venerdì 27 agosto 2010

Il vero sport bergamasco

Gli scontri per la tessera del tifoso… puah, che schifo. Notizia che lascia un’ immagine negativa di Bergamo. E siccome in questo Paese l’informazione sportiva coincide con l’informazione calcistica, o pseudo tale, è bene utilizzare i mezzi a disposizione per informare su cosa è il vero sport bergamasco, fatto del silenzio, della fatica e delle vittorie dei suoi protagonisti. Riporto di seguito due bellissime notizie che riguardano recenti vittorie di veri sportivi bergamaschi.

Matteo Annovazzi, il triatleta bergamasco già Campione Italiano in carica di Ironman (Elba 2009), ha vinto anche il Campionato Italiano di Triathlon Lungo, che si è svolto a Bellagio sabato scorso, 21 agosto. Terzo dopo la frazione in acqua (4 km in 47’29’’), miglior parziale in bici (120 km in 3h23’47’’), suo punto di forza la corsa (30 km in 1h54’03’’): ha tagliato il traguardo in 6h05’19’’, distanziando il secondo di 11’. Come dice il suo fan club: “Tutti pazzi per Annovazzi!”

     

Matteo Annovazzi

Marzio Deho, il famoso biker bergamasco con un gran numero di vittorie in curriculum, ha vinto anche la prima edizione del “Mongolia Bike Challenge”, gara a tappe in mountain bike che si è svolta nelle lontane terre della Mongolia dal 10 al 20 agosto: 10 tappe, 1.400 km, 14.000 metri di dislivello… Grande Deho! Se volete rivedere immagini e video delle tappe e cominciare a sognare, sito web www.mongoliabikechallenge.com/it (davvero bellissimo!).

     
Marzio Deho

Per la corsa riporto solo alcuni nomi di grandi atleti bergamaschi, il resto lo conoscete: per questa disciplina voi Blogtrotters siete informatissimi! In ordine di “distanza”: Marta Milani, Migidio Bourifa, Paola Sanna – 3 bellissime testimonianze che vanno dalla 4x100, alla Maratona, all’Ultramaratona. Questo è il vero sport bergamasco, il giusto esempio per le migliaia di sportivi che si dedicano come amatori nelle varie discipline!

Marta Milani

Migidio Bourifa

Paola Sanna

martedì 24 agosto 2010

Una simpatica abbronzatura

Altra settimana positiva. Nuove piccole scoperte nel nuoto: occhialini nuovi e “molletta” sul naso… e via! Si va senza più doversi fermare! Certo che nelle corsie a fianco sfrecciano certi siluri… beh ci credo, con quelle spalle! Qualcuno prova la muta, sono quelli del triathlon. Qualche dritta sul movimento delle braccia fa raccogliere più acqua ma anche più fatica, però sento lavorare bene la schiena a livello dorsale. Quanto mi diverto a sperimentare! Che daga dét! (trad. ita: “darci dentro”). Poi torno a casa “piatta” e crollo a letto…

Traguardo ciclistico è la salita al Monte Avaro, tra le montagne bergamasche: da San Pellegrino Terme (358 m slm) ai Piani dell’Avaro (1700 m slm), percorrendo la ciclabile della Val Brembana e poi la strada che si arrampica tra i paesi montani di Averara, Santa Brigida, Cusio, fino a diventare sentiero sterrato che porta al rifugio dell’Avaro. Secondo me questo monte si chiama così perché non lascia un attimo di respiro: una salitona ripida che non finisce più, con una pendenza che non dà un momento di tregua. Una gran fatica, complice anche il caldo e lo zainetto, e pure l’aver seguito per un tratto i ciclisti veri…

      

Poi fuori dal bosco si apre il meritato anfiteatro di prati dove le nuvole si specchiano nel laghetto alpino, che meraviglia! Mi attardo parecchio in quota, qualche biscotto al rifugio per poi gironzolare sul sentiero della pista da fondo che in estate diventa terra di bikers. Un sole magnifico, e chi ha più voglia di scendere? Al rientro sono una settantina di chilometri e una simpatica abbronzatura da ciclista che vi lascio immaginare… ;-) Arrivederci Blogtrotters, ecco qualche cartolina!

venerdì 20 agosto 2010

Due belle scoperte

Che relax, tre giorni di ferie, eccome se ci volevano! Per prima cosa approfitto della giornata di sole per l’uscita in bici tra le montagne bergamasche, da Zogno (334 m slm) al Passo di Zambla (1264 m slm). Visto che ho una mountain bike, perché fermarsi lì? Decido di proseguire lungo il sentiero della pista da fondo, dal Colle di Zambla al Pian della Palla e salendo poi fino alla Conca dell’Alben. Che bella scoperta la MTB su sterrato, molto divertente! Qui il contatto con “il mezzo” dà sensazioni diverse rispetto alla strada: bisogna accompagnarlo diversamente, assecondarlo, è più “complice”. Bellissime le salite, con cambio duro e pedalata a tutta, ottimo esercizio per i quadricipiti! Un po’ meno le discese, prese pian piano per il timore di cadere. Poi il rientro alla base, per un totale di una sessantina di km diversi e divertenti.

Il Passo di Zambla

Eccomi qui

La Conca dell'Alben


Altra bella scoperta è la combinata bici + nuoto, dai benefici effetti di sblocco per le anche e la schiena. Il “gioco” consiste in un giretto in bici di un’oretta bella tirata, con un tratto piano e una salitella di un paio di km da ripetere pedalando a tutta, un po’ seduta un po’ in piedi, fino a che gambe e fiato non ce la fanno più. Al rientro si va in piscina, per un’oretta di nuoto in cui le gambe riposano e le braccia lavorano. Alla fine il fisico si sente bene e ringrazia. Confido nelle successive scossette di assestamento che interessano le anche e la schiena, e che spero siano segnali di lento riassetto posturale!

Sempre piuttosto critici i dolori post camminata da 6 km, che però si stanno spostando dagli adduttori alla zona posteriore, ancora tra le anche e la schiena, oltre al solito ginocchio: ho deciso di interpretarli come segnali di lento riequilibrio posturale, quindi insisto e porto pazienza. Nel frattempo al parco sono ricomparsi Runners dai volti tesi, già elettrizzati per gli appuntamenti dell’autunno… Ciao Blogtrotters! :-)

venerdì 13 agosto 2010

Settimana positiva

Dopo tutto, il bicchiere è mezzo pieno. Interessanti le due sedute in piscina, in cui mi sono divertita a scoprire che il modo in cui la mano fa il suo ingresso in acqua può cambiare molto tutta la nuotata. Inaspettatamente bello il giro del sabato in bici, da San Pellegrino Terme (BG) al Culmine di San Pietro (LC), un percorso che dalla bergamasca Valle Brembana raggiunge la lecchese Valsassina lungo la Val Taleggio: parecchio tosti i primi tornanti tra le fredde rocce dell’orrido e il frastuono del torrente, poi finalmente salendo il silenzio, prima tra i boschi e poi tra i prati. Molto insolita la vista del Resegone “da dietro”, ovvero il suo lato nord: l’avevo sempre visto “da davanti”, ovvero il suo lato sud, con quel famoso profilo a sega che si vede da Lecco o da Milano quando c’è vento limpido (e piaceva anche a Manzoni). Dietro è molto meno imponente, meno roccioso e molto più verde. Una cinquantina di km tra andata in salita e ritorno in discesa.
 

Il Resegone visto "da dietro"

Il passo

Se non fossero le 9 del mattino...

 
La novità della settimana è che ho provato a camminare, ebbene sì, per 6 km in un’ora: il risultato è mal di anche e di schiena, ma dopo tutto ci sta, dopo 8 mesi senza “stazione eretta” – la sua riconquista non sarà facile, ma insisto. Non molto simpatica la risposta degli adduttori, ma adesso tra bici, nuoto e tacchi so come farli stare zitti. Speriamo bene. Le cartoline della settimana ve le mando da Lugano, dove sono stata per una gita con possibili risvolti lavorativi. Cittadina molto bella, che si specchia su un grazioso lago circondato dalle montagne. Mi piacerebbe ritornarci un giorno, magari per correre la sua classica 30 km. Oppure, se non avrò più questa fortuna, tornerò per attraversare il lago a nuoto - è così azzurro. Arrivederci Blogtrotters, buon Ferragosto!
 

lunedì 2 agosto 2010

Sua Maestà Re Stelvio

Bormio (1225 m slm) – Stelvio (2758 m slm), 31 Luglio 2010

In partenza per conoscere un classico e tanto amato percorso ciclistico, quello che da Bormio porta al Passo dello Stelvio. La curiosità è tanta, come la voglia di provarlo. E una tranquilla curiosità mi accompagna per tutta la salita, lunga 22 km: tornante dopo tornante, galleria dopo galleria, chissà cosa c’è dopo, chissà come si sente la quota. La pendenza è costante e consente una pedalata regolare e tranquilla. Ormai in alto si apre un incantevole anfiteatro naturale di straordinaria bellezza, illuminato da una giornata limpidissima: mai visto nulla di così bello prima d’ora! Un breve tratto pianeggiante tra i prati in quota, poi la salita riprende tosta, dove anche l’erba si dirada lasciando scoperte le pietre. Qualche chiazza di neve, ed ecco finalmente il Passo! Quassù è bellissimo, e chi ha più voglia di scendere? Adesso capisco perché i ciclisti lo adorano! Ecco qualche cartolina per i Blogtrotters. Questa volta ci sono anch’io: grazie a mia mamma per avermi accompagnato e per le bellissime fotografie!



Da Wikipedia: Il Passo dello Stelvio (2758 m slm) è il valico automobilistico più alto d’Italia e secondo in Europa dopo il Colle dell’Iseran. Sul versante lombardo la salita inizia da Bormio (1225 m slm), è lunga 22 km e conta 36 tornanti. Lo Stelvio è diventato famoso nel mondo del ciclismo quando nel 1953 è stato inserito per la prima volta nel tracciato del Giro d’Italia ed è stato teatro di una delle ultime imprese di Fausto Coppi: nella penultima tappa, da Bolzano a Bormio, il Campionissimo ormai 34enne staccò il leader della classifica, conquistò la Maglia Rosa e vinse il suo quinto e ultimo Giro.