Eccomi di ritorno da Dublino. Un'occasione last minute trovata dai miei compagni di Squadra, per accompagnarli come turista alla loro Maratona e fare una breve vacanza in Irlanda, senza pensare più a Venezia. Grandi! Che idea!
E' la prima volta che vivo una Maratona dall'altra parte. Dal fiume di Runners in O'Connel Street al km 2, all'arrivo in Merrion Square, in una limpida e fredda mattinata dubliner. Noi tifosi, puntuali poco prima delle 2 ore, prendiamo posizione a pochi metri dalla finish line, bandiera dell'Italia in mano e voce pronta per incitare i nostri ragazzi a tagliare braccia al cielo il traguardo. Pochi minuti e arrivano i Top. E poi, uno per uno, tutti i Runners.
Quelli da meno di 3 ore, che ricordano certe discussioni lette sui blog, e che fanno immaginare i loro autori. Il primo della nostra Squadra, 3 ore e 13, ed un minuto dopo l'amico-rivale, siete grandi! L'altro si aspetta per le 3 ore e mezza, l'altro ancora per le 3 ore e 40, urlando sopra la folla perchè riescano a sentire, e sentono! Il tempo di sorridere e di lanciarsi verso la finish line.
Ma adesso deve arrivare quell'amico Runner, è allenatissimo, vuole scendere sotto le 4 ore, dov'è? Eccolo! Dai! Il tabellone segna 4:00, forza che con il real time sei sotto! Ce l'hai fatta! L'emozione più grande della Maratona vista dall'altra parte, e mi ritrovo lì con una gran voglia di abbracciarlo, quasi come un cane che vuole fare le feste, e con una sportiva pacca sulla spalla "Complimenti, sei grande!". Strane emozioni riserva la corsa!
E poi quelli da 4 e 15, 4 e 30, 5, 5 e 15, ecco l'ultimo compagno di Squadra, forza! Bravissimo, dopo mesi di sosta per quel ginocchio.
Quante ore passate lì, noi tifosi, al freddo e inchiodati alla postazione guadagnata, eppure il tempo è corso via veloce, come i nostri Runners. Torniamo tutti alla base, chi con il nastro della medaglia al collo e chi con il filo di voce rimasto, felici. Cosa c'è di bello quanto la corsa se non l'umanità che sa regalare.
Questo è il nodo celtico, o Celtic Knot, che mi sono regalata come ricordo di Dublino. Le sue linee si intrecciano senza inizio nè fine: sono simbolo di crescita spirituale e amore eterno. E ricordano pure le strade che vogliamo correre, con uguale spirito.
Brava, bel racconto...e chissà che emozione anche se "dall'altra parte"!
RispondiEliminaCiao Alessandro, fa sempre piacere parlare con qualcuno che può capire! A presto, e buona corsa! :)
RispondiEliminaa me ha intrigato molto il nodo celtico..una bella avventura..spero tu abbia fatto tante belle foto..ciao
RispondiEliminacara Sarah non ricordo neanche più come sono arrivato sul tuo blog che comunque inserisco tra i miei preferiti perchè ogni maratoneta è mio amico
RispondiEliminaantonio
Ciao Sarah ti scopro ora dal blog di Monica, talvolta far da spettatore apre nuove prospettive e fa nascere nuovi stimoli.
RispondiEliminaA breve sarai nuovamente protagonista :-)
Ciao Sarah, anch'io scopro ora il tuo blog, complimenti per il racconto e per aver dato vita al tuo blog e non ultimo per la passione che condividiamo con tanti altri amici runner. Ti ho linkato nei blog personali.
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