mercoledì 29 aprile 2009

Il Geco zavorra

Questa poi! Ve la racconto. Ho comunicato all'organizzatore delle trasferte per la Squadra (maratoneta da più o meno 3h:50' e discreto positive split) la mia adesione per la Maratona del Custoza. Ricevo questa e-mail:

Ciao Sarah,
ti confermo l’iscrizione alla prossima Maratona del Custoza del 10 maggio. Come promesso la voglio correre tranquillamente, senza l’assillo del tempo; deve servire come lungo in preparazione di Stoccolma. Insomma con il passo Burgarella ed allora, visto il regolamento, siamo iscritti nella categoria “coppie miste”: CATEGORIA SPECIALE MARATONA A COPPIE MISTE - verranno premiate le prime 15 coppie giunte al traguardo. La coppia dovrà arrivare obbligatoriamente assieme (mano nella mano) per poter partecipare a questa particolare classifica e premi.
          
Insomma, gli serve una zavorra. E ha pensato al Geco, che corre tranquillamente, senza l'assillo del tempo. E mi ha iscritto così, senza dirmi niente! Per gli amici questo ed altro, la cosa mi fa anche sorridere, però sono un po' perplessa, la Maratona è sempre una dura prova con se stessi, anche se presa come non competitiva, come coordinare in equilibrio le proprie forze con quelle di un altro runner, dalla corsa molto diversa? Si accettano suggerimenti! Per me dovrà comunque essere una 42k tranquilla e con un po' di saliscendi, seconda tappa di avvicinamento alla mia meta.          

lunedì 27 aprile 2009

Bellissimo

Gorlago (BG), 25 Aprile 2009

La mattina ancora addormentata, senza le rigeneranti 15 ore di sonno del sabato. La giornata bella, l'aria frizzante dà la sveglia, il Sole annuncia che poi sarà caldo. 

Destinazione Gorlago, i primi passi tra le strade strette e le case in pietra di questo piccolo borgo medievale, all'imbocco della Val Cavallina. E ha inizio il saliscendi, si comincia con l'arrampicata in collina, con grappoli di fiori gialli, viola e bianchi che profumano l'aria e distendono i pensieri. Al bivio, nessun dubbio, si va per il percorso lungo; un tuffo nella Selva di Zandobbio, un bosco fitto e buio, sembra il Regno dei Fauni. Il Geco si ritrova a correre da solo, in pace, con i suoi pensieri sciolti, e l'unica attenzione rivolta alle frecce bianche nere per non perdere il percorso. Poi Sole si fa largo tra le fronde, il bosco si dirada, e si apre un anfiteatro di prati su colline fiorite, il giallo dei botton d'oro e il bianco delle margherite. Il passo si arresta di fronte allo spettacolo: il Paradiso non può essere altro che così. E via, su e giù, su e giù, bellissimo, un sogno lungo 23k.

Pochissimi i runners sul percorso, qualche freccia con strane scarpe, forse da trail. Di più gli Alpini, con i loro sorrisi cordiali, che porgono l'acqua ed indicano la via. Sorrisi, li vedo solo nel mondo della corsa. Un saluto ai ritrovati compagni di Squadra.

Il muscolo sì è comportato bene, solo qualche fastidio al cambio di pendenza. Mentre un paio di giorni fa, in un momento di arrabbiatura piuttosto soffocata (e non stavo di certo correndo), ha dato certi colpi, rimanendo poi nervoso. Forse stava solo dicendo basta, per conservare le energie per ciò che è positivo, per correre! :-) Buona settimana!
          

mercoledì 22 aprile 2009

Turin Marathon 2009

Torino, 19 Aprile 2009: la mia terza Maratona

La vigilia. Pochi maratoneti all'expo, si riconoscono allo sguardo runners di un certo livello. Sensazione di Maratona "spartana", senza quel clima di accoglienza festosa come alle grandi Roma e Firenze. Ricco pranzo e stomaco sotto sopra, beh allora il pieno di carburante già c'è, a letto senza cena. La notte mi sveglia con il rumore della pioggia, come prima della Maratona di Firenze. Ammetto che non ho voglia di correre sotto l'acqua, ma vabbè, penso a cosa indossare, e questa volta mi giro dall'altra parte e dormo un tranquillo sonno ristoratore.

La prima parte della Maratona. Mi sorprendo della mia tranquillità, sotto la pioggia, in attesa del via. Siamo davvero pochi, però Torino è bella, e tutta per noi. Si parte, parola d'ordine: prudenza, per la paura che una crisi mi possa essere fatale in una simile giornata. I viali cittadini lasciano presto il posto alle strade tra i prati della provincia. Che calorosa accoglienza la gente di Moncalieri, Nichelino, Beinasco e Orbassano: nonostante la pioggia insistente, tutti in strada, con la banda che suona, gli applausi, i bambini che danno il cinque (e io non resisto quando i bambini danno il cinque), un tifo incredibile. Agli spugnaggi, urlano "spugne asciutte al centro": pensavo fosse una battuta per sdrammatizzare, invece era vero... Tra prati verdi e distese gialle di colza, in un angolo di pace, comincia la salita a Rivoli, dove innumerevoli rivoli d'acqua corrono giù, incontro ai maratoneti. Davvero molto bella, sebbene una salita di alcuni chilometri nel bel mezzo di una Maratona non sia da tutti gradita.

La seconda parte della Maratona. La cima al 28°, da qui una strada tutta dritta, Corso Francia, riporta nel centro città. La prudenza si impone di fronte a baldanzosi entusiasmi: prima si deve passare il 30°, poi il 35°, e solo dopo, se ce n'è ancora, si può partire. I palloncini delle 4 e 15' sono rimasti dietro e non si vedono altri palloncini all'orizzonte. Dopo 2 chilometri di discesa, comincia il tratto più duro, fisicamente e mentalmente. La pioggia insiste, giro la visiera del cappellino all'indietro perchè è pesante, inzuppata d'acqua, e sento la fatica di dover tenere la testa su. Ora è il vento a venire incontro ai maratoneti, sbattendo le gocce di pioggia sui loro volti affaticati. Un runner è in crisi, non si regge in piedi, è sorretto da due uomini che lo portano via: che impressione, canottiera e pantaloncini, con quel freddo, chissà quanto sta male. Arriva il 35°, bevendo qualcosa con qualche fastidio allo stomaco e qualche capogiro: è il momento di tenere le redini della mente, che tenta di sfuggire. Comincio a desiderare una doccia calda, comincio a farmi i complimenti, concludere una Maratona così per me è un'impresa. E riprendo il controllo.

Il gran finale. Allo scoccare del 38°, un lucido e determinato pensiero si impone: sferrare l'attacco finale. Ora non c'è più nulla da temere, repentino cambio di ritmo, traiettoria diritta, centrando tutte le pozzanghere che incontro. Ritrovati runners quasi si offendono, ma io sto giocando da sola con me: 5'20'' fino alla fine. Che gioia vedere quel traguardo, e lanciarsi in Piazza Castello a braccia alzate! Sono davvero contenta, una prova di sopravvivenza! E anche con un buon tempo, 4h:07':17'', 3 minuti meglio della scorsa a Firenze, il tempo migliore delle mie 3 Maratone.

Il muscolo. Eh già, il muscolo della contrattura: si è fatto sentire poco e solo per 2 o 3 chilometri, a metà. Poi dalla salita a Rivoli non l'ho più sentito. Grazie ancora a Mr Fisio, che con il suo stretching (ahhhia! ;-) me lo ha rimesso in pista!

E sono qui. Sono felice. E' bello arrivare al traguardo di una Maratona così, sentirsi bene, e con già la voglia di ripartire, verso i monti questa volta! Aspetto qualche giorno, per un po' di recupero. Prima o poi capiterà anche di correre con il caldo Sole, chissà se ne sarò capace :-) Un caro saluto a tutti voi, a presto!

         



venerdì 17 aprile 2009

Verso Torino: il punto della situazione

          Domenica sarò a Torino per correre la Maratona. Consapevole che non l'ho preparata, tra acciacchi e infortuni vari. Consapevole che un solo lungo non basta. Il muscolo della contrattura ha ripreso a farsi sentire, spero che due giorni senza guidare e abbondante stretching lo rimettano tranquillo. Vado ugualmente, obiettivo arrivare, se aspetto di correre una Maratona quando l'ho "preparata", non la corro più una Maratona. Vado e corro, e basta. Modalità tartaruga, che mi viene bene. Unico presentimento: nel bene o nel male, sarà una sorpresa. Mi basta l'idea di esserci ancora per essere contenta!
Dopo, comunque sarà andata, mi ritirerò sui monti, obiettivo la mia meta, quella che porto in fronte da quella mattina di dicembre al sorgere del Sole. E sarò in una dimensione di corsa dove il tempo non esisterà più.

martedì 14 aprile 2009

Divertente

Pagazzano (BG), 13 Aprile 2009

La Milano-Venezia è una classica non competitiva che si snoda sull'antico confine che delimitava il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, il Fosso Bergamasco. Il Fosso Bergamasco è un canale artificiale, di origine tardo medioevale, che attraversa la pianura bergamasca collegando il fiume Adda al fiume Serio, per poi riprendere e collegare quest'ultimo all'Oglio. Le terre a nord del Fosso erano di Venezia, quelle a sud erano di Milano. Oggi è rimasto come delimitazione dei confini  tra le diocesi di Bergamo (a nord del Fosso), Milano e Cremona (a sud del Fosso), che si dividono la Provincia di Bergamo.

E sempre oggi, una corsa di 21km attraversando questo storico confine, è cosa assai divertente! E qui rimango per ora sospesa penzoloni: per il punto della situazione, invece, ci penso un altro giorno, domani o dopo.

sabato 11 aprile 2009

Buona Pasqua

Auguri di Buona Pasqua agli Amici Runners e Bloggers

lunedì 6 aprile 2009

Il mio amico

Trezzo sull'Adda (MI), 5 Aprile 2009

Sono tornata dal mio amico. Era da tempo che non andavo a trovarlo, e ne avevo nostalgia. Una quindicina di chilometri prima di raggiungerlo, cercandolo con lo sguardo tra le fronde; poi il suo profumo umido, inconfondibile e profondo. Appena fuori dal bosco, eccolo, mi aspettava lì, come sempre, così grande e così tranquillo. Quanto è bello. E tutte le volte che lo incontro, riesce sempre a trasmettermi la sua pace, allontanando i pensieri e aprendo una dimensione senza tempo, dove la corsa scivola leggera come l'acqua. Quanti bei ricordi, come quella volta che mi ha accompagnato per i suoi 50 chilometri, da Lecco a Cassano, sempre tenendomi per mano. Questa volta mi sono fermata a 32, ma tornerò a trovarti più spesso, amico Adda.
         

giovedì 2 aprile 2009

Se io fossi una Maratona

Se io fossi una Maratona, vorrei essere corteggiata, perchè tu ne sia convinto. Se io fossi una Maratona, vorrei essere il silenzioso e piacente sfondo dei tuoi pensieri. Accettami così, come sono, sempre diversa e imprevedibile. Non sottovalutarmi nella sfida al mio fascino, ma portami rispetto, e amami con nuda sincerità. Se io fossi una Maratona, vorrei sentire il respiro del tuo passo sicuro e leggero, assaporando insieme il piacere nella fatica. Se io fossi una Maratona, vorrei vederti sorridere, felice, pensando: "A quando la prossima volta?"