giovedì 30 luglio 2009

Sherlock Holmes

          
Mai accontentarsi di un solo punto di vista. In cerca di altri pareri, per avere conferme e per una soluzione il più possibile rapida al problema, mi viene fatta la seguente osservazione: la dinamica dell'accaduto fa pensare più a un tendine fuori posto. Il fatto che sia successo dopo un'ora e mezza di corsa (e ai miei ritmi, ndr), il fatto che sia successo in un tratto semplice, il fatto che dopo abbia proseguito la corsa senza problemi e che sia andata in giro per prati tutto il pomeriggio: un guaio al muscolo avrebbe dovuto manifestarsi subito, non due giorni dopo. Tastando piano piano i vari tendini, rimettendo gentilmente in sede i tratti fuori posto... risultato: il giorno dopo non zoppico più camminando e riesco quasi a scendere le scale. E sotto il ginocchio non fa più male. Vero è che non sono nuova a questi acciacchi: l'anno scorso, sempre per una storta, ma in pronazione, mi erano andati fuori posto i tendini nel lato interno della gamba, dalla caviglia all'inguine. E il dolore che mi bloccava la caviglia era passato dall'oggi al domani, rimettendo in sede proprio il tendine che arriva su all'inguine. Vai a capire come sono questi collegamenti. Ora il dolore è localizzato alla caviglia: sensazione di un blocco che se tento di forzare, scendendo le scale per esempio, mi dà una fitta lungo tutto il tibiale. Dove sarà l'inghippo? All'anca o sotto il piede? Intanto schiocca tutto. Intanto grazie Sherlock Holmes! Le indagini continuano, "Elementare, Watson!".

mercoledì 29 luglio 2009

Questa non ci voleva

          
E poi succedono sempre in un modo così stupido. Durante l'ultima corsa, in un tratto di asfalto piano, senza sapere come, appoggiare male il piede destro, cedendo verso l'esterno, come in supinazione. Al momento nulla, continuare la corsa come se niente fosse. Il giorno dopo tutto ok, verso sera un fastidio e l'indomani il dolore, la fascia laterale esterna della gamba.

Ora fa male a camminare, trascino la gamba con il piede a martello, dondolando come un'oca, e non riesco assolutamente a scendere le scale (rimedio: le faccio in retromarcia). Movimenti banali come infilare o togliere le ciabatte mi danno forti fitte. Non riesco a distendere il piede, a ruotare il piede verso l'interno. Mi hanno detto che è una lesione muscolare al tibiale anteriore destro, e che devo stare ferma almeno 2 settimane!!! Nooo... proprio ora che era il momento di cominciare, con il programma a pennello, con l'agosto che è l'unico mese dell'anno in cui si può correre in giro tranquilli! Chissà se ce la faccio a riprendere per arrivare al traguardo di Berlino a settembre. Il Geco ha la coda tra le zampe. Però a Livigno va lo stesso, rinuncia alla corsa ma non alla compagnia della Squadra. Blogtrotters, avete esperienza di questi acciacchi? Cosa posso fare? Buona corsa a Voi.

lunedì 27 luglio 2009

Nella terra del Geco

Trescore Balneario (BG), 26 luglio 2009

Il Geco è tornato nella sua terra. La sera sdraiato sull'erba, con il naso all'insù, sotto una coperta di stelle, avvolto da una quieta oscurità che sembra voglia dire "non aver timore di corrermi". Ci penseremo. Un dolce pensiero accompagna la breve notte.

La mattina è pronto per la corsa, una tapasciata di 18 km tra i boschi della Val Cavallina. Senza tempo, nè orologio, oggi non serve. I sorrisi dei podisti di fronte al succinto abbigliamento estivo, il silenzio alla prima tosta salita: uno stretto sentiero che sale ripido nel bosco per 8 km, con la terra che si alterna ai salti su gradini di sasso. I pensieri vagano liberi senza meta, con i piedi per terra e la testa tra le nuvole. Poi il brusco richiamo al presente, la discesa impone prudenza: i tratti pericolosi abbracciando gli alberi per non scivolare, i sassi appuntiti sui quali anche le Kayano chiedono pietà. Una gran bella corsa, che il Geco tiene sempre segnata nel suo calendario.

Un po' di falce, il fieno per le pecore. I liberi pensieri vanno ora alla Squadra: domenica prossima saremo ancora insieme, che bello! Destinazione Stralivigno. A presto Blogtrotters, buona settimana!


venerdì 24 luglio 2009

Grazie Maestro

Training Holidays Isola d'Elba, 12-19 Luglio 2009

Grazie Maestro, per l’attenta regia di questa seconda splendida vacanza trascorsa insieme, intensamente vissuta in ogni suo attimo, sulle ali della tua imprevedibile fantasia.

Grazie Maestro, per i preziosi e coinvolgenti insegnamenti, colorati con vivaci pennellate di simpatia.

Grazie Maestro, per la vigile e sicura presenza, per l’aiuto e la pazienza, in quei momenti di difficoltà per chi non sempre riesce a stare al guizzo dei pesci.

Grazie Maestro, per il rassicurante sorriso e la saggia comprensione, di fronte al cedere alle emozioni di chi è scosso d’amore per quella corsa che rapisce il pensiero e infonde la pace.

Grazie Maestro, per la mediterranea bellezza, nascosta e selvatica, dei luoghi che ci hai fatto scoprire correndo al tuo fianco. Tra gli arbusti della Macchia, sulla pelle ruvide carezze, agli occhi intensa luce.

Grazie Maestro, per quelle sane risate che fanno stare bene insieme. Per i sassi dalle dolci forme colorate, per il profumo del rosmarino fiorito.

Grazie Maestro, per la possibilità di riscoprire quell’intensa umanità, ormai così rara, che sempre nasce nelle tue Training Holidays e che ci fa salutare scodinzolando, con gli occhi lucidi, sognando la prossima volta.


mercoledì 22 luglio 2009

Il Geco è rientrato

Il Geco è tornato, scodinzola e ha gli occhi lucidi. Prossimamente il racconto delle sue splendide Training Holidays all'Isola d'Elba. Un saluto a tutti i Blogtrotters!          

venerdì 10 luglio 2009

Il Geco va in vacanza

             
Il Geco va in vacanza, ritorna all'Elba, a correre tra gli arbusti della macchia. Ritorna dal Maestro, figura straordinaria, come professionista e come persona, capace di dare valore alla lepre come alla tartaruga, purchè mosse da un sincero amore per la corsa. Il racconto della vacanza dell'anno scorso è ancora sul suo sito, a questa pagina.

Vacanza in cui non si sta fermi un secondo, esplorando nuovi angoli di Paradiso, con le scarpe da corsa, la bicicletta, o qualche bracciata di nuoto, con nuovi amici entusiasti per la stessa passione. Arrivederci Blogtrotters, a presto!


lunedì 6 luglio 2009

Orizzonte sereno

Val Cavallina (BG), 5 Luglio 2009

Il pensiero è rimasto là, come un gomitolo abbracciato a quell'Abetone. Per convincerlo a scendere, tra marmellata di ribes e grigliata, l'idea della prossima meta, il mare. L'orizzonte si illumina, e mentre si distende sereno lascia intravedere nuovi lontani miraggi. Ci vorrà un po' di tempo per recuperare le energie, fisiche e soprattutto mentali.

Tranquillo giretto pianeggiante lungo la ciclabile del Cherio, piccolo fiume che percorre la Val Cavallina dal Lago d'Endine fino a raggiungere l'Oglio. L'aria un po' rinfrescata dal temporale serale, 17 k piacevoli, da Spinone al Lago a Entratico e ritorno. Le cartoline per i Blogtrotters, e buona settimana!

mercoledì 1 luglio 2009

Pistoia - Abetone 2009


Pistoia - Abetone, 28 Giugno 2009

La vigilia. Il viaggio, il pranzo con le prelibatezze su tagliatelle dei fungaioli pistoiesi, nonchè organizzatori della Pistoia - Abetone, il tranquillo agriturismo fuori città. Il pomeriggio convegno sull'Ultramaratona nella sala del Consiglio Comunale di Pistoia, organizzato da Fulvio Massini: "L'Ultramaratona si corre con se stessi, non contro se stessi: bisogna volersi bene." Sento che il motto della corsa è "il sapore della sfida", la mia risposta è "vengo in pace". La sera spaghetti al polpo e fettuccine al ragù, deliziose piume a 5 stelle nel cuore della città. La notte di sonno tranquillo. Strani sogni, nulla a che vedere con la corsa, bensì ragazzi, chissà dove le prende la mente certe cose.

Il blogpoint. La mattina in Piazza Duomo, grazioso salottino brulicante di ultramaratoneti. Della Squadra oggi siamo in due, concentrati e felici. Da lontano le inconfondibili divise azzurre del CAI Pistoia; mi avvicino, ed ecco la mitica Franca! Che bella espressione raggiante, trasmette un vulcano di positività! Le chiedo in prestito la vaselina, la salvezza di fronte alla mia dimenticanza (grazie Franca!). Gli altri blogtrotters: il sorriso e i nastri di Monica, lo sguardo nascosto di Fabiodelpià. La stretta di mano ad Antonio Mazzeo, la grandezza dell'uomo che stringe il cuore. Mi avvio alla partenza, a polsi nudi, nel mio cantuccio delle retrovie.

Da Pistoia a Le Piastre. I primi tranquilli passi dopo lo sparo nel caldo umido della città, fortunatamente rinfrescato dalla pioggia del sabato. Ben presto si sale e il clima si rinfresca, dove gli ulivi lasciano il posto a rigogliosi castagni. Le Piastre arrivano rapidamente. Poi, girato l'angolo, si apre uno scenario meraviglioso: la valle del Reno, qui ancora piccolo torrente che accompagna con il suo fruscio lo scivolare dei podisti lungo la leggera discesa. Un tratto incantevole.

Verso San Marcello. Girato ancora l'angolo, si riprende a salire, tra graziosi paesini e gradevoli tratti sterrati. Ad un ristoro, mi ritrovo all'ombra con in mano un bicchiere di the e in bocca una fetta con la marmellata. Credo di averla presa io, ma non mi sono accorta: in certi momenti l'istinto prevale alla ragione. Mi bagno ad una fontana. Scambio due parole con un'anziana signora in villeggiatura, mi sorride, vorrebbe correre anche lei. Le sorrido anch'io, la saluto e riparto. Si sale ancora, e all'improvviso si apre uno stupendo anfiteatro sui monti in quota. Laggiù un paese, dev'essere San Marcello. Lassù, da qualche parte, la meta. Gradevole saliscendi all'ombra di tigli e castagni, la pace. Che meraviglia. Anziani appenninici salutano con i loro bastoni tremolanti, sorridono, fanno tenerezza. Ripida discesa tra prati e ciliegi, parola d'ordine prudenza, e le ginocchia restano tranquille. Il sole è alto, il caldo cresce.

La salita all'Abetone. Dopo il traguardo di San Marcello e l'incitamento verso chi indossa il pettorale rosso, la strada si fa quasi deserta. Continua la discesa, sembra non finire più. Obiettivo arrivare al 33° km, il punto più basso prima di risalire. Qui l'appuntamento con l'assistenza, mio papà; tolgo gli indumenti bagnati, ne indosso di asciutti per intraprendere il tratto più impegnativo. Ottima idea. Via Modenese, le casette rosse dell'Anas portano scritto "strada statale dell'Abetone e del Brennero", wow, mi pare d'essere un antico viandante in un mitico viaggio attraverso l'Appennino. I primi chilometri passano tranquilli, poi i capogiri mi fanno girare tutto intorno. Comincio a camminare, e la situazione pare migliorare. Le gambe vorrebbero andare, ma io non riesco a seguirle. E come sempre e solo accade nelle Ultramaratone, nei momenti di crisi vince la solidarietà umana: ci ritroviamo in gruppetto, camminiamo e ci scambiamo due parole che ci tirano su a vicenda, come se ci conoscessimo da sempre. Un ragazzo di Pavia racconta del suo Passatore, del suo Adda la settimana prima, e mi raccomanda di stare al lato della strada perchè è pericolosa. Alterniamo il passo spedito sui tratti più ripidi ai passi di corsa dove la salita pare cedere un po'. Una nuvola mandata dalla Provvidenza riporta il fresco sui nostri capi, facendoci quasi riprendere le redini del pensiero. In un bosco fitto e buio, con alberi dai tronchi altissimi come non ne ho mai visti, un tabellone porta il primo riferimento temporale della mia avventura: segna 5h:15', non ricordo che chilometro fosse ma ne ero soddisfatta. Avanti a passo e corsa, si continua a salire, il tempo non lo sento passare, è un eterno presente. Ricompaiono le case, un cartello dice che l'Abetone è vicino, la salita si ammorbidisce, ricomincio a correre, una lunga fila di birilli arancioni, le voci della gente come una doccia fresca, vedo l'arrivo, vedo mio papà, sento annunciare il mio nome, con l'acca, esplodo di felicità, ce l'ho fatta! Sono arrivata sull'Abetone, in 6h:27'.

All'arrivo. I complimenti a Franca, i complimenti alla Squadra. Sono felicissima. Si riparte verso casa, scendendo dall'Abetone verso Modena, che strada bellissima! Un panorama d'Appennino che dall'alta quota scende pian piano fino alla pianura!

Uno sguardo alla classifica: 356^ su 522 arrivati, 27^ su 50 donne arrivate (e questo mi riempie di soddisfazione!). Un confronto con i tempi di Maratona, per capire qual è il mio risultato: io sono da 4h:10', sulla 50k la differenza con un 3h:30' è ancora 40', con un 3h:40' è 17', allora mi sono difesa. Grande soddisfazione il sentirsi subito bene, già dal giorno dopo, senza mal di gambe. Solo un po' di voglia di dormire! ;-)

E sono qui. Esperienza indimenticabile, bellissima e dura. Lascia un nuovo modo di vivere la corsa, il tempo, la distanza. Lascia la curiosità di scoprire il suo mondo. Lascia la voglia di ritornare. A Voi il fotoracconto.