mercoledì 21 dicembre 2011

Il momento degli auguri

Ormai 3 mesi di inattività, a cui ne seguiranno ancora altri, per il ritorno di una “deformazione” ancora più stronza della prima. La deambulazione è compromessa, la posizione seduta e quella alla guida sono dolorose – la giornata lavorativa. L’unico gesto sportivo che riesco a compiere è il movimento delle braccia in acqua, trascinando immobile il resto. In questo periodo non ho voglia di condividere in rete, vorrei solo ritrovare una normale quotidianità. Ma questo è il momento degli auguri, quindi vi saluto Blogtrotters,

Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo

mercoledì 19 ottobre 2011

Il verdetto della carrozzeria

GAME OVER

Spero di poter ricominciare con qualche attività sportiva il prossimo anno.

Ognuno ha il fardello della carne che si ritrova ad abitare.

Saluti Blogtrotters, passo e chiudo.

giovedì 29 settembre 2011

La Mezza Maratona di Bergamo

Bergamo, 25 settembre 2011

Era dal novembre del 2009 che non indossavo un pettorale FIDAL: era da due anni che non partecipavo ad una gara di corsa. Poi un 2010 di infortunio, senza corsa, e un 2011 di lenta ripresa grazie alle altre attività sportive che mi hanno permesso di realizzare una bella stagione di triathlon. Ora è il momento di tornare a correre, e quale migliore occasione della Mezza Maratona della mia città. Anche se le gambe erano ancora stanche dall’olimpico della domenica precedente, nonostante la settimana di riposo: non potevo mancare!

Una mezza per le vie cittadine per l’occasione chiuse al traffico. Il clima ancora molto caldo per correre: mi sono fermata e innaffiata a tutti i ristori, a cominciare dalle spugne del secondo chilometro... La cosa più bella di questa gara è stato esserci, e ritrovare sul percorso tantissimi amici del mondo running. La carrozzeria ha retto bene: un po’ di generale mal di gambe, non più abituate a stare tanto tempo sul duro asfalto, ma per il resto tutto ok. Si può provare ad allungare la distanza, per ora senza pretese di tempo. Saluti Blogtrotters, alla prossima!



giovedì 22 settembre 2011

Il Triathlon Olimpico di Lido delle Nazioni

Lido delle Nazioni (FE), 18 settembre 2011

Alla vigilia del mio secondo triathlon su distanza olimpica, una meritata visita alla città di Ferrara: gioiello del Rinascimento, bella e tranquilla, con i suoi rossi mattoncini e le sue biciclette. Il Duomo, il Castello degli Estensi, il monumento a Girolamo Savonarola con il suo messaggio quanto mai attuale, il Palazzo dei Diamanti. La visita prosegue poi nelle campagne del Delta del Po: vasto e silenzioso paesaggio agricolo che si estende a perdita d’occhio e che induce alla calma. Alla sera l’arrivo nell’antica Locanda, con la sua deliziosa cucina e tutti quegli oggetti strani, a ricordo di un tempo che fu, e che ancora oggi è.

Numerosi gli atleti raccolti sulla spiaggia del Lido delle Nazioni per l’edizione 2011 dell’Irondelta, triathlon su distanza olimpica. Si alza un forte vento, segno che il tempo reggerà solo per qualche ora. Prima la partenza degli uomini, dopo un quarto d’ora quella della donne.

Prima frazione – 1500 m nuoto. Al fischio si corre in acqua e ci si lancia in mezzo agli spruzzi, come tanti cani eccitati per un gioco “allo stato brado”. Senza muta, con la temperatura dell’acqua del mare di fine estate non serve. Il percorso è impegnativo: prima ci si sposta un poco verso il largo, poi si segue una linea retta parallela alla spiaggia lunga più di un km, poi si torna sulla spiaggia in un punto diverso dalla partenza. Il tratto più lungo è tutto contro corrente: non è una corrente profonda, la superficie dell’acqua è spostata dal vento. Non riesco a tenere una direzione: la corrente mi sposta indietro e al largo, lontano dalle boe. Nell’ultimo tratto strani esseri marrognoli, spugnosi e viscidi, mi accarezzano le braccia e le gambe: meglio non pensare e andare avanti! A grande fatica esco dall’acqua e termino la frazione: non finiva più!

Seconda frazione – 40 km bici. In zona cambio si scambiano due chiacchiere nel gruppetto di donne che come me ha faticato parecchio per uscire dal mare. Un breve ristoro e si parte per la seconda frazione: due giri da 20 km nelle campagne del Delta. Un percorso interamente chiuso al traffico: fantastico, posso pedalare sulla strada senza preoccuparmi delle auto, gran bella organizzazione per questa gara! Il vento non esita a farsi sentire: le raffiche laterali mi fanno tenere stratta la mia Lady sull’asfalto irregolare. In alcuni tratti sento il vento dietro, che alleggerisce la pedalata. Nel lungo rettilineo di ritorno il vento è contrario e le gambe fanno una gran fatica a spingere sui pedali. Nella media tengo più o meno i 30 km/h, per me va benissimo così.

Terza frazione – 10 km corsa. Un altro breve ristoro in zona cambio e si comincia a correre. Finalmente! Che piacevole senso di liberazione, sentire solo il leggero picchiettio dei piedi sull’asfalto, sotto le morbide Kinvara. Mi rilasso, adesso so che posso arrivare alla fine trotterellando sull’anello di percorso da ripetere 4 volte. Incrocio volti segnati dalla fatica e respiri in affanno. Io procedo tranquilla: le mie gambe hanno deciso il loro passettino e quello è, così mi resta pure il fiato per scherzare con lo speaker e con il caloroso pubblico, davvero unico per la sua partecipazione. Il cielo è diventato grigio e in breve si scatena un forte acquazzone: sembra di essere sotto la doccia, in certi tratti non riesco a tenere gli occhi aperti, ma è divertentissimo! Le scarpe inzuppate si fanno ancora più morbide per i due giri che restano. Finalmente il traguardo: finisher al mio secondo triathlon olimpico!

Meritato ristoro: ma quanto è buona la vera piadina romagnola! Uno sguardo ai tempi impiegati, dato che in gara non porto l’orologio: nuoto e bici come mi aspettavo, una sorpresa invece la corsa, dove pensavo di avere un ritmo molto più tranquillo. Di seguito le cartoline del bellissimo fine settimana trascorso insieme a lui, grande sostegno nelle mie “imprese” e abile fotografo nel cogliere “gli attimi”. Si chiude così, con grande soddisfazione, la mia prima stagione di triathlon: uno sprint e due olimpici. Per il Geco, ora è giunto il momento di tornare a correre. Arrivederci Blogtrotters, alla prossima!

giovedì 1 settembre 2011

Diario d’agosto

La montagna protagonista del mese d’agosto: un po’ perché è il periodo ideale per le escursioni estive, un po’ perché rappresenta una sana via di temporanea fuga da questo mondo in caduta libera. Bellissime escursioni sulle Orobie bergamasche e prove di corsa in montagna: ecco qualche cartolina dalle uscite più belle! Segue il diario d’agosto, con un deciso rientro alla corsa in una 21 km “come ai vecchi tempi”. Alla prossima by Sarah




martedì 2 agosto 2011

“C’ero anch’io”

Ranzanico (BG), 31 luglio 2011

Sì, “C’ero anch’io” alla corsa non competitiva che porta questo nome e che si svolge tutti gli anni a fine luglio a Ranzanico, piccolo paese che dalle montagne della bergamasca Val Cavallina si specchia nel Lago d’Endine. Bellissimi posti vicino a casa che non avevo mai esplorato come solo i percorsi delle non competitive sanno fare. Decisa a conoscerli per bene e registrando il tutto con il gps per tenerne traccia, ho fatto il percorso dei 22 km, consapevole che sarebbero stati molto duri e non curante né del fatto che ci fossero sky-runners che li prendevano come allenamento, né che l’ultima 20 km, pure pianeggiante, l’avevo corsa lo scorso novembre, e da allora solo brevi corsette di al massimo un’oretta. Volendo ritrovare il piacere nella corsa, solo una lunga uscita esplorativa su e giù per i monti poteva solleticarmi la curiosità e farmi ritrovare la voglia. Ed è stata pure utile per testare se ora la carrozzeria regge. Percorso molto duro e molto bello, i dettagli nell’immagine del Garmin Connect. Impagabile la vista del lago dalla cima più alta. La carrozzeria ha retto bene, anche se ha preferito le salite, sebbene durissime, e non ha gradito per nulla le discese. In altre parole: buono l’allenamento muscolare concentrico ottenuto con la bici, ma ho sentito la mancanza dell’allenamento muscolare eccentrico tipico del gesto della corsa. Ora aspetto che passi il DOMS. Un saluto ai Blogtrotters, alla prossima!

giovedì 28 luglio 2011

La Medio Fondo Fabio Casartelli

Albese con Cassano (CO), 24 luglio 2011

Nuovo allenamento per la multidisciplina, questa volta sulle due ruote: la Fabio Casartelli, gara di medio fondo sulle colline del triangolo lariano. Manifestazione tranquilla: sarà per la sua partenza alla francese, che significa libera in una fascia oraria prestabilita, sarà perché non prevede una classifica d’arrivo, ma i gruppi di ciclisti che vi hanno preso parte sembravano pronti per una pedalata in compagnia su un percorso da gustare, piuttosto che per una gara. Mi sono iscritta al percorso corto, 58 km senza salite famose come Ghisallo o Sormano per i percorsi medio e lungo: l’obiettivo era per me riuscire a stare al passo dei ciclisti su una distanza funzionale alla multidisciplina. Appena partita ero come sempre un po’ titubante in sella alla mia Lady, con le gambe che sarebbero andate di più di quanto il timore della strada mi frenava in quel momento: auto, rotonde, incroci, semafori, marciapiedi, gallerie... Un grazie all’organizzazione che ha ben presidiato i punti più critici. Poi le colline meno trafficate e l’obiettivo di non staccarsi da qualche gruppetto di ciclisti hanno sbloccato un po’ di tensione: perdevo posizioni in discesa, sebbene mi lanciassi fino ai 40 km/h, poi ne riprendevo alcune nei tratti pianeggianti o in salita. Il percorso era mosso, un saliscendi con continue variazioni, molto bello; la giornata limpida rendeva spettacolari i riflessi dei laghi e la vista delle montagne sopra Lecco. La salita più impegnativa (da Onno a Valbrona per chi è della zona) era un 6% di 5 km. È stata un’esperienza positiva, con un risultato migliore rispetto alla prima gran fondo a cui ho partecipato lo scorso marzo. Un’ultima nota: non sapevo chi fosse Fabio Casartelli, e allora ho chiesto a Wikipedia… Sono contenta di aver partecipato alla gara in suo ricordo.

martedì 19 luglio 2011

La mia prima gara di nuoto

Trofeo Lago Montorfano (CO), 16 luglio 2010

Ebbene sì, esistono anche le gare di nuoto! Dopo aver conosciuto i podisti, i triatleti e i ciclisti, avevo la curiosità di conoscere anche i nuotatori e mi sono iscritta come amatore alla gara di nuoto “Trofeo Lago Montorfano”, del circuito Principe dei Laghi 2011. La gara prevedeva per gli amatori un percorso di 1,5 km, ovvero il giro del lago, mentre per i tesserati FIN un percorso di 3 km, cioè due giri come il precedente. Prima la partenza dei tesserati, un piccolo gruppetto di nuotatori agonisti. Terminata la loro prova, ecco al via gli amatori: un folto gruppo, almeno un centinaio di persone, nel quale si potevano riconoscere molti triatleti venuti come me per un allenamento in lago. In questo tipo di gare è obbligatorio indossare una boa legata in vita, con scritto il numero del concorrente. La mia partenza è stata come sempre prudente, nelle retrovie, seguita poi da una bella nuotata in progressione che mi ha fatto recuperare diverse posizioni. Il percorso era a triangolo: questo significa che ciascuno dei tre lati è lungo, e che la boa da raggiungere appare come un piccolo puntino giallo lontano, che si fa quasi fatica a vedere! Ho concluso bene la prova e sono stata contentissima! All’uscita dall’acqua avevo pure male alle braccia… hanno lavorato! Tempo impiegato… non porto l’orologio, aspetto le classifiche! L’ambiente dei nuotatori mi è piaciuto: gente tranquilla, mi sembrava di essere tra i podisti delle non competitive, esperienza che si può ripetere! Mille mila grazie a lui, sempre presente nelle mie grandi piccole imprese e autore delle bellissime fotografie ricordo! Alla prossima!

giovedì 14 luglio 2011

Vacanze a Rodi

Alla scoperta dell’isola: i resti delle antiche città greche, Rodi città dei Templari
Bellissime nuotate in mare, al largo, inseguendo i pesci
Lunghe camminate sulla spiaggia di ghiaia
Il caldo Sole del Mediterraneo
Una corsetta lungo il mare
Le belle sere d’estate
Alla prossima!

by Sarah

martedì 28 giugno 2011

Il Triathlon Olimpico di Ivrea

Ivrea (TO), 26 giugno 2011

Alla vigilia del mio primo triathlon su distanza olimpica la situazione non è delle migliori, con una decina di giorni senza allenamento a causa di una brutta enterite prima e di una fastidiosa sinusite con raffreddore e mal di gola poi. Il verdetto del venerdì dice antibiotici, il sabato la gola migliora, ma il resto rimane così così: ok, andiamo e proviamo. Fatico a realizzare che l’indomani ho una gara: sarà la stanchezza, ma non ho nemmeno le energie da spendere per la tensione pre-gara. Ivrea è una bella cittadina, la verde campagna del Canavese è meravigliosa. Dev’essere bello pedalare e correre da queste parti. L’alloggio nella villa del Primo Novecento è fantastico: ampi e bellissimi ambienti, arredati con gusto, per una cenetta tranquilla e una notte di riposo. Qualche difficoltà a respirare, ma il mio compagno previdente mi ha preso lo spray di Rinazina: qualche spruzzata, finalmente respiro e mi addormento. La mattina mi sento meglio: dai, ci proviamo.

Circa 400 atleti per la prima edizione del Sirio Tri Race, triathlon su distanza olimpica con frazione di nuoto nel lago Sirio. Lo scenario attorno è bellissimo, la giornata si preannuncia soleggiata e calda. Gli organizzatori annunciano che nella prima batteria partiranno atleti elite e donne e nella seconda batteria gli uomini age group. Mi preoccupa un po’ quell’orda che arriverà in acqua alle spalle, ma non c’è più tempo per pensare, è ora di partire.

Prima frazione - 1500 metri nuoto. L’impatto con l’acqua del lago è molto piacevole: non ha quel classico odore dell’acqua di lago, ha un profumo leggero, è chiara, per questo il lago Sirio è considerato il più pulito d’Italia. La frazione prevede il giro del lago. Punto la prima boa gialla e riesco e tenere la traiettoria diritta, raggiungo un paio di donne e procedo vicino a loro, vedere un’ombra umana nell’acqua è comunque una compagnia. Alle boe successive arrivo un po’ larga e cerco di aggiustare la traiettoria stringendo un po’ il giro. Da dietro cominciano ad arrivare gli age group: non voglio trovarmi in una tonnara e mi sposto di nuovo all’esterno. I nuotatori davvero forti passano vicino senza sfiorare, come delle anguille. Quelli meno bravi danno qualche manata: appena mi sento toccare i piedi scalcio più forte, in modo da far capire che “qui ci sono io”, così si spostano a lato. Arrivo nel gruppo fino alla piattaforma di uscita, dove gli organizzatori ci danno una mano a salire: gentilissimi, grazie! Mi dirigo alla zona cambio con fastidiosi capogiri: sarà la sinusite, ma meglio muoversi con calma. La scorta di fazzoletti, un primo ristoro, e si può partire in bici. I corridoi della zona cambio sono molto stretti e affollati, per uscire prendo in braccio la mia Lady e la porto fuori scavalcando le rastrelliere, attenta a non scivolare con le scarpette da bici.

Seconda frazione - 42 km bici. Bentrovata Lady! Già alle prime pedalate, le prime difficoltà: un discesa sul pavè. Scendo piano, la mia Lady trema tutta, fatico a tenerla e mi fanno male le mani. Finalmente l’asfalto. Nei primi km di pianura recupero un paio di posizioni: oggi le gambe girano bene, da subito, sarà per il lungo riposo forzato! Mentre alla scorsa gara riuscivo a tenere i 30 km/h solo in scia, oggi pedalo a 32 km/h da sola, senza particolare fatica. Le campagne del Canavese sono bellissime e le strade chiuse al traffico permettono di gustarsi appieno la pedalata. Verso metà percorso una salita di circa 4 km al 10%, impegnativa. Poi la discesa, affrontata a 30 km/h, che per me significa “lanciata”, data la paura che mi fa! Il bello viene dopo, su un tratto pianeggiante dove riesco a lanciare la mia Lady fino ai 42 km/h, divertendomi come un bambino e recuperando qualche posizione persa in discesa. I saliscendi nei piccoli paesi sono molto piacevoli, anche per il caloroso tifo degli abitanti dei piccoli borghi. I km scorrono veloci ed eccomi di nuovo in zona cambio. Chiedo gentilmente permesso tra le rastrelliere, ma il passaggio tra le bici si fa troppo stretto e prendo di nuovo in braccio la mia Lady per portarla al suo posto. Nuova scorta di fazzoletti, un secondo ristoro e via, pronti per la frazione di corsa.

Terza frazione - 10 km corsa. Ecco perché in bici si stava bene e non si sentiva nemmeno l’aria… Che caldo! Il sole è nel suo punto più alto, dev’essere mezzogiorno. All’impatto con il terreno le gambe sono un po’ stanche , fortuna che ai piedi ho le Kinvara, morbidelle e rimbalzine! Il percorso non ha un metro piatto, è tutto un nervoso saliscendi. Sento il caldo, la stanchezza, poi penso agli amici runners che nello stesso momento stanno affrontando gli ultimi 17 km di salita all’Abetone: stringere i denti ed andare avanti. Il ricordo di quei momenti di crisi vissuti nella ultra, quando ci si trova faccia a faccia con la sofferenza, è di grande aiuto nella gestione di questi momenti. Mi accorgo che, senza saperlo, ho ingranato quello stesso passettino che avevo nelle lunghissime distanze: più lento trotterellare che correre, ma ho la certezza che questo mi porterà fino al traguardo. Sorpasso alcuni uomini, grandi e grossi, alti, con le spalle larghe, che camminano: capisco che questa è una frazione di testa, non di muscoli. Sento i brividi nella schiena, oltre a qualche capogiro: questi sono gli scherzi del caldo, procedo a zig zag ricercando ogni minima ombra sulla strada, ai ristori bevo molto e mi bagno la testa, il collo, i polsi. Apprezzo l’organizzazione della gara: i volontari sono a tutti gli incroci per indicare la strada, con parole di incitamento a cui rispondo ringraziando. Ecco l’ingresso al centro storico, finalmente in ombra! Le gambe sentono aria di arrivo e aumentano il ritmo, superando altri atleti in crisi che camminano. L’ultima curva, ed ecco il traguardo! Finisher al mio primo triathlon olimpico! Me lo merito: oggi sono stata brava, non era per nulla facile. Il tempo finale non lo so, non porto l’orologio, a cosa mi servirebbe? Aspetto le classifiche.

L’abbraccio al mio compagno, che ringrazio per tutto il sostegno e l’aiuto nel realizzare le mie piccole grandi imprese, oltre che per le bellissime fotografie a ricordo di questa bella avventura. Squisito pranzo a base di pesce al ristorante sul lungolago, oggi più che meritato.

Il giorno dopo. La risposta del fisico è positiva. Le gambe stanno molto bene, sono sorpresa. Mi fanno male le braccia: sarà per il nuoto o piuttosto per tenere le redini della bici sul pavè. Sento una generale stanchezza. Il raffreddoraccio c’è ancora, ma ora ha tutto il tempo per guarire: per le prossime due settimane riposo assoluto, compreso qualche giorno di vacanza al mare. Il Geco è stanco e vuole riposare: vi saluta scodinzolando e vi lascia le fotografie della gara e la tabellina di giugno. Arrivederci al mese prossimo!



lunedì 13 giugno 2011

In MTB sulle colline senesi

Montepulciano (Siena), 2 – 5 giugno 2011

mercoledì 1 giugno 2011

Un altro punto di vista

    Una domenica diversa, un’esperienza curiosa e piacevole: con lui alla festa di fine anno della sua squadra di pallavolo. Un tantino di imbarazzo iniziale, nello stringere la mano a ragazzoni di almeno un metro e ottanta… Mi sembravano quasi tutti uguali: alti alti, spallati ma non troppo, gambine secche secche…
Durante il prelibato pranzo i loro discorsi mi incuriosivano. Abituata ai momenti conviviali con la squadra di atletica, o quella di triathlon, ho sempre sentito raccontare dei propri traguardi raggiunti e dei prossimi obiettivi: “Quest’anno ho fattosono andato… L’anno prossimo voglio fareparteciperò a…”. Mi è sempre piaciuto ascoltare queste storie. Questa volta invece i discorsi erano diversi: “Abbiamo fattoCi siamo classificati… L’anno prossimo prendiamo in squadrachiediamo aIscriviamoci a quel torneo… ci serve…”. Un gruppo di amici con tanta voglia di giocare insieme. Nessuno stonava al di sopra degli altri: “Altrimenti perdiamo!”. Raccontando in poche parole la mia esperienza sportiva, mi sono trovata di fronte a sguardi perplessi: “Praticamente, una continua sfida ai propri limiti?” Beh, sì, è questo il gioco! Due modi diversi di vivere lo sport: un gioco di squadra o una questione individuale, la condivisione di un obiettivo comune, vissuta con allegra complicità, o la perenne ricerca di se stessi, rispecchiata nella fatica dei traguardi raggiunti.

Beh, sì, la mia è una questione individuale… E andrò volentieri a vedere le loro partite! Già che ci sono,ecco il resoconto delle attività di maggio. Saluti Blogtrotters, alla prossima!

giovedì 26 maggio 2011

Il mio primo triathlon

Recetto (NO), 22 maggio 2011

La mia prima gara di triathlon, una bellissima esperienza. Mi sono divertita tantissimo, e ho imparato un sacco di cose. La scelta sulla distanza sprint a Recetto, piccolo comune della verde pianura piemontese. Prima frazione – 750 m nuoto: bella, molto bella. Ritmo tranquillo, obiettivo non stancarsi, minino numero di bracciate e massimo scivolamento sull’acqua, sensazione piacevole. Seconda frazione – 25 km bici: il paesaggio attorno bellissimo, in mezzo ai campi. Per la prima volta ho provato la scia: caspita, se funziona! Merito di una ragazza dalla pedalata forte, a cui non sono riuscita a dare il cambio ma solo a stare a ruota. Sarà per la prossima volta. Non sento di avere un buon controllo del “mezzo”, la mia Lady: su questa disciplina ho da lavorare parecchio! Terza frazione – 5 km corsa: finalmente, una liberazione. Percorso bellissimo attorno al lago, su piacevole sterrato riposa-gambe: nessun dolore alla carrozzeria, bellissimo senso di libertà. E il recupero di qualche posizione: la frazione migliore, anche sotto il caldo sole di mezzogiorno. Finisher!

Bellissimo affrontare la gara a polsi liberi: senza alcun riferimento temporale, senza sapere quanto tempo è trascorso – a cosa serve? L’indomani ho visto i risultati con i tempi: 1h35’, sono molto contenta! E se penso che un anno fa, proprio in questi giorni, pranzavo alla scrivania, perché non riuscivo a camminare dall’ufficio alla mensa… mi rendo conto di essere davvero felice! Un ringraziamento particolare a lui, che con la sua presenza e la sua tranquillità mi è di grande sostegno e mi aiuta a realizzare i miei grandi piccoli sogni. E grazie anche per le bellissime fotografie che ha scattato! Ecco l’album! Arrivederci Blogtrotters, il Geco vi saluta scodinzolando!



lunedì 2 maggio 2011

Diario di Aprile

Un mese positivo: attività e acciacchi gestiti con contagocce, lima e cesello. In attivo il primo trekking della stagione: bellissimo e magico! Il disgelo, l’arrivo della primavera, il risveglio della montagna. Ecco qualche cartolina! Un saluto ai Blogtrotters!

La salita nel boscoCon le ghette sulla neve


Il lago ghiacciatoIl prato dei crochi


giovedì 21 aprile 2011

Un saluto di Buona Pasqua

Sempre meno tollerante e sempre più disgustata dal protagonismo mediatico che invade la vita politica, sociale e talvolta anche sportiva di questa nazione allo sbando. Una società di esaltati dall’atteggiamento arrogante, chi convinto di essere un grande furbo dall’intelligenza geniale e chi convinto di essere un super eroe. Ma che schifo. Ma per tutti, prima o poi, arriverà quel giorno… Nel frattempo cresce il disgusto che mi allontana sempre di più dai proclami della televisione, della radio, dei giornali, dei social networks e di tutti quei mezzi veicoli di protagonismo mediatico. Preferisco un sobrio silenzio. Preferisco ritagliarmi il mio piccolo e concreto rifugio fatto di affetti e di sport. Già, l’attività sportiva: procede, con prudenza e varietà, senza grandi novità, alla ricerca dell’equilibrio tra gli acciacchi, con qualche prezioso consiglio e piacevoli libere uscite “allo stato brado”.

Auguri di Buona Pasqua ai Blogtrotters e agli amici Runners che passano di qui!

La raccolta dei “ligabosc” (trad. dal bergamasco: ligaboschi, asparagi selvatici)Sedia africana: l’incredibile comodità di un legno lavorato con sapiente semplicità

venerdì 1 aprile 2011

Diario di marzo

Ecco il resoconto di quanto svolto il mese di marzo. Con qualche acciacco da gestire, ancora in attesa di riuscire a correre senza problemi, con in attivo la prima gran fondo con la bici da corsa: direi che ci si può accontentare ed essere soddisfatti. Anche se, complice la primavera, arde la voglia di riprendere a correre in libertà. Alla prossima by Sarah

martedì 22 marzo 2011

La mia prima Gran Fondo

Gran Fondo Franciacorta Sebino, 20 Marzo 2011

Iscritta alla Gran Fondo di 109 km lungo il lago d’Iseo e le salite della Franciacorta. Con una ricca dose di incoscienza e con tanta voglia di imparare ad usare la bici su strada, dopo un inverno trascorso esclusivamente sui rulli.

Aspettando il via guardo i ciclisti sganciarsi e scendere con passettino agile dai pedali e provo anche io questo gesto: molto utile, servirà. Alla partenza dovrei stare con le donne, in prima batteria, ma non me la sento di trovarmi in mezzo a quei 2200 ciclisti veri e mi porto in coda, nelle retrovie. Questo significa ritrovarsi subito in mezzo al traffico, nella coda di auto rimaste ferme per lasciar passare il gruppo dei primi e dirette alla gita domenicale sul lago: un delirio, molto pericoloso. E la bicicletta è un mezzo, che deve rispettare il codice della strada, le rotonde, i semafori, i pedoni, i passeggini… Finalmente la strada si fa più libera e i pedali cominciano a girare. La costa del lago d’Iseo: il sole piacevole, le lunghe e buie gallerie in cui confidare solo nel bianco della mia Lady, le buche sull’asfalto irregolare, la guida pericolosa di automobilisti che di sportivo hanno solo il nome della macchina. E poi il vento contro, che frena l’avanzata e che porta a rannicchiarsi sulla bicicletta. E le raffiche, che fanno stringersi alla bicicletta tenendola stretta per non farla sbandare. Dopo 90 km la salita alla montagna, con rampe al 20% difficilmente pedalabili, dove camminare con le scarpette da bici è impossibile perché scivolano all’indietro e dove avanzo scalza per portare la mia Lady su. Dove la salita ritorna pedalabile, la mente entra in crisi e non vuole più andare avanti. Ma, a differenza di quanto provato nella corsa, le gambe continuano a pedalare con quel loro movimento lento e costante, arrampicandosi fino alla vetta. Non so come facciano, ma sono molto contenta di loro. La sofferenza provata lungo questo tratto è seconda solo a quella provata lungo gli ultimi km dell’Abetone. Il ricordo di quella fatica è stimolo per andare avanti. Quindi la discesa, affrontata con stanchezza e timore, sentita fredda e rigida, con le auto e le moto che passano a fianco: qui mi manca proprio la tecnica, prima o poi la imparerò. Al rientro nel traffico lungo il lago sbaglio strada, chiedo indicazioni, e finalmente taglio il mio traguardo. In classifica non ci sono perché il mio chip non beepava: non sapevo dove metterlo e l’ho infilato in tasca, poi mi hanno spiegato che andava messo sulla ruota… J

Adesso so che sono capace di pedalare per 109 km. Sui rulli non avevo idea. Per essere la quarta volta che la mia Lady tocca l’asfalto sono molto soddisfatta. Bella esperienza, ho imparato tantissimo! Uno speciale grazie a lui, che mi è stato vicino alla partenza e che mi ha aspettato all’arrivo.

L’indomani mi sento “cotta” e mi fa male tutto, tranne le gambe. Molta la stanchezza dovuta all’attenzione continua da prestare alla strada: non è certo come la corsa, che concede quel piacevole e rilassante perdersi. Però la sensazione lasciata dalla fatica è simile, e questa mi accompagnerà finchè non potrò di nuovo correre, perdendomi tra le nuvole, come una volta. Il ciclismo è un’altra disciplina, che merita di essere imparata. Alla prossima! Bye by Sarah


lunedì 14 marzo 2011

Un benvenuto a Confetto

Ho deciso di scrivere su questo blog solo delle cose sportivamente belle. Non è successo nulla di brutto, ma raccontare del susseguirsi di infortuni nel tentativo di riprendere a correre, o delle forme influenzali di questo lungo inverno che non finisce più, annoierebbe tanto chi legge quanto chi scrive. Ad ogni modo, non è facile riabituare la carrozzeria al gesto della corsa dopo più di un anno di stop: risulta parecchio traumatico per le caviglie e per la schiena, ma tutti acciacchi da al massimo un paio di settimane di stop, quindi lievi. Ma veniamo alla bella notizia: un benvenuto a Confetto! Ha già fatto l’occhiolino alla mia Lady…


Confetto

Nome: Confetto
Cognome: Carnielli
Categoria: tapis roulant
Modello: Strada 6.1
Nascita: marzo 2011
Motto: ricomincio sul morbido

mercoledì 2 marzo 2011

Si procede

Si procede, girando attorno agli ostacoli di salute che inevitabilmente si presentano sul cammino e senza mollare la rotta. Se ben gestito, è un bel gioco divertente e che fa stare bene. Ecco il diario delle ultime attività. Ciao Blogtrotters, alla prossima!

Il diario di gennaio


Il diario di febbraio

martedì 1 febbraio 2011

lunedì 24 gennaio 2011

Millegrobbe 2011

Lavarone (TN), 23 gennaio 2011

Una nuova avventura: la Millegrobbe, gara di sci di fondo di 30 km in tecnica libera. Il Geco si vuole divertire e affronta l’impresa con una certa incoscienza, visto che ha sulle spalle un “allenamento” di sole 5 ore, distribuite in 3 uscite tra Natale e Capodanno. Non gli importa nulla, vuole divertirsi e godersi il fine settimana in dolce compagnia, sulle nevi del Trentino. La tensione del sabato lascia il posto alla piacevole e gustosa serata di cordialità trentina e simpatico Marzemino. La domenica mattina calma e serenità mai provate sotto un pettorale. Una gran voglia di divertirsi in un bianco paradiso. Giornata splendida di Sole intenso: nel cielo azzurro e limpido nemmeno una nuvola.

Alla partenza ritrovate amicizie, un allegro saluto e via! Per la prima volta con la paraffina sotto gli sci e con i bastoncini nuovi, più lunghi e dall’impugnatura comoda: wow, che differenza! Ritmo prudente perché 30 km sono tanti, meglio non rischiare. Nei tratti in salita il recupero di qualche posizione, puntualmente perse in discesa per il consueto timore, anche se “l’effetto gara” spinge a lasciarsi andare un po’ di più, sulle note di una playlist mentale che per l’occasione canta “Falco Saoldel” (di “Il Bepi and The Prismas”... comprensibile solo per bergamaschi doc). Due giri da 15 km: il primo scivola via bene, il secondo più a fatica sulla neve un po’ sbriciolata e bagnata, complice la stanchezza. Le gambe reggono molto bene, merito dell’allenamento con Lady sui rulli, mentre le braccia si stancano molto prima. Ah già, gli adduttori: muti, in questo sport non si sentono per nulla, olè! Una sola parola per l’arrivo al traguardo, in 2h27': felice!

Un bellissimo fine settimana sulle montagne del Trentino. Ma la cosa più bella di questa avventura è stata poterla condividere: un sentito grazie a lui, che ha reso tutto questo davvero speciale!

sabato 22 gennaio 2011

Poker d’assi

I signori adduttori non permettono più al Geco di essere un Runner.
Il Geco non sa cosa farà da grande e quindi guarda le sue carte e prova a giocare.
Chissà, magari un giorno riuscirà a combinare qualcosa.


sabato 15 gennaio 2011

Il Geco è felice

Ha incontrato un altro Geco :-)

sabato 8 gennaio 2011

Vacanze di Natale allo stato brado

Ciao Blogtrotters, Buon Anno! Appena trascorsa una splendida settimana di meritata vacanza dopo un anno senza ferie. Cominciamo subito con la brutta notizia, così poi passiamo a quelle belle: riacutizzazione della tendinite degli adduttori, difficoltà a guidare e a mantenere la stazione eretta, ripresa della terapia tacco 12, attesa del rientro di Mr. Fisio e impossibilità a correre per i prossimi mesi. E vabbè, se non potrò correre mi inventerò qualcos’altro… è da un anno che sono alle prese con questa storia e quando è troppo, è troppo. E veniamo alle notizie belle! Una settimana a casa, sempre fuori casa, “allo stato brado”, facendo tutto quello che riesco e che mi diverto a fare. Una settimana ricca di sport, di paesaggi stupendi, di neve e respiro dei boschi, di sano divertimento e dolce compagnia. La riscoperta dello sci di fondo, con tecnica rigorosamente libera per sciogliermi dalla morsa degli adduttori: bellissime uscite sulle nevi bergamasche di Valtorta, Piani dell’Avaro e Schilpario. E poi le bici: la bella Lady sui suoi rulli e il risveglio della selvatica Morgana, giocando “allo stato brado” tra fango, erba e il piacere della salita. Nessuna intenzione di rinunciare al tradizionale appuntamento con gli amici dell’Atletica per la Presezzo – Roncola e la sua classica salita dai 300 ai 1000 m slm in 7 km: gli amici runners di corsa, il Geco e l’amico del Geco in bici. Olè, strabello! Trovati pure gli accorgimenti su come sopravvivere durante la relativa discesa con la temperatura sotto lo zero, particolare molto importante in bici per questa stagione!

Ah già, il Capodanno: per molti sportivi momento di bilanci, di autocelebrazione dei traguardi raggiunti e di dichiarazione degli obiettivi desiderati per l’anno in arrivo. Non è il mio caso: nessuna sensazione di “passaggio” dal vecchio al nuovo, nessun desiderio, ma la semplice serenità di prendere tutto quello che verrà, giorno per giorno. Me l’hanno insegnato gli adduttori: a non desiderare più nulla, a vivere di quello che offre il presente, a non pensare più a niente, a rispondere solo al proprio istinto, ad improvvisare al momento, a cogliere il piacevole soffio di un’emozione. La vita è parecchio bizzarra, capace di certe inaspettate sorprese che… è sempre meglio starla a sentire. Ecco di seguito qualche immagine dalle vacanze e il diario di quanto svolto nel mese di dicembre. Saluti Blogtrotters, alla prossima!