegie costano meno
che in Lombardia? Sulla qualità della carne, probabilmente oltralpe gli animali
respirano meglio di quelli “padani”. È ora di tornare a casa, tra le proteste
di #bimbouno e #bimbodue che vogliono restare qui. Walchsee ci piace, magari ci
torniamo ancora. Località consigliata: sia ai triatleti che vogliono fare una
gara immersa nel verde, sia alle famiglie con bambini che vogliono fare una
vacanza in montagna.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=s2G-MUy3nFA" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="780" data-original-width="1258" height="396" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMItuJsqKqnWydNEVAd3UhtS5b6mkjwS-fNuFqxdqsopX7VcD-ZLX-erjFa4OCXAlv9ShUEy3-rfGYttB6VdCDbXSVQXdthByrXhXVSSMbQXDgs2h9v7_5kHLF-v_7UDpZmg6PwzByBz8CZmJTCeue2prRsE4OAbXBC0tL7Ty2ALXdUiYCZMbUhZre1f8/w640-h396/anteprima%20video.png" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://issuu.com/sarah-burgarella/docs/challenge_kaiserwinkl-walchsee_2023_-_family_holid?fr=xKAE9_zU1NQ" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="795" data-original-width="1124" height="307" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR6ljjRt0pQrAQ5Q9L-TOx4I4I8Tx3z0egzgnpsrZzIp27wZhxf2SXX9NNJPYvUawExInZZhAgW57p8nExaeuXaTF-HiQVUxcpvWEjiiJgD1Uagyc7CTaaCig_d5Q3PtPmm8aLurVYO_dOYdZUQE0vErMxrVvKJHyPi4I21QxwCIx2E-rWXalfcFK_vI0/w434-h307/anteprima%20holiday.png" width="434" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><p></p>Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-20670505378182817212022-10-12T20:20:00.001+02:002022-10-12T20:20:58.990+02:00Il mio IRONMAN 70.3 Venice-Jesolo, 9 ottobre 2022<p style="text-align: justify;"><b>Il perché.</b> Decisione maturata circa 3 mesi prima. Perché,
dopo l’ultimo del 2016 e i successivi 6 anni in “pausa bambini”, voglio
dimostrare a me stessa che sono ancora capace di farlo. Luogo scelto perché il
più vicino a casa, in modo da passare una sola notte in trasferta. Logistica
familiare: niente bimbi al seguito oggi, quindi prima notte fuori casa e senza
genitori per i due mister (i miei figli li chiamo così), uno da una nonna e uno
dall’altra, altrimenti insieme diventano ingestibili.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>La vigilia.</b> Sono in crisi, non ho nessuna voglia di partire. Sarà
lo stress accumulato nei mesi precedenti, la sveglia prima dell’alba e gli allenamenti
incastrati tra lavoro, spostamenti da pendolare, gestione di casa e famiglia,
il carico di responsabilità. E le pause forzate causa virus, e il posticipo
della gara di due settimane causa elezioni.
La motivazione ha avuto alti e bassi durante la preparazione, e alla
vigilia ha toccato il fondo. Le telefonate a mamma e papà, e le parole di mio
fratello che mi sbloccano: “ti piace nuotare, ti piace andare in bici e correre,
vai e goditi il paesaggio!”. Ecco la motivazione per uscire domani mattina:
godersi il percorso.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Alla partenza.</b> Ho imparato in allenamento che devo evitare cibi
solidi prima e durante. Quindi per colazione un bric di latte di mandorla
Condorelli e un sorso di acqua calda. È ancora buio quando metto le borracce
sulla bici. Ci sono 15 gradi e un’umidità di quasi il 100%. È tutto bagnato: le
borse sulla bici, le scarpe lasciate nelle sacche dei cambi. Pazienza. Sono un
po’ infastidita dalla mancanza di una tenda per cambiarsi. E vabbè, mi metto la
muta all’aperto, seduta per terra. Poi rimetto giacca, berretto, calzettoni e
scarpe, e mi dirigo sulla spiaggia con il marito, che ringrazio per la
fondamentale assistenza. A questi eventi non si partecipa da soli! Il giudice
alla griglia di partenza mi scambia per un accompagnatore… No, partecipo alla
gara, sono vestita sopra la muta perché ho freddo… Pazienza. Poi arriva il
momento di restare solo con la muta e mettersi nella fila di partenza del “rolling
start”. Con i piedi nella sabbia fredda e umida inizio a tremare. Ci si distrae
un po’ con la musica messa dal dj: bene la partenza dei pro con “<span class="ykmvie">Thunderstruck”</span> e “Sweet Child O' Mine”, ma quando tocca agli age
group parte un “A far l'amore comincia tu” che suscita qualche malumore tra gli
atleti più rock. Una risata che ci voleva prima di partire!</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Frazione nuoto.</b> Si parte. Disciplina allenata solo in agosto al
mare e a settembre in piscina, ma il mare calmo mi lascia tranquilla. Acqua
fresca ma si sta bene, dopo un paio di boe vado in temperatura e prendo il
ritmo. Mi tengo alla larga dalle cuffie rosa, visto che le manze sono sempre
cafone in acqua (come volevasi dimostrare). Meglio le cuffie verdi, visto che i
manzi di solito si fanno gli affari loro (come volevasi dimostrare). Traiettoria
chirurgica e senza sforzo, senza movimenti inutili dispendiosi. Nuoto scivolato
via tranquillo.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">All’uscita dall’acqua
sento che i solei sono nervosi e tirati, quindi per non farli arrabbiare
procedo verso T1 camminando. In zona cambio mi battono i denti e tremo dal
freddo. Non riesco a mandare giù altro che un sorso di acqua calda. Sì, metto
anche un termos di acqua calda nella borsa del primo cambio. E dei sorrisini di
manzi e manze non mi curo. Mi vesto come ho svolto gli ultimi allenamenti
autunnali e parto in bici.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ho pedalato parecchio nei
mesi precedenti, più che per ogni altra gara preparata, perché è sempre la
frazione in cui vado peggio. Sono partita sempre al buio, 30 minuti prima dell’alba,
con le luci, in modo da rientrare a metà mattina per la domenica in famiglia,
quando i bimbi vogliono andare al parco, c’è da preparare la polenta, c’è da
passare l’aspirapolvere... Ho pedalato
gravel, perché mi piace di più, perché posso fare le ciclabili anche se sono un
po’ sterrate o se ci sono caduti sopra rami o sassi per un temporale, perché
così non sono costretta a stare sempre tra le macchine, cosa che veramente non
sopporto. Però due settimane prima della gara ho provato un percorso di asfalto
pianeggiante, e ho constatato che con la gravel (anche con le gomme da strada)
vado a 2 km/h in meno di quello che so che posso fare, e questa differenza è
quella che rischia di farmi stare fuori dai cancelli della gara. Quindi la
settimana prima della gara ho ripreso la mia bici da corsa, che non toccava l’asfalto
dal settembre 2016, e ho rifatto quello stesso percorso, con i tempi
accettabili previsti. La gravel è praticamente una mountain bike senza
ammortizzatore. La bici da corsa ha i pedali “più duri”, ma ti fa sentire che
tutto il tuo sforzo è trasferito alla strada, mentre la gravel “se ne perde un
po’”, almeno su asfalto.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Frazione bici.</b> Maglia calda, per proteggere lo stomaco. Ho
provato la congestione in allenamento, fa venire i capogiri e poi svenire, ed è
meglio evitare. Gambali, per tenere le gambe al caldo, altrimenti i muscoli mi
mandano a quel paese e vanno in contrattura, ed è meglio evitare. Ribadisco che
degli altrui sorrisini in zona cambio non mi curo. Fascia che copre fronte e
orecchie, per tenere a bada sinusiti e otiti di questa stagione. Due borracce
riempite di Polase (solo sali, non roba da sportivi zuccherata che il mio
stomaco non accetta), di cui una standard e una termica. Due gel, rigorosamente
senza caffeina, dell’unica marca che il mio stomaco tollera.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Primi 20 km pedalati
piano e sciolti, perché sento il quadricipite destro nervoso e tirato e non
voglio farlo arrabbiare. Poi si mette tranquillo e posso mettere il rapporto un
po’ più duro. Nel tratto cittadino si devono scavallare due “cavalcavia” provvisori
fatti di impalcatura e coperti da tappeto rosso, messi lì per gli atleti in
bici in modo da non interrompere il traffico sotto. Trovarsi all’improvviso
queste rampe all’8% mi fa un po’ strano in una gara Ironman, ma evidentemente
in Italia funziona così. Pazienza, fatte. Poi il percorso diventa molto bello
tra le campagne venete, anche se reso piuttosto faticoso dal vento. I lunghi
tratti contro vento sugli argini sembra non finiscano mai! Ad un certo punto
vedo davanti una giudice che mi fischia e mi sventola una bandiera rossa. Non
immagino quale possa essere il problema, visto che non ho atleti a vista davanti
né ne sento dietro. Le chiedo cosa c’è, e mi risponde chiedendomi se partecipo
alla gara. Le dico di sì, e allora mi risponde che posso andare. Mentre pedalo
mi faccio qualche domanda. Pensava che fossi un’imbucata! Oh giudice, anche se
sono vestita di più degli altri, anche se non ho una bici figa o una bici con
le corna come gli altri, ho il numero di pettorale come tutti gli altri,
incollato sul casco e sulla bici secondo regole, e pagato secondo listino
prezzi! Sveglia!</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Procedendo tra le
campagne, mi trovo su un tratto di strada che va percorso in due direzioni,
all’andata e al ritorno. Io sono sul tratto di andata, e incrocio gli atleti sul
tratto di ritorno. Ma le regole? No scia, no affiancati? Complimentoni! In
partica le regole in queste gare le rispettano i primi e gli ultimi, la massa
nel mezzo fa quel che vuole. E stavolta non ci sono scuse di sovraffollamento
di iscritti o strade strette, è solo la scelta consapevole di non rispettare le
regole del gioco.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Si rientra in città,
altre due rampe rosse all’8%, e finalmente si arriva in T2. Tolgo i vestiti da
bici e indosso quelli asciutti e puliti da corsa. Sì, metto anche i
pantaloncini da running, perché correre con un pezzo di silicone sotto il c**o
non lo trovo comodo. Sì, cambio anche la fascia in testa, quella nera è per la
bici e quella bianca è per la corsa, sono in tessuti diversi per esigenze
diverse.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Frazione corsa.</b> Percorso di 3 giri, di cui mezzo giro in città e
mezzo giro sul lungomare. Bello! In città ci sono tante persone che salutano e
fanno il tifo, poi quando si arriva sul lungomare si rimane incantati guardando
il mare, la spiaggia, il sole basso di ottobre e tutti i luccichii sull’acqua.
Tratto molto rilassante: non appena lo concludi non vedi l’ora di fare il giro
successivo per ritrovarti ancora lì. Procedo a passettino costante, quello che
faccio da quando avevo 5 anni, lento ma poco dispendioso, una sicurezza per
arrivare alla fine. E mi ritrovo a fianco sempre degli stessi atleti che alternano
corsa veloce e camminata. Non prendo gel o altro perché il mio stomaco non
tollererebbe, ma con un po’ di Coca Cola ai ristori ho quanto mi serve per
arrivare. Adesso sono stanca. Ultimi duecento metri per ammirare il faro e le
spiaggia, e poi la finish line! Ce l’ho fatta!</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Vedo il tabellone che
segna 7 ore e 20 minuti, bene dai! Sì, non indosso mai l’orologio in gara,
quindi il tempo lo vedo solo al traguardo. Concludo il mio terzo 70.3 con 10
minuti in meno dei precedenti, anche se i primi due li avevo fatti tutti sotto
la pioggia, oggi invece è stata una bella giornata. Prima di allontanarmi con
il marito dalla zona arrivi, mi giro a salutare la finish line. Non credo che
ce ne saranno altre. Mi piace nuotare, pedalare e correre, ma penso che in
futuro li farò separatamente, per viverli in modo meno stressante. Soprattutto
la bici, la vivo in un modo troppo diverso da quello che è richiesto in questi
eventi. Come non faccio più le classiche mezze o maratone su asfalto cittadino,
perché non mi ispirano più. È ora di girare pagina, chissà.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Il day after</b>. Mi rendo conto di aver gestito bene la gara:
nessuna crisi durante, sforzo moderato e costante in tutte le discipline. Il
giorno dopo indolenzimento generale ma nessun dolore particolare. Il che mi
consente di sistemare casa recuperando le faccende non svolte nel fine
settimana. Altro che lunedì di ferie per riposare dalla gara di domenica: la
mattina "animale da soma" tra la lavatrice di casa e l’asciugatrice a
gettoni, il pomeriggio aspirapolvere… E va bene così.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Last but not least</b>. I bambini sono stati bene dalle nonne, ognuna
delle quali si è impegnata nel preparare tante gustose prelibatezze per
soddisfare i palati esigenti dei piccoli mister. Tutti contenti, e va bene così
:-)</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=-20H3e-Kajw" imageanchor="1" rel="nofollow" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="622" data-original-width="1050" height="380" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZz7Ny61GnBwyZlep8LOojDyBiFhpk7LXd5e8pU3-0eEPQiL86SW14l3Tz45MaPsX1hXgBPSyVpPBdd9GZY-0Wk4_p5QJINJs0eo4nBmBzMqV3E16d09B2_9-cCyxO3SDrX000uDZgHEmTid-eKlTXvgbO3MGH_d6x2yht-eNG5bXiE-Sm2kWLiUt0/w640-h380/Video%20Ironman%2070.3%20Venice-Jesolo%202022.png" width="640" /></a></div><br /><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p>Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-39896564089862616202022-07-05T10:55:00.003+02:002022-07-05T10:56:55.129+02:00Primiero Dolomiti Marathon 26kPrimo pettorale dal lontano febbraio 2019. Trail di 26 km sulle Dolomiti tra la Valle di Primiero e le Pale di San Martino di Castrozza. Paesaggio stupendo, giornata splendida. Salite ok, discese prudenti, contenta che le caviglie hanno retto. Occasione per una gita con la family, e ovviamente la parte più riposante è stata la corsa!!! <div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://issuu.com/sarah-burgarella/docs/primiero_dolomiti_2022" rel="nofollow" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="586" data-original-width="980" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLT87rBrpRLoP2NYm1SmOztynZsGH1vfBh0pnbb2vLCGlM-rBpusJ6R67kO1S0ibfco-9CyqjxMKcyNuLxKgKHEGLkgdUC-MfPLncCX1jw_4KAcFZm-xIXmCbDhdRJ6EohcnjUTmTBvy-HUHirPpKS6thJg0Odqd58sgz5n2tENyjqUiWM3kL3FWqE/w400-h239/primiero%20dolomiti%202022.png" width="400" /></a></div><div><div><br /></div></div>Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-22727224180061477932022-05-17T18:44:00.000+02:002022-05-17T18:44:00.462+02:00“Ricomincia dall’inizio”Come nel gioco dell’oca, quest’anno si ricomincia dall’inizio in tutte le discipline sportive. <div><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Corsa</b> – Vista la marcata e peggiorata pronazione (ahi l’età…), che nessuna scarpa riesce più a sostenere, ho dovuto passare ai plantari personalizzati, che oltre alla pronazione compensano anche i piedi cavi. Sensazione di avere la colonna vertebrale rialzata di due dita rispetto alle anche e alle spalle, risolte le contratture a piriformi e diaframma (davvero fastidiose), completamente cambiata la sensazione di corsa: con i plantari il gesto della corsa affatica molto i quadricipiti, che credo di non aver mai utilizzato se non in bici… Mah, allora cosa usavo prima? L’adattamento non è stato immediato, e si continua a lavorarci su. </div><div><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Bici</b> – L’ultima uscita in bici su strada risaliva al 2016. Poi non l’ho più usata: troppo pericoloso, non divertente. E non sono nemmeno tipo da MTB. Per questo motivo quest’anno ho deciso di provare una gravel, e sono bastate un paio di uscite per dire che non si torna più indietro! Incredibilmente comodissima, apprezzatissimi quei 5 cm di altezza in più del manubrio (chissenefrega dell’aerodinamica), così come quei 4 denti in meno su ciascuna corona (preferisco la pedalata agile e chissenefrega dello sviluppo metrico), così come quelle ruote grosse che consentono di andare su qualunque fondo, dall’asfalto più disastrato alle ciclabili sterrate. Personalizzata con pedali doppi, così da usarli o con gli attacchi da MTB in allenamento (comodissimi), o con il lato piatto per il giro al parco con i bimbi. E con la gravel ho ripreso le uscite in bici: sulle ciclabili, perché sulla strada non ho voglia di mettermi, ma comunque le valli bergamasche sono sufficientemente lunghe per consentire uscite da un’ottantina di km. Su questa bici mi diverto! Su una gravel si può stare in giro davvero un giorno intero. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho2i5LYWDT6N57w2eUMnI1OXEi0RmR_dL6fySCpMQWJ4onVrrFYVVMa1YSxhcWj4WWdVVqUQLOJJfb5uhfLAt568mKhwVSYAFKiMJzLGH-MdDEaLbfog2hHe2Y6JL72B4lMqJ7OZ0N2LeQyHm3oUuWIceBBhBUJrcy5w4FQdvzDSW-FfG41n3Dhza4/s4606/gravel.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3344" data-original-width="4606" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho2i5LYWDT6N57w2eUMnI1OXEi0RmR_dL6fySCpMQWJ4onVrrFYVVMa1YSxhcWj4WWdVVqUQLOJJfb5uhfLAt568mKhwVSYAFKiMJzLGH-MdDEaLbfog2hHe2Y6JL72B4lMqJ7OZ0N2LeQyHm3oUuWIceBBhBUJrcy5w4FQdvzDSW-FfG41n3Dhza4/w400-h290/gravel.jpg" width="400" /></a></div><div><br /></div>
<div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Acqua, ghisa e muri</b> – Non c’è due senza tre, si viene da lì… Su di me funziona questo approccio: per sopravvivere in acqua bisogna prima di tutto lavorare a secco per costruire un minimo di materia che possa poi lavorare anche in acqua. Quindi ghisa. E qualche volta muri, giusto per condividere con il marito un momento di svago, e non solo la gestione dei bimbi… Ho anche un paio di scarpette nuove! </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLZz3TWCGrtjeeKbdiZiCCn32tS6l6_5CMaO0OI3XBjFFufIzbIDvO2w2wAIZH9gQAQulA9LY6hsWSs2jhu-qeQ881yW9H_54ozJh3ZXfo-yjsGcFuoNH6dSSvJdyryWZOPjlgDEqJaPSZX71AK2eK14LHec2ZeGabKr5zMMtSw_gsl8e6qM6IzkSV/s3769/scarpette.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3360" data-original-width="3769" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLZz3TWCGrtjeeKbdiZiCCn32tS6l6_5CMaO0OI3XBjFFufIzbIDvO2w2wAIZH9gQAQulA9LY6hsWSs2jhu-qeQ881yW9H_54ozJh3ZXfo-yjsGcFuoNH6dSSvJdyryWZOPjlgDEqJaPSZX71AK2eK14LHec2ZeGabKr5zMMtSw_gsl8e6qM6IzkSV/s320/scarpette.jpg" width="320" /></a></div>
<div><br /></div><div><br /></div><div>Chissà dove porterà il prossimo lancio di dadi. Intanto buone co(r)se bloggers!</div><div><br /></div>Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-73849052684197273452021-06-07T14:02:00.001+02:002021-06-07T14:02:56.897+02:00 Il Geco zampetta ancora<div style="text-align: justify;">Come conciliare un lungo pompa mitocondri con la domenica famigliare? "Buonanotte bimbi, ci vediamo domani in montagna dai nonni". Partenza ore 5:45, 38km, 700m D+, 4h11', giusto in tempo per vedere la preparazione di una pozione magica a base di foglie, terra, fiori, pigne, sassi... Molto soddisfatta della gestione corsa in autonomia. Gli allenamenti lunghi e lenti in modalità relax restano ancora i preferiti! Sempre il solito Geco... ;-)<span style="text-align: left;"> </span></div><div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibFmNuqdQQT_mDVeT4qaGM2SSZMs4jsGpoMgOywjcUgTyMi1vHHZluxNT0MgeNO6z4A7XpzROg3ie73oFhQFmWeS96YFxCJnYQumWsyNTJkJkgRyLRXglojEi6RU0liPykwQIqsqZ6cbY/s1250/1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1250" data-original-width="938" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibFmNuqdQQT_mDVeT4qaGM2SSZMs4jsGpoMgOywjcUgTyMi1vHHZluxNT0MgeNO6z4A7XpzROg3ie73oFhQFmWeS96YFxCJnYQumWsyNTJkJkgRyLRXglojEi6RU0liPykwQIqsqZ6cbY/w300-h400/1.jpg" width="300" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjno3W2RxUaDvGRiOuDSbqTQDXixT5dEbj_tjZgtxNzNf552hpSA0Ql6C0bR7VU5gA9Oc0yjlRz7YyuaL6z7K7Dc6PosJDpQZ6q4766vdOyD-VwORSVjAyobCrii6xgTs0HMNq4zQ6DpCY/s1115/2.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="585" data-original-width="1115" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjno3W2RxUaDvGRiOuDSbqTQDXixT5dEbj_tjZgtxNzNf552hpSA0Ql6C0bR7VU5gA9Oc0yjlRz7YyuaL6z7K7Dc6PosJDpQZ6q4766vdOyD-VwORSVjAyobCrii6xgTs0HMNq4zQ6DpCY/w640-h336/2.png" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDkrkvGm5AooPrG_VLUFFmQE2vgSjB8feNG9mHJTZc3njouvjGumYsBPX7hPsfjUSxmZjz9p5CxIocMpk4ijFJAy-RD5MOmAQ6b_8pJ2GuoNcio4K64oHcRbmQKF7L7vsYTKm3zpeNBXE/s2048/3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1538" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDkrkvGm5AooPrG_VLUFFmQE2vgSjB8feNG9mHJTZc3njouvjGumYsBPX7hPsfjUSxmZjz9p5CxIocMpk4ijFJAy-RD5MOmAQ6b_8pJ2GuoNcio4K64oHcRbmQKF7L7vsYTKm3zpeNBXE/w240-h320/3.jpg" width="240" /></a></div></div>Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-48890369024050435062020-11-17T12:12:00.003+01:002020-11-17T12:12:54.907+01:00Off topic - "Alumnae"Il Politecnico di Milano ha pubblicato un libro, "Alumnae", che raccoglie le interviste fatte a 67 laureate tra il 1990 e il 2014. Ci sono anche io, pagina 104. E si parla anche di sport ;-)<div> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.yumpu.com/it/document/read/64640213/alumnae-ingegnere-e-tecnologie-alumni-politecnico-di-milano/1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="560" data-original-width="1163" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixov-aCzN21mbolxQkGb1rbCZ1A_hDoSqwNdb5teOYuCCWAEkNMlCCBw2B6wa50-UKBaKdeGBQqLl_kEjGO2sidtdfHoUyRBvQap4b5v-JussjQPEJiEQGm6oT1uiS_vuekS-fM1Coydc/w400-h193/libro+01.png" width="400" /></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.yumpu.com/it/document/read/64640213/alumnae-ingegnere-e-tecnologie-alumni-politecnico-di-milano/104" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="545" data-original-width="1169" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhi3UjPKAn5hsUXYJ0mK0fBxcpCrlNYgJlWmDYHaxpcgopAZxo5o1062Lv-yWCjj0_Jj0w7yiE9nwRfEjyX1Y3elr61o5QfrTDCmbY7dnuYzWGG7wyyAnh2-BZUZeTXSPbJr0kf4mGFApc/w400-h186/libro+02.png" width="400" /></a></div><p></p></div>Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-30607303979029362942020-06-08T14:37:00.000+02:002020-06-08T14:37:50.950+02:00Di buoni propositi, lockdown, e poi chissà<div style="text-align: justify;">
Anno iniziato con buoni propositi: ritornare ad indossare un pettorale in una corsa, cosa che non accadeva dal lontano 2014. Slalom tra quotidiane difficoltà, ma obiettivo raggiunto: Terre di Siena Ultramarathon, km 32, gita con tutta la family. Era febbraio: chi immaginava di partire per un fine settimana, e di rientrare in un mondo capovolto. Poi il lungo lockdown, dove sono tornati utili tapis roulant e ciclomulino. E poi chissà! Buone co(r)se!</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5TLgKXWlYdhurLgb62fOuLAl3D7zSZruuTHvWu6zmhjjLeGEKfTMyA_dLnL5OSrmNY98clNeWwW-i3s5ut7xQYpVYy4d9aki6qikA3Xc19khC8iNW8RSRkdGmMdk8pnYMUyH9AK6rbMA/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="774" data-original-width="1376" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5TLgKXWlYdhurLgb62fOuLAl3D7zSZruuTHvWu6zmhjjLeGEKfTMyA_dLnL5OSrmNY98clNeWwW-i3s5ut7xQYpVYy4d9aki6qikA3Xc19khC8iNW8RSRkdGmMdk8pnYMUyH9AK6rbMA/s640/1.jpg" width="640" /></a></div>
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<table>
<tbody>
<tr>
<td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1S1cEvCS0jnM0Rpyikn-jSYNygYzM7VGzOJIrvpKoB5bQc8O_6wJHPeE_HmN4EaqcYo5M92u6tHvCf2QFb5M63Xo0jDuGFs0VyKM0auoToKPry49QauIFUpGR9E3bR3WmjTmZDEqfzlY/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1S1cEvCS0jnM0Rpyikn-jSYNygYzM7VGzOJIrvpKoB5bQc8O_6wJHPeE_HmN4EaqcYo5M92u6tHvCf2QFb5M63Xo0jDuGFs0VyKM0auoToKPry49QauIFUpGR9E3bR3WmjTmZDEqfzlY/s400/2.jpg" width="266" /></a></div>
</td>
<td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhONgvIijvF0l5J2kJ_lth9LebrMwHkZ_1J4MWYOWgpP4HTy4eSYZVUr6_deWks0z9Cnpi2pwYptwCQXEZc87lKPY7hSrihBKo0-RlQXEGm104NwW1Dg-eOdI_ZpyDkf5z9VqwlztueHyI/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhONgvIijvF0l5J2kJ_lth9LebrMwHkZ_1J4MWYOWgpP4HTy4eSYZVUr6_deWks0z9Cnpi2pwYptwCQXEZc87lKPY7hSrihBKo0-RlQXEGm104NwW1Dg-eOdI_ZpyDkf5z9VqwlztueHyI/s400/3.jpg" width="266" /></a></div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
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<br />Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-73618838291900373702018-05-19T17:59:00.000+02:002018-05-19T17:59:52.951+02:00BENVENUTO AL PICCOLO JULIAN<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Mamma Sarah, papà Imer e il piccolo Conan danno il benvenuto a Julian!</div>
<div style="text-align: center;">
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<div style="text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ-eCOWaQqg2_pwlpvTAuB2lofLjI5YscUM75ZmA8vUWsfTcraeRrdcaL_-bpTOcAJ77_ugnggRX9Ij-tO9dCj1kEcl6kXhHnWHi47C5sx-Ulq60S-2EYr0eQzcLh_-tvkrhI3kBVr-hA/s1600/Benvenuto+Julian.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="903" data-original-width="1600" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ-eCOWaQqg2_pwlpvTAuB2lofLjI5YscUM75ZmA8vUWsfTcraeRrdcaL_-bpTOcAJ77_ugnggRX9Ij-tO9dCj1kEcl6kXhHnWHi47C5sx-Ulq60S-2EYr0eQzcLh_-tvkrhI3kBVr-hA/s640/Benvenuto+Julian.jpg" width="640" /></a></div>
<br />Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-78726092672453564402018-02-27T10:26:00.000+01:002018-02-27T10:26:21.134+01:00Di nuovo in viaggio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFx-N3CX2zMxcxmKtKgOiSd0LEaY7uTI-4vbsL-Ig8PQED0Gz9WiseD4BFdovKjl9dgeO4_d-J81iT_Y6-tErU01tQpeiC6djEJrJynpRSwxgGX7cbmjUFV1yq38zFcJTxxoNvMb-xS3c/s1600/cicogna.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="503" data-original-width="765" height="420" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFx-N3CX2zMxcxmKtKgOiSd0LEaY7uTI-4vbsL-Ig8PQED0Gz9WiseD4BFdovKjl9dgeO4_d-J81iT_Y6-tErU01tQpeiC6djEJrJynpRSwxgGX7cbmjUFV1yq38zFcJTxxoNvMb-xS3c/s640/cicogna.png" width="640" /></a></div>
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<div style="text-align: center;">
Di nuovo in viaggio...</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
atterraggio previsto a metà maggio! </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Saluti Blogtrotters!</div>
<div style="text-align: center;">
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Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-34458940530622261092017-07-18T23:16:00.000+02:002017-07-18T23:16:30.539+02:00E dopo 8 anni… back to marathon distance!<b>Colere (BG), 16 luglio 2017: Maratona della Valle di Scalve</b><br />
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Visto che, per la prima volta dal 2009, la carrozzeria regge di nuovo i 40 km di corsa settimanali, e quindi può farli anche in una volta sola… E un po’ perché quest’anno non è scoccato il colpo di fulmine triatletico verso un obiettivo… È il momento di tornare sulla distanza di maratona! Con tre uscite settimanali alle 5:30 di mattina la si può allenare. Destinazione Val di Scalve: vicino a casa, in ambiente di montagna e non competitiva, il contesto migliore da cui ripartire. </div>
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Giornata magnifica, vista stupenda. Alla partenza ritrovo le stesse persone che incontravo quasi 30 anni fa alle mie prime non competitive: i podisti sono sempre uguali, tutt’al più un po’ rallentati! Percorso molto bello, impegnativo (un po’ per il saliscendi e un po’ perché semi deserto), quasi tutto su strada (anche se il sentiero nel bosco è la parte più bella), un po’ più lungo del previsto per aver sbagliato strada (cercavo l’ombra degli alberi e non ho visto le frecce sull’asfalto…). Per fortuna l’incontro con due triatleti (guarda caso) che tornavano sui loro passi dopo lo stesso errore di percorso, mi ha fatto riprendere la strada giusta e mi ha fatto piacevolmente trascorrere la seconda parte di gara fino al traguardo: due parole sono di grande aiuto quando il caldo e la fatica si fanno sentire. Quindi una stretta di mano e il rientro dalle rispettive family. Marito e bimbo tutto bene, in esplorazione sui sentieri “baby trekking” della Presolana.</div>
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Sensazioni post maratona: una tranquilla stanchezza. La fatica è tanta, come nel triathlon, però nella corsa non c’è quella componente di stress che vivo sempre nella multidisciplina. Ecco, forse è proprio questo stress che non ho voglia di affrontare: ne ho abbastanza dal quotidiano! Rispetto allo scorso anno la quotidianeità è più complicata: difficile pensare di cambiarla, magari è “solo” questione di farci l’abitudine. E adesso che si fa? Boh, riposiamo un po’ le zampe del Geco, e poi vediamo. Intanto una maratona è fatta ;-)</div>
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<br />Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-36062306822112691622017-06-13T17:43:00.000+02:002017-06-13T17:43:38.901+02:00Nulla di nuovo… anzi, nuovo look!<div style="text-align: justify;">
Ciao blog, uhh da quanto tempo non scrivo qualcosa! Ma negli ultimi mesi non ho avuto nulla da raccontare nel mio diario sportivo. Durante l’inverno attività sportiva zero: ho fatto un trasloco "fai da te", come "fai da te" è stata l'imbiancatura di pareti e soffitti e la verniciatura dei vecchi caloriferi in ghisa... E' stato devastante, ci sono voluti due mesi per traslocare e due mesi per recuperare le energie! Poi in primavera una timida ripresa sportiva e subito dopo un nuovo stop per problemi di salute, ora risolti. </div>
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Ho ripreso a correre il primo maggio, <b>“</b><b style="font-style: italic;">su coraggio</b><b><i>”</i></b>! Ultimamente correre è l’attività che preferisco: sarà che la bici non ho voglia di metterla su strada per via delle recenti brutte notizie, sarà che posso correre la mattina dalle 5:30 alle 6:30, regalandomi un piacevole momento tutto per me prima di iniziare la giornata, sarà che a quell’ora le piscine sono chiuse, sarà che le sensazioni della carrozzeria sono finalmente buone, anche se l’andatura è sempre quella della tartaruga! <b><i>“Sarà quel che sarà”</i></b>. Gare in calendario non ce ne sono, non ho ancora trovato l’ispirazione. </div>
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Però qualcosa di nuovo c’è: un <b><i>nuovo look</i></b>! Dopo tanti anni, era ora di darci un taglio ;-)<br />
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<br />Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-63802679100960382102016-09-24T15:30:00.000+02:002016-09-26T07:21:07.374+02:00Back to half iron distance: IRONMAN 70.3 Pula<b>Pola, Croazia, 18 Settembre 2016</b><br />
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Dopo 9 mesi di gravidanza, 8 mesi di allattamento, e 3 mesi di allenamento, eccomi di nuovo ad un 70.3, il secondo. La scintilla scattata un anno fa, quando con il pancione leggevo gli annunci della prima edizione dell’IRONMAN 70.3 Pula. L’iscrizione fatta la settimana prima della gara, appena in tempo prima del sold out. Perché riprendere proprio con un medio “con il pallino”? Perché la motivazione viene solo con grandi obiettivi! </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7RHCVm5DSkHS499-y4ZDWA7Ln35jkIOugiZO8qOG_UZQ509K-wEvZ6xk_HPsUL6Z9CGDecjzUlHkiRwSuFXavRTUQGodCaNsONCsq6oZknGx2s34Lq2g31JPoM3p2KU3bo3lEuBxFFVU/s1600/first.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7RHCVm5DSkHS499-y4ZDWA7Ln35jkIOugiZO8qOG_UZQ509K-wEvZ6xk_HPsUL6Z9CGDecjzUlHkiRwSuFXavRTUQGodCaNsONCsq6oZknGx2s34Lq2g31JPoM3p2KU3bo3lEuBxFFVU/s400/first.JPG" width="400" /></a></div>
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<b>L’avvicinamento</b> – La ripresa degli allenamenti a giugno, dopo un anno e mezzo di… altro! Difficile incastrare il tempo per le uscite con gli impegni quotidiani di lavoro, due ore di autostrada al giorno, casa, famiglia… E quindi si va in strada alle 5:30, per correre un’oretta ed essere pronti a portare il bimbo al nido per le 7:45 ed arrivare in ufficio per le 9. Non tutti i giorni eh… Pranzi in scatola o in barretta alla scrivania, e via. Molto più belle le corsette serali con marito e bimbo, per far prendere un po’ di fresco nel bosco al piccolo: lui nel passeggino, spinto dal suo papà, e io che fatico a correre dietro a loro! Per il nuoto in piscina, quando capita che ho un’oretta pomeridiana e che mi lasciano entrare nonostante i bambini dei centri estivi… Per le uscite in bici ci vuole una congiuntura astrale per far quadrare impegni e l’odioso traffico della Lombardia più urbanizzata: si va alle 5:30 la mattina, ma della domenica, perché al sabato si trovano prima i lavoratori stacanovisti e poi la massa che si fionda frenetica nei centri commerciali. Oppure alle 12 della domenica, quando con mia sorpresa si incontrano sulle strade scure signorine che hanno pure da dirmi qualcosa che non capisco… Ma non sono tutti a pranzo la domenica a mezzogiorno? Questi posti non mi piacciono più. Ho messo la bici su strada 4 volte in 3 mesi. Poi un po’ di rulli. Poi ho scoperto che 10 minuti di squat del marito mi fanno venire più mal di gambe di un’ora di rulli: ottimo, un bel risparmio di tempo e di sudore! E funziona: i pedali della bici poi sembrano meno duri!
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Ad agosto il nido del bimbo è chiuso e prendo un mese di congedo parentale: grazie all’aiuto famigliare, riesco a ritagliarmi un paio d’ore al giorno per l’allenamento e riesco a fare qualcosa quasi tutti i giorni. A fine mese mi dico che a Pula posso provare ad andarci: a differenza del primo 70.3 a Zell am See, nel 2014, questa volta non ho in attivo allenamenti lunghi, semplicemente perché i “lunghi” non ho avuto tempo di farli, ma ho svolto allenamenti corti più frequenti. </div>
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<b>Le chicche dell’ultimo minuto</b> – iscrizione alla gara last minute, appena in tempo. Cerco di riposare la schiena, perché il “sollevamento pesi” continuo con il bimbo mi provoca frequenti contratture… Antiinfiammatorio per i polsi, con i tendini che friggono sempre per il “sollevamento pesi” continuo… Fortuna che l’infiammazione prende di più i tendini dei pollici, quindi anche se non riesco ad aprire i barattoli, riesco a tenere il manubrio della bici… Revisione della bici last minute: viaggiavo con un copertone deformato… Noleggio muta last minute: due giorni prima di partire provo la mia e scopro che non mi va più bene, sono più robusta di schiena e spalle e nella mia XS non respiro… sono diventata grossa con tutto quel “sollevamento pesi”, adesso mi serve la taglia S!
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Preparare un viaggio con un bimbo piccolo significa fare un trasloco e cercare di infilare in macchina la casa… Il portapacchi prenotato non è arrivato in tempo, e quindi deve entrare tutto nel bagagliaio… Bici di “mama” compresa… Solo il marito riesce a fare queste magie! E riesce a spostare questi pesi… Viaggiare con un bimbo piccolo significa impiegare 12 ore per fare 500 km in auto, partendo alle 5 di mattina e facendo lunghe soste gioco in posti belli, in modo che i momenti in auto coincidano con le sue pause nanna, se no è impossibile guidare… E la prima cosa da fare arrivati a destinazione è tagliare e bollire le verdure da frullare per le sue pappe! Ma è giusto così, non gli darò mica liofilizzati e simili, che hanno un saporaccio che non mangerei nemmeno io! Ah, un bambino piccolo si sveglia ancora almeno 3 o 4 volte la notte, tutte le notti… E di giorno non si può perdere di vista per un secondo! Osare una trasferta di questo tipo con un bimbo di 11 mesi richiede una fatica enorme, alla mamma, al papà, e al bimbo. Però è un’esperienza unica, che merita davvero! Si diventa grandi anche così!
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<b>La vigilia</b> – Le previsioni meteo non sono buone… mi toccherà ancora un 70.3 sotto la pioggia, come a Zell am See? Non ho voglia di fare ancora 90 km in bici sotto la pioggia, e la cosa non mi mette di buon umore… Mentre vado ad allestire la zona cambio, noto che diversi atleti mi guardano e ridacchiano. Cosa avranno da ridere? Sarà la mia bici sobria, piccola di taglia, l’unica ancora in alluminio e senza “corna” in tutta la zona cambio? Oppure il mio abbigliamento marca decathlon? Certo che gli iscritti qui a Pula sono particolarmente fighetti, a Zell am See erano un po’ più “spartani”. Sentite cari, non mi interessa se una vostra bici costa come un anno di nido, a me va benissimo la mia. E l’abbigliamento tecnico lo uso in gara, per il resto va benissimo quello del decathlon, chiaro?
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La notte prima della gara riesco anche a dormire. Preparare una gara importante con un bimbo piccolo significa non avere né tempo né spazio nella testa per troppe preoccupazioni: è già tanto riuscire a trovare la concentrazione per non dimenticare nulla e preparare l’occorrente per le 3 frazioni! E andare “a mente leggera” è un vantaggio. Sento le gambe scottare sotto le lenzuola, come mi succedeva prima delle maratone: buon segno. Mi sveglia un forte temporale, con tuoni che fanno tremare i vetri e la grandine che picchia contro le finestre. Anche il bimbo si sveglia spaventato per i tuoni, povero! Ma chissenefrega anche del temporale, anzi, scaricati adesso che per domani mattina hai finito…
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<b>La gara</b> – La mattina della gara l’intera Ironman Support Crew, marito e bimbo, mi accompagnano fino alla partenza. Loro non immaginano quan<i></i><b></b><i></i><i></i>to sia importante per me averli vicino! Il cielo è grigio, ma per il momento non piove. Finisco di sistemare l’occorrente per la zona cambio e mi preparo. Indosso la muta: fantastica, un guanto, sembra di non averla, e riesco pure a metterla da sola! Ero così sicura che andava bene che non l’ho neanche provata prima: la Sailfish One mi calza proprio a pennello! Ultimo saluto all’Ironman Support Crew: il mio bimbo mi offre gentilmente il suo biberon prima di partire… che tenero… grazie!
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Rolling Swim Start: si parte a gruppi di 4 per volta. A Zell am See avevo impiegato 43 minuti, e quindi mi metto nel settore relativo a questo tempo. Penso di impiegare di più oggi, perché è la prima volta che affronto questa distanza in mare, ma non voglio restare da sola, mi sento più sicura se ho qualcuno intorno. Lunga attesa prima di entrare in acqua, siamo 1700 atleti: il percorso di andata e quello di ritorno sono molto lunghi, quello trasversale al largo è piuttosto breve. Nel percorso di andata molti atleti stanno prendendo le boe sulla destra: ma il regolamento non diceva a sinistra? Accorciate così? In Austria sarebbero stati fischi e randellate dai kayak… Nel percorso di ritorno vedo che gli atleti vengono allontanati al largo, probabilmente ci sono correnti laggiù, dovrò stare attenta. Nell’attesa ho anche il tempo di commuovermi per essere riuscita ad arrivare fino a qui: presentarsi alla partenza oggi è già un traguardo per me! Oh, non è il momento eh, concentrazione, la gara comincia adesso, su! </div>
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Frazione nuoto: arriva il momento di entrare in acqua. Partenza prudente, ho un certo “timore reverenziale” verso il mare: sono abituata ai laghi, il mare è così grande… Ci metto un po’ a trovare “la bracciata”. Meglio non pensare a quanto ci si spinge lontano, ma puntare solo alla boa successiva. Il percorso di andata passa abbastanza tranquillo. Le boe le passo sulla sinistra: barare non è nel mio stile, non mi interessa il tempo, se tagliassi il percorso non mi sentieri a posto con me stessa. Il tratto trasversale ha onde un po’ alte, ma tutto sommato passa abbastanza bene, una volta capito come “bucarle”. Il percorso di ritorno presenta subito un problema: non si vedono le boe. Mi fermo un attimo per capire dove andare. Ci sono diverse cuffie che stanno prendendo il largo, come vedevo alla partenza. Probabilmente c’è corrente, non devo andare di là, ma stare più a sinistra. Procedo in direzione terra, anche se non so bene dove sto andando. Ci sono altri atleti intorno, quindi tutto ok. Un tipo dell’organizzazione sul kayak ha appena scuffiato, andiamo bene. Il tipo poco più avanti urla qualcosa sulla direzione da seguire. Vedo che il gruppo di atleti si sta ricompattando, stiamo ritrovando la direzione giusta. Ecco le boe finalmente. Certo che se ne mettevate un paio in più sarebbe stato meglio per tutti… Si rivedono i sassi, i pesciolini, siamo vicino all’uscita… Fuori! Caspita che barcollare! Altro che 2 km, sarò stata dentro un’ora! Il GPS non l’ho preso, ci manca solo di badare a quello. Veloce, che il primo cancello rischia di chiudere!
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Primo cambio: vestiti per la bici, un gel, una termos di tè caldo per digerirlo, cartone della scatola dei corn flakes sulla pancia per proteggere lo stomaco dall’aria… Questo particolare fa “bloccare” per lo stupore una ragazza che si sta cambiando davanti a me: eh, devo fare così se no vado in congestione, sai quante volte mi è successo? Sento polemiche inglesi sulla frazione nuoto. Lunga zona cambio fatta con le scarpette ai piedi per evitare di partire in bici con i calzini inzuppati di fango, e via, in sella!
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Frazione bici: i primi 10 km in bici passano tranquilli, il cielo sta reggendo. Si pedala in direzione entroterra, e il cielo si fa sempre più nero. Comincia a piovere. Vabbè, ho già pedalato sotto la pioggia a Zell am See, piove anche qui. Direi che posso lasciare le gomme così, non sono durissime. Sorpasso una tipa sdraiata sulla bici da crono: quando il mezzo non è tutto… Il percorso è leggermente ondulato, piacevole. La pioggia aumenta, le strade si riempiono di pozzanghere. Vabbè, pazienza, si rallenta quando si attraversa l’acqua. Salto il ristoro del 15° km: mi serve un unico rifornimento a metà gara. Più si va verso l’entroterra, più il cielo diventa nero e la pioggia insistente. Tratti di strada sono coperti da strati d’acqua alti due dita: rallento prima di entrarci. Comincia a far freddo. Al 40° km accosto e faccio appena in tempo a trangugiare un gel e una termos di tè caldo per digerirlo, prima di iniziare a tremare come una foglia. Indosso la giacca, rimonto in sella e riparto subito. Tremano le gambe sui pedali, mi battono i denti e non riesco a tenere ferma la mandibola. Mannaggia, pedalare a manetta per scaldarsi. Quando vedo una collinetta, prendo la rincorsa in modo da arrivare in cima quasi per inerzia. Si scatena il diluvio. L’acqua scende a secchiate, fredda. Le strade sono coperte di acqua rossa: è strano qui, la terra non assorbe nulla e l’acqua scivola dalla macchia alla strada, dalla strada alla macchia. Non ci sono canali di scolo dell’acqua ai lati delle strade, e l’acqua forma ruscelli di forme varie sui rattoppi di asfalto. In certi tratti sento la bici come trascinata dalla corrente di acqua. Come si pedala su due dita d’acqua? Boh, io rallento, per sicurezza: se dovesse succedermi qualcosa qui, in mezzo al nulla, chi mi raccatterebbe più? Non c’è niente, non c’è nessuno, dovrei solo sperare che un atleta mi superasse e avvertisse del problema il primo giubbino giallo più avanti. E poi stare ad aspettare i soccorsi? Qui? Farei in tempo a schiattare dal freddo. Non ci si può far male. Prudenza e avanti, sperando che passi. Ho paura. Sarah, pensa a qualcosa di bello, pensa a quanto è dolce il tuo bimbo quando al mattino ti chiede di “fare la luce”. Non ci si può fermare, avanti, piano ma avanti. Lo svantaggio del rolling swim start è che sul percorso bike poi si trovano pochissimi atleti. La grandine! Pure questa… un gran casino sul casco e pizzicate sui quadricipiti… Fortuna che i chicchi sono piccoli, non dovrebbero far sbandare la bici. Avanti e non fermarsi. Supero due tipe. Un forte temporale, la pioggia è tanta e fitta, non si vede la strada. Rallento. Speriamo non ci siano ostacoli che non vedo. Ad un certo punto arrivo ad un incrocio, costruito “a conca”: è diventato un lago di acqua marrone, e sembra profondo. Pazienza, attraversiamolo piano e speriamo che non ci sia sotto niente. Mi ritrovo con i pedali nell’acqua e le scarpe si inzuppano più di quanto lo fossero già. Ma basta! Non ne posso più, mai avrei pensato di dover fare una cosa simile con la bici da corsa. Avanti, non ci si può fermare. Conan, la tua mamma è forte e arriva fino alla fine. Devo finire questa frazione. Ho solo voglia di arrivare in quella tenda e mettermi dei vestiti asciutti. Si pedala verso il mare, e il cielo si fa più chiaro. 80° km, pioviggina, un regalo! Zona cambio, poso la bici e ringrazio il cielo di essere arrivata senza farmi male.
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Secondo cambio: tolgo finalmente quei vestiti inzuppati, infangati e freddi, mi do una pulita dal fango e indosso body e calzini asciutti. Ci voleva. Una barretta, una termos di tè caldo per digerirla, e via.
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Frazione corsa: finalmente! Ah, che relax! Si comincia con un bel tratto lungomare. Esce pure un mezzo raggio di sole che per un momento fa luccicare l’acqua del mare. Che piacevole sensazione. Direzione centro città. Supero diversi atleti in crisi, che alternano corsetta a camminata. Per fortuna la frazione di corsa non mi dà mai problemi, anche senza fare allenamenti combinati. Sento che il passo è buono, sto andando come in allenamento, neanche mi ricordo più quello che ho fatto nelle frazioni precedenti. Mi sto riposando finalmente. Attenta solo a non appoggiare i piedi come Masha (quella di Orso), se no i flessori… Al 10° km si entra in città. Da un’auto il saluto del marito: yeeeeee! ciao! La mia Ironman Support Crew sta andando ad aspettarmi all’arrivo! Forza, adesso #si va in arena! Arrivo al multilap, adesso si corre in mezzo ad altri atleti, bello! Un gel a metà frazione, un po’ d’acqua, e via. Sto correndo bene, senza fatica, mentre supero altri atleti che camminano. Primo braccialetto, secondo braccialetto, e adesso #si va in arena! Eccola, si entra! Wow! Tappeto rosso, si batte il cinque a Daddo, braccia alzate, finisher! Medaglia al collo, qualche passo avanti ed ecco che compare la mia Ironman Support Crew! Come state, tutto bene? “Sì, stavamo giocando con i sassi!”
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<b>Il day after</b>: il giorno dopo giornata di relax al mare per tutti. Il tempo è decisamente migliore, se fosse stato così anche il giorno prima… Vabbè, è andata così ed è andata bene. Sono stata fortunata a riuscire a preparare questa gara, e a riuscire a finirla in condizioni difficili. Godiamoci questa ultima giornata al mare e salutiamo così la nostra bella estate trascorsa insieme!
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<b>Commenti a freddo</b>: sono molto contenta di come è andata la gara. Soddisfatta della frazione nuoto: ho impiegato 1 ora, un tempo lungo, ma va bene così visto la prima distanza lunga in mare e le difficoltà nel vedere le boe di ritorno. Frazione bici: soddisfatta perché portata a termine in condizioni difficili e senza farmi male. Non so se sono stata troppo prudente, ma la bici ha sempre tenuto bene la strada. Le gambe andavano bene, il tipo di allenamento è servito. Peccato per il diluvio… avrei impiegato mezz’ora in meno, e invece ci ho messo quasi 4 ore. Frazione corsa: molto soddisfatta, corsa a 6’/km come vado ora in allenamento. Anche in questo caso il tipo di allenamento è servito: solo uscite da 1 ora su percorso collinare, niente lunghi piatti… e alla fine la mezza piatta è andata bene. Tempo finale 7h31’, uguale al tempo impiegato a Zell am See. Bene il recupero: un paio di giorni con un po' di mal di gambe e nulla più, mentre dopo Zell am See ci erano volute settimane per recuperare. La cosa più importante, dal punto di vista sportivo, è l’aver dimostrato a me stessa che da zero a un half iron, in 3 mesi, si può fare! La cosa più importante di tutte, invece, è il ricordo indelebile di un’avventura unica vissuta con il mio marito e il mio bimbo! </div>
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<b>Ringraziamenti:</b>
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al cielo, per ogni secondo di vita finora vissuta
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al mio super marito, senza di lui nulla sarebbe stato possibile. Unica persona al corrente dell’idea… Grazie per la fiducia in me e per l’insostituibile supporto!
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al mio super bimbo, per tutto quello che mi insegna ogni giorno, anche se faccio una gran fatica!
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a mia mamma, per aver giocato amorevolmente con il bimbo le mattine di agosto, mentre andavo ad allenarmi. Chissà se immaginava cosa avevo in mente…
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a mio papà, perché il trucco del pensiero positivo nel momento di crisi viene dai suoi discorsi…
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a Walter di Tripassion, per il noleggio last minute della muta Sailfish, perfetta!
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a Maurizio e Samuele di Cicli Vedovati, per la sistemazione last minute della bici, perfetta!
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a Omar di Studio Rigoli Omar, per la sistemazione della mia carrozzeria e il trucco last minute salva flessori, ha funzionato!
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a Daddo di FCZ, perché #si va in arena!
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a Fran Ci e Giulia della Zonca, grandi donne conosciute sui social: mamme, mogli, lavoratrici, triatlete di livello superiore, che seguo con stima e ammirazione, e che prendo come buon esempio!
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Ecco il fotoracconto!<br />
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Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-69927270703976797812016-03-28T12:13:00.000+02:002016-04-07T12:06:19.453+02:00Il traguardo dei 6 mesi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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I primi 6 mesi di Conan: auguri comandante!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi34c1DAcyuHu_900WTUDTOcxvYOQ4H5fmNiB88T8A_YFUsbVgmkNdALoteYuzfbP0cJLwcBQElnSRUAImFZnSk2cYQO2Rb4gwgVC3H0c-uf7nU5rIYMDA2UZDLVqIpFKrbbC8DEgdOEjk/s1600/Conan+6+mesi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi34c1DAcyuHu_900WTUDTOcxvYOQ4H5fmNiB88T8A_YFUsbVgmkNdALoteYuzfbP0cJLwcBQElnSRUAImFZnSk2cYQO2Rb4gwgVC3H0c-uf7nU5rIYMDA2UZDLVqIpFKrbbC8DEgdOEjk/s400/Conan+6+mesi.jpg" width="222" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-43534119153740369762015-12-22T16:58:00.000+01:002015-12-22T16:58:01.758+01:00Tanti Auguri!<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Tanti auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo!</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Che il 2016 possa permetterci di raggiungere i nostri piccoli e grandi obiettivi! </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Sarah</i></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGa2EJF7lvR8E7MajN3allrUwkJCYEUkosDH7AST_1EsSSRNTJQyi2gfDmsCDlneeuDTQJI6RfbzD3gVe5XJKXq1XJJGSZEycJAx00nQGuTcpu9GSJ1G8Vt2QYu0idIgwFmitm1tX9v0U/s1600/Conan+e+albero+di+Natale.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGa2EJF7lvR8E7MajN3allrUwkJCYEUkosDH7AST_1EsSSRNTJQyi2gfDmsCDlneeuDTQJI6RfbzD3gVe5XJKXq1XJJGSZEycJAx00nQGuTcpu9GSJ1G8Vt2QYu0idIgwFmitm1tX9v0U/s400/Conan+e+albero+di+Natale.JPG" width="278" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div>
<br /></div>
Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-80119516469564286422015-11-02T18:05:00.002+01:002015-11-02T18:05:58.078+01:00I suoi primi sterrati<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOJJwuR8tO24757YZnyUdDZm6cTZjCZR77WtMGQkL2eDHLnoIJ4fbQbY40DksMGuzEoZrk3ZcnGwAsvbiLC5cH-PRngkNQ1OaujBVDPfqNy-TRrSjcTjzIjw3-slyii8FJtH3T5HdWtw0/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOJJwuR8tO24757YZnyUdDZm6cTZjCZR77WtMGQkL2eDHLnoIJ4fbQbY40DksMGuzEoZrk3ZcnGwAsvbiLC5cH-PRngkNQ1OaujBVDPfqNy-TRrSjcTjzIjw3-slyii8FJtH3T5HdWtw0/s400/01.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9Mq8s0U1dxSsYZ838jygj8NG07UMSwR7yVcEtQNyCLZpHwmhNaFfpiP1jD1m39Ze8ZiGFX4feOp3MvIH0sDibY4mf1ssBC_8P5FD3E6u28eiTBfgmWZkWutBQTYgO-ivPYGdOSmIAqwA/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9Mq8s0U1dxSsYZ838jygj8NG07UMSwR7yVcEtQNyCLZpHwmhNaFfpiP1jD1m39Ze8ZiGFX4feOp3MvIH0sDibY4mf1ssBC_8P5FD3E6u28eiTBfgmWZkWutBQTYgO-ivPYGdOSmIAqwA/s400/02.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9lEZxFjFkVYPNKMscxyghyphenhyphenT2-tbHPxFt0C8vYomjpdSqLfaeMh5LoZt-KbIdzI3RkGTK8_NbOONZKBgwF8ArLw9PgqnaLTxovQrBaj81PVxnPYF4yEbNoXj-kz-IpW0Uo1526ulckDwc/s1600/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9lEZxFjFkVYPNKMscxyghyphenhyphenT2-tbHPxFt0C8vYomjpdSqLfaeMh5LoZt-KbIdzI3RkGTK8_NbOONZKBgwF8ArLw9PgqnaLTxovQrBaj81PVxnPYF4yEbNoXj-kz-IpW0Uo1526ulckDwc/s400/03.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigE9Hswbk0sX4kWtEriWCfXTDNXzD9vw7xw_l0aHFwM5aoqv52rv1grnFdy4W68h-3A7FIJQ6bHmIfK1fh2Fp1h0kMqkYSzA7N0Z2SJf1Q-VVCP7jHK03Hog6WlzqRyc9HlO7FoXdW084/s1600/04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigE9Hswbk0sX4kWtEriWCfXTDNXzD9vw7xw_l0aHFwM5aoqv52rv1grnFdy4W68h-3A7FIJQ6bHmIfK1fh2Fp1h0kMqkYSzA7N0Z2SJf1Q-VVCP7jHK03Hog6WlzqRyc9HlO7FoXdW084/s400/04.jpg" width="223" /></a></div>
<br />Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-55837849668862213632015-10-02T23:06:00.001+02:002015-10-02T23:06:26.834+02:00BENVENUTO AL PICCOLO CONAN<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Domenica 27 Settembre 2015, alle ore 2.45, è nato Conan! </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Il bimbo in gran forma, i genitori Sarah e Imer ancora un po' stravolti e contentissimi! </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Benvenuto Conan!</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYc5mT5EiBhTnvyOSBgJoHThmR_q1X_U6npEt9-m_p8hC5Se08aZka1d-9NwHco9bir3TV_KtHicL8K72sHu0RU_qOrOHvXQdBwQKo_ZgF9ksOEa92XDHZizzinkcyhwMVevPGZX3HgB0/s1600/BENVENUTO+CONAN.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="356" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYc5mT5EiBhTnvyOSBgJoHThmR_q1X_U6npEt9-m_p8hC5Se08aZka1d-9NwHco9bir3TV_KtHicL8K72sHu0RU_qOrOHvXQdBwQKo_ZgF9ksOEa92XDHZizzinkcyhwMVevPGZX3HgB0/s640/BENVENUTO+CONAN.jpg" width="640" /></a></div>
<br />Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-2057608328365224182015-09-04T18:16:00.001+02:002015-09-04T18:16:53.170+02:00Ricordi di un'estate "panciuta"<br />
<center>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="488" src="//e.issuu.com/embed.html#1116639/15216995" width="650"></iframe>
</center>
<br />Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-87619057572886844252015-06-27T14:53:00.000+02:002015-06-27T14:54:18.220+02:00Il Geco panciuto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgctB3QNVsfkJBoYoPkiHTIjimMvYTlRTR7xpl0mOYV9mg5odHI6sZky6nfxFoJ35PcS216YsWwTyMUWBCkuCqDzERBVQBskgOOtR9Bt_M5Xjoqw5xJk2ln7Owzy1Wp7z76K-VrCtEvkt4/s1600/cicogna.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="420" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgctB3QNVsfkJBoYoPkiHTIjimMvYTlRTR7xpl0mOYV9mg5odHI6sZky6nfxFoJ35PcS216YsWwTyMUWBCkuCqDzERBVQBskgOOtR9Bt_M5Xjoqw5xJk2ln7Owzy1Wp7z76K-VrCtEvkt4/s640/cicogna.png" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
In attesa, o in viaggio: dipende dai punti di vista...</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Sportivamente in pausa, ma sempre in servizio! </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Saluti Blogtrotters!<br />
<br />
<br /></div>
Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-66869698672635469282015-03-05T10:01:00.001+01:002015-03-05T10:01:33.369+01:00Sci di fondo con il CAI: le gite del 2015<br />
<center>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="450" src="//e.issuu.com/embed.html#1116639/11715250" width="650"></iframe>
</center>
<br />Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-30158693594292856982015-01-06T18:44:00.000+01:002015-01-06T18:45:53.314+01:00Le fotografie delle vacanze<div style="text-align: center;">
<strong><em>Trekking sulla neve: Carona - Rifugio Calvi, 28 dicembre 2014
</em></strong></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
Salita lungo il sentiero estivo, discesa lungo il sentiero invernale
</div>
<br />
<center>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="488" src="//e.issuu.com/embed.html#1116639/10811134" width="650"></iframe></center>
<br />
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<strong><em>♫ Venezia, la Luna e tu ♫
</em></strong></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
Vacanze a Venezia, 3-5 gennaio 2015
</div>
<br />
<center>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="488" src="//e.issuu.com/embed.html#1116639/10811146" width="650"></iframe></center>
Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-32900623083957675852014-12-24T22:10:00.000+01:002014-12-24T22:10:40.192+01:00È di nuovo il momento degli auguri!<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
È già passato un altro anno, ed è di nuovo il momento degli auguri!
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimdJ8CPbSRrYcZvjyA6jQQUjd-ikLuxlMcaTx_ZvMrz2k-UgHQtwivjUlGuf-zCi8R48BfZ80etyz62JsZ5M7i8Bie8Ga1cMsuyu-34_SVabxrZiCBf0HIyFrfuofVWGO8HnOfukGWBRg/s1600/Pergamena+Buon+Natale.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimdJ8CPbSRrYcZvjyA6jQQUjd-ikLuxlMcaTx_ZvMrz2k-UgHQtwivjUlGuf-zCi8R48BfZ80etyz62JsZ5M7i8Bie8Ga1cMsuyu-34_SVabxrZiCBf0HIyFrfuofVWGO8HnOfukGWBRg/s1600/Pergamena+Buon+Natale.png" height="240" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Vi auguro un Sereno Natale e un 2015 in cui realizzare le vostre priorità! </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Sarah</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-48777101563621128822014-10-24T16:37:00.000+02:002014-10-24T16:37:30.333+02:00Chianti Trail 2014<div style="text-align: center;">
Chianti Trail - 18 km</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Castelnuovo Berardenga (Siena), 19 ottobre 2014</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Percorsi stupendi, organizzazione perfetta, giornata fantastica: semplicemente bellissimo!</div>
<br />
<br />
<center>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="394" src="//e.issuu.com/embed.html#1116639/9859649" width="525"></iframe>
</center>
<center>
<br /></center>
<center>
<br /></center>
Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-42420457220528111342014-09-05T17:21:00.001+02:002014-09-05T17:21:09.937+02:00My first IRONMAN 70.3 <h4>
Zell Am See-Kaprun, Austria, 31 Agosto 2014 </h4>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>La scelta</i></b> – Perchè è il momento giusto per provare il 70.3. Vorrei un evento grande, internazionale, con migliaia di persone da tutto il mondo, un po’ come la mia prima Maratona a Roma. Dove tutti sono benvenuti, e dove l’ultimo atleta è applaudito quanto il primo arrivato. Un evento sicuro, ben organizzato, dove non esistono macchine sul percorso. Meglio alla fine dell’estate, così ho modo di allenarmi e di riposare. E se poi c’è anche il “pallino”, mi gasa ancora di più!</div>
<br />
<center>
<table><tbody>
<tr><td></td><td></td></tr>
</tbody></table>
</center>
<center>
<table><tbody>
<tr><td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix-3lvAj3CtNX5xsRxNfbUxrFFWVz3EPByLseWdl9be656bSU_ieDgz3PlRu2Y6Sw0daVyrXIbNAI1F-SLlvFpzqtLk6HqMhVbSYr6a7DQuQIPPIgJMUzANKmw-8Ofs9AZYD9xKyJcADo/s1600/01+-+copertina.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix-3lvAj3CtNX5xsRxNfbUxrFFWVz3EPByLseWdl9be656bSU_ieDgz3PlRu2Y6Sw0daVyrXIbNAI1F-SLlvFpzqtLk6HqMhVbSYr6a7DQuQIPPIgJMUzANKmw-8Ofs9AZYD9xKyJcADo/s1600/01+-+copertina.png" height="239" width="320" /></a></div>
</td><td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgpTqdTuX81gaj1TVuznsT2UWkVeFdoCem-0hDjkA5OoJvRo28J9VS8y0SE7ifgqTOIDz-cVQm2728kkhyODOMRXdBPZ4SoBhQ-6yZ2_7hcruSHsiXw-HMS4pcYzDM0SbBcSvd_FnaN4A/s1600/02+-+webcam.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgpTqdTuX81gaj1TVuznsT2UWkVeFdoCem-0hDjkA5OoJvRo28J9VS8y0SE7ifgqTOIDz-cVQm2728kkhyODOMRXdBPZ4SoBhQ-6yZ2_7hcruSHsiXw-HMS4pcYzDM0SbBcSvd_FnaN4A/s1600/02+-+webcam.jpg" height="213" width="320" /></a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
</center>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b><i>La vigilia lunga due giorni</i></b> – Zell am See, cittadina del Tirolo austriaco a 750 m s.l.m. Arriviamo due giorni prima. Io e mio marito, unica persona con cui ho condiviso questo sogno, e che fin da subito mi ha dato fiducia. Non ne ho parlato con nessun altro, nemmeno con le persone più care, perché le loro preoccupazioni mi avrebbero resa titubante, quando l’unico pensiero da avere è la convinzione di potercela fare. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Piove, l’avevamo messo in conto. Il clima è fresco, ma si sta bene. Si ritira il pettorale, si cerca di capire come funziona qui l’organizzazione. Quanta gente, da tutto il mondo. Quanti giovani, in totale più di 2200 iscritti e 1500 volontari. Mi sento un po’ frastornata, per fortuna abbiamo preso un appartamentino sul monte, dall’altra parte del lago, presso un’azienda agricola, dove rifugiarsi in silenziosa tranquillità. Dal terrazzo si vedono le boe del percorso nuoto: sembra lunghissimo, meglio non pensarci e preparare la pasta al ragù. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quanti appuntamenti il giorno prima: l’affollato briefing, presentato da un tipo brillante e molto comunicativo, che dà utili consigli agli atleti mettendoli in guardia dai pericoli della pioggia sul percorso bici. Mi spaventa sapere dei due chilometri di salita al 15%, poi penso alle fatiche fatte sui pedali per arrivare fino a qui, e cerco di convincermi che ce la posso fare. Poi l’allestimento della zona cambio, sotto una pioggia che ha reso il campo di atletica una grande pozzanghera. Mentre mi dirigo verso il mio numero mi viene da piangere: ma come ho fatto ad arrivare fino a qui? A pensare di provarci? Già questo è un traguardo. Su, su, adesso bisogna concentrarsi sulla zona cambio. Appendo le mie sacche vuote: le riempirò prima dello start, domani non voglio indossare vestiti freddi e bagnati. Appendo la mia biciclettina, che si chiama Lady, e la copro con il suo telo giallo: è bella, con il suo robusto alluminio bianco tirato a lucido, non si fa intimorire dalle vicine sorelle in carbonio, o dalle crono con le antenne lunghe. A domani piccola.
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<center>
<table><tbody>
<tr><td></td><td></td></tr>
</tbody></table>
</center>
<center>
<table><tbody>
<tr><td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUZ908VXKysM5fDBJkTsR0dIigtFk48BeV28zIeK2jz2TWMRuuPg46RiR9fHkdhQXea4xKSZ3Fygfs20t7BLhG4cd42SmRUwuZiYMPo87ApxdNfdTMQxIKscu5u9itcj8GR6yWCSXXaL8/s1600/03+zona+cambio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUZ908VXKysM5fDBJkTsR0dIigtFk48BeV28zIeK2jz2TWMRuuPg46RiR9fHkdhQXea4xKSZ3Fygfs20t7BLhG4cd42SmRUwuZiYMPo87ApxdNfdTMQxIKscu5u9itcj8GR6yWCSXXaL8/s1600/03+zona+cambio.jpg" height="320" width="209" /></a></div>
</td><td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<b><i>La notte prima</i></b> - Qualche problema di pancia, risolto grazie alla brillante idea del marito di riempirmi una bottiglia con acqua bollente, da usare come una borsa dell’acqua calda. Funziona, e mi addormento con la bottiglia sulla pancia. Dopo qualche ora mi sveglio, sono sudatissima, mi cambio. Pensieri di ogni tipo mi scorrono davanti. Mi dicono che sono fortunata, che ho “buon tempo” se sono lì adesso, che sono lì per divertirmi, che devo solo ringraziare. Sgranando Ave Maria inizia ad entrare luce dalla finestra, fino a che non vedo più nulla, per gli ultimi minuti di riposo. </div>
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<b><i>Il giorno della gara</i></b> – Il suono della sveglia mi coglie di sorpresa, vorrei tornare a letto e non ho voglia di fare quello che ho da fare. Con un po’ di colazione pian piano mi sveglio. Il tempo è grigio, i vestiti scelti per le tre frazioni sono confermati. Ultime sistemazioni in zona cambio: riempio le sacche per T1 e T2, e carico la mia Lady con tutto quello che ci serve per i nostri 90 km in autosufficienza. Sembra un cavallo bardato per andare in guerra: due camere d’aria, due bombolette di CO2, la pompetta, la borraccia con i sali, la thermos Elite Deboyo con il tè caldo (che sembra il nocciolo di un ordigno nucleare), una borsina lunga e stretta sul telaio con un paio di gel e di barrette, e una borsetta sul manubrio dove tenere la giacca anti pioggia. C’è tutto. È ora di indossare la muta. L’attesa è lunga, e il neoprene mi tiene appena appena caldo. Ci sono 14 gradi. Ho freddo ai piedi, e la pancia ricomincia a brontolare: grazie ancora alla brillante idea del marito, che mi ha prestato le sue scarpe per tenermi al caldo. Partono le prime batterie, atleti pro e uomini. Per ultima la batteria delle donne, cuffie rosa. Saluto il marito, ora tocca a me. Mi avvio con le cuffie rosa verso la partenza, camminando in un freddo fango che mi fa battere i denti.
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<b><i>Prima frazione: 1.9 km swim</i></b> – Ecco il lago. Oggi il nuoto è un’incognita, chissà come va, ho nuotato solo due ore nel mese di agosto. Chissà questi occhialini nuovi se vanno bene, meglio stringerli ancora un po’. In acqua: pronti, via. Già le prime bracciate mi danno molta tranquillità. Il lago è piacevole, l’acqua è a 17 gradi, si sta bene, inizio a scaldarmi. Oh, finalmente mi rilasso. Ricordarsi due cose mentre si nuota: rollio e braccia alte. Ok, il movimento viene, vado avanti con poco sforzo. Come sono tranquille le atlete intorno, non sgomitano come nelle distanze più brevi. Le grosse boe gialle si vedono bene sullo sfondo grigio, la traiettoria è diritta. Non mi piace avere davanti i piedi di altri atleti, preferisco avere come riferimento le cuffie rosa a destra o a sinistra. Giro di boa, inizia il tratto di ritorno. Che bella questa nuotata, vorrei non finisse più. Le atlete si fanno fitte, siamo quasi all’uscita. Ecco, ci tocca uscire. Gentili i volontari, che ci prendono per un braccio e ci tirano su.
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</td><td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<b><i>T1 </i></b>– Di corsa sull’asfalto verso il campo di atletica, prendo la mia sacca e trovo un pezzo di panchina libera. Non riesco a togliere le maniche della muta, chiedo aiuto a una volontaria che gentilissima mi dà una mano. Appena la muta è tolta, un gran freddo mi piomba addosso. Mi siedo sulla panchina e le mie gambe iniziano a saltare da sole, sotto lo sguardo perplesso dell’atleta vicino. Per prima cosa indosso i gambali, e il tremore si ferma. Poi calzini, scarpe, manicotti, copertina della rivista del CAI sulla pancia, maglia ciclo, guanti, casco e occhiali. Quindi un gel e un sorso di tè caldo dalla thermos che avevo lasciato nella sacca. Lo stomaco ringrazia. Già che ci siamo, sosta rapida al TOI, che con questo freddo mi scappa già la pipì. Vabbè, ci avrò messo un quarto d’ora, ma ho riposato un attimo e sono pronta per la frazione per me più difficile. Andiamo Lady, adesso tocca a noi. </div>
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<b><i>Seconda frazione: 90 km bike, 900 m D+</i></b> – A giudicare dal numero di persone che mi stanno sorpassando, sdraiate sulla bici, devo aver nuotato bene. Fantastica la copertina della rivista del CAI sulla pancia, che mi tiene caldo nonostante la maglia bagnata dal nuoto. Belle queste strade, silenziose, in mezzo ai prati. Le mie gambe ci mettono un po’ a scaldarsi, dettano loro il ritmo di pedalata, e lascio fare. L’asfalto è ancora asciutto, per ora tutto bene, portiamoci avanti che tra poco sarà pioggia. Le gomme gonfiate morbide sono più lente rispetto a quando sono dure, ma tra poco avrò bisogno della massima sicurezza. Primi 20 km praticamente piatti, solo qualche saliscendi. Ad una curva in discesa i volontari dicono di rallentare, c’è l’ambulanza: un atleta l’ha presa dritta, ha scavalcato il guard rail ed è finito nel torrente sotto… Mamma mia… Iniziano i 15 km di salita. Si va su bene, pedalata agile, recupero un po’ di posizioni. Dobbiamo arrivare ai 1300 m s.l.m., e lassù è tutto grigio. Arrivano folate di vento freddo, che fanno cadere sulla strada foglie gialle: qui è già autunno! Inizia a piovere. Qualcuno indossa la giacca anti pioggia, io decido di proseguire fino alla cima, e di indossarla solo prima della discesa, quando avrò davvero bisogno di proteggermi dal freddo. Ecco un ristoro: passo avanti, ora non mi serve, ho tutto per gestirmi in autonomia. Un cartello indica l’inizio del tratto di 2 km al 15%. Pensavo fossero rampe ripide, intervallate da tornanti, invece no, ho davanti una strada praticamente dritta e ripidissima. Non mi alzo sui pedali, altrimenti non ho tratti in cui recuperare. Decido di procedere seduta, zigzagando. Molti atleti scendono dalla bici e la spingono su. No Sarah, per favore, resisti, se scendi ora non arrivi più, resisti e pedala. Ho il cuore in gola, la pioggia è aumentata e la strada è un ruscello. Non ho mai fatto così fatica sulla bici, questa salita non finisce più. Ma non li fanno i tornanti in Austria? Ultimi 500 metri, ultimi 100 metri, ecco la cima. Adesso pausa. Scendo dalla bici e indosso l’antipioggia, mi infilo in bocca una barretta e bevo quasi tutto il mio tè caldo. </div>
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Ora la parte più difficile, massima concentrazione. Inizia la discesa, ripida, con l’asfalto che è un ruscello. Sento subito una sbandatina della bici, devo procedere piano. Il ciclista di fiducia mi ha regolato le gomme morbide, alla pressione adatta per la pioggia, quindi ho la giusta aderenza. Un atleta mi sorpassa veloce, vai vai che io scendo con calma; passo la curva e me lo ritrovo per terra, dall’altra parte della strada, che si guarda i polsi… Proseguo la lunga discesa, mi sorpassano le ambulanze, vedo due biciclette parcheggiate senza atleti, qui si stanno facendo male. Ma che freddo fa… Mi tremano gambe e braccia, e la mandibola mi sbatte sui denti. Un pensiero lassù, a Colui che con la sua mano ha vegliato su tutti i miei allenamenti solitari in bici, nei sabati “ore 6 sui pedali”, facendomi tornare a casa sana e salva, facendomi conoscere in allenamento cosa significa avere una congestione in bici lungo una discesa, e facendomi capire come evitarla (copertina di rivista sulla pancia, bere solo bevande calde). Stendi la tua mano anche questa volta, proteggimi dai pericoli di questa discesa sotto la pioggia. Se mi hai protetto fino a qui, so che vuoi che raggiunga il traguardo. Finalmente la discesa finisce, e riprendo a pedalare, scaldandomi. Altre ambulanze mi sorpassano, più avanti un atleta in body è sdraiato a terra, tremante, assistito dai volontari. Non voglio finire in ambulanza, voglio arrivare alla corsa. </div>
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La pioggia non si ferma, ma ora il percorso è tranquillo, tutto praticamente piatto, solo qualche saliscendi. Non vedo altri atleti davanti, e questo mi rallenta nei centri abitati, dove vedo in lontananza le strade sbarrate e capisco solo all’ultimo se girare a destra o a sinistra. I cartelli indicano prima il 60°, poi il 70°km. Sono stanca, ho finito il mio tè con un gel, ora sorseggio la borraccia con i sali tendendomeli in bocca un po’ per scaldarli, prima di mandarli giù. Giro di boa, e nel tratto di ritorno vedo che dietro di me ci sono parecchi altri atleti. Le gambe sono stanche, e non hanno voglia di tirare di più, perché stanno pensando che dopo devono correre 21 km. Cartello dell’80° km: la testa è stanca, ho voglia di mettere giù la bici, indossare i vestiti asciutti, bere il mio tè caldo e iniziare a correre. Dai Lady, siamo quasi arrivati. A proposito, hai notato che su queste strade austriache non abbiamo trovato buche?
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<tr><td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<b><i>T2</i></b> – Come appoggio i piedi a terra, sento forti fitte alle gambe. Cammino fino alla zona cambio, chi se ne frega, devo riposare un po’. Poso la bici, la guardo: sei stata brava! Sosta TOI, che con questo clima mi scappa ancora la pipì. Prendo la mia sacca, tolgo gambali e manicotti, sento con piacere calzini asciutti e scarpe morbide. Indosso il mio abbigliamento collaudato nelle numerose maratone sotto la pioggia: maglia di fiducia, cappellino e pettorina. Quindi un gel e un sorso di tè caldo dall’ennesima thermos che avevo lasciato anche in questa sacca. Lo stomaco ringrazia ancora. Una volontaria, mi pare la stessa che mi ha aiutato con la muta, mi osserva mentre bevo, e mi dice “sehr gut”. Le sorrido, immagino che non abbia visto tante thermos tra i triatleti… Per stare nei tempi limite fissati per nuoto + bici, so che dovevo partire a correre alle 15:30. Al polso ho il mio “everyday watch”, uno swatch ultrapiatto che non sento indosso: guardo le lancette, sono le 15:30 precise! Appena in tempo! Via! </div>
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<b><i>Terza frazione: 21 km run</i></b> – Relaaax! Oh che bello, adesso non devo stare attenta più a nulla, non importa se piove, la testa può andare in standby, e le gambe vanno avanti da sole. Vedo il mio marito, yeee! Inizio il percorso sul lungo lago, ci sono tanti atleti che corrono. Sono ben coperta, forse troppo in questo momento, ma ho da correre almeno due ore, e mi verrà a trovare la stanchezza, che mi farà sentire freddo anche quando freddo non fa. Finalmente bevo a tutti i ristori, sempre poco per volta e tenendo in bocca un po’ per scaldare, prima di mandare giù. Sorpasso diversi atleti, qualcuno sembra davvero sofferente. Io sto bene, le gambe vanno da sole al ritmo che decidono, sento che sto corricchiando con il mio passettino tranquillo, quello del Geco, quello che ha fatto le ultra, quello che va piano ma non si ferma più. Mi abbandono ai miei pensieri, mi rivolgo lassù e ringrazio Colui che mi dato l’opportunità di correre per questo traguardo, dopo anni difficili. Penso che la cosa più importante che ho imparato dallo sport è saperci rinunciare, per poi riprenderlo appena possibile. Lezione che tornerà utile nella vita. Sarah, ancora un po’ di concentrazione, che stai facendo una mezza, anche se ormai non senti più lo scorrere del tempo. Spugnaggi, ristori, primo giro, gel, secondo giro. Si alza un vento freddo e la pioggia aumenta: adesso sì che sento volentieri tutto il mio abbigliamento! Manca davvero poco, ma pensa te, sto arrivando, vuoi vedere che ce l’ho fatta? Gli ultimi cento metri me li voglio proprio godere, non capiterà un’altra volta! Il pubblico che applaude, lo speaker che mi dà il cinque, che festa, che bello, finisher! Ce l’ho fatta!
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</td><td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<b><i>E poi…</i></b> - La medaglia, le foto… Ritrovo il marito e lo ringrazio, perché senza di lui questa avventura non potevo nemmeno sognarla. Ora posso raccontare la mia avventura. È stata dura, soprattutto arrivare all’evento e gestire le condizioni per me difficili. Il fisico ha risposto bene, anzi, ha recuperato meglio lo sforzo fatto con questo clima che gli allenamenti svolti al caldo nei mesi scorsi, che mi hanno “sballato” non poco l’equilibrio di liquidi e di pressione. Sento di aver raggiunto un traguardo importante, di quelli che lasciano il segno nella vita. Sento di aver raggiunto il mio limite in questo sport. Sento che adesso posso davvero voltare pagina. E poi… ci sarà un’altra avventura da raccontare…
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</td><td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjmsGogqZpXmiGDyBoRqfZ9FK1Oqc4ZVdgOcScSUboSqf3xmPHRc2SStmtF4hDacLI3QnBz_ceYiLIsAVz1UiLIlt6BKE6Zs-rI9WZNTDGZswhJ7yGL7o3WKcbO2owTFSKV5vncpzHuqw/s1600/14.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjmsGogqZpXmiGDyBoRqfZ9FK1Oqc4ZVdgOcScSUboSqf3xmPHRc2SStmtF4hDacLI3QnBz_ceYiLIsAVz1UiLIlt6BKE6Zs-rI9WZNTDGZswhJ7yGL7o3WKcbO2owTFSKV5vncpzHuqw/s1600/14.png" height="320" width="310" /></a></div>
</td><td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpj8KEVQP93KMsbyWReJXspGzM-mAklQvQD0WmVFjqSge8Lo4e0WNW8kFvmfZNZdhkh3wO5lzAlrrsJLtO2bDrsK4fotFmsJCfdAzW3wV29cufNZFWisPKNkzn8PsmeL7z_HZFBJrdLH4/s1600/15.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpj8KEVQP93KMsbyWReJXspGzM-mAklQvQD0WmVFjqSge8Lo4e0WNW8kFvmfZNZdhkh3wO5lzAlrrsJLtO2bDrsK4fotFmsJCfdAzW3wV29cufNZFWisPKNkzn8PsmeL7z_HZFBJrdLH4/s1600/15.png" height="247" width="320" /></a></div>
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Ecco il fotoracconto!<br />
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Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-3380904248804956284.post-82355815593511094752014-08-08T13:29:00.000+02:002014-08-08T13:29:13.147+02:00Moto tour 2014 – l’Appenino Tosco-Emiliano<div style="text-align: justify;">
Splendido giro in moto di tre giorni sugli Appennini, in compagnia di amici bikers. </div>
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L’andata nell’Appenino Piacentino, lungo il Cammino degli Abati, da Bobbio a Pontremoli, attraversando la Val Tidone, la Val Trebbia, le Valli del Nure e del Ceno, con il bellissimo Castello di Bardi. Paesaggi meravigliosi che aprono gli occhi e restano nel cuore. Quindi la Val di Taro e l’arrivo a Pontremoli, e da qui la discesa in Lunigiana e Versilia. Il ritorno da Lucca, risalendo l’Appennino Tosco-Emiliano fino all’Abetone. Emozionante per me ripercorrere quella salita, e bellissimo leggere sul viso dei compagni di viaggio l’affascinato stupore per quegli alberi così alti, così magici. Quindi la discesa nel Frignano fino a Modena, e da qui il rientro a casa. In totale più di 800 km per i nostri bravi bikers. </div>
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Tappe scandite da ottime pause di degustazione delle specialità culinarie della cucina piacentina, parmense, toscana e modenese. Che prelibatezze! </div>
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Tre giorni bellissimi: vagabondare per stradine appenniniche e paesaggi stupendi, gustare piatti squisiti, e tante risate in ottima compagnia! Grazie bikers per aver portato in sella anche le vostre compagne! Alla prossima!
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Sarah Burgarellahttp://www.blogger.com/profile/12008009050551951570noreply@blogger.com0