Alla vigilia del mio secondo triathlon su distanza olimpica, una meritata visita alla città di Ferrara: gioiello del Rinascimento, bella e tranquilla, con i suoi rossi mattoncini e le sue biciclette. Il Duomo, il Castello degli Estensi, il monumento a Girolamo Savonarola con il suo messaggio quanto mai attuale, il Palazzo dei Diamanti. La visita prosegue poi nelle campagne del Delta del Po: vasto e silenzioso paesaggio agricolo che si estende a perdita d’occhio e che induce alla calma. Alla sera l’arrivo nell’antica Locanda, con la sua deliziosa cucina e tutti quegli oggetti strani, a ricordo di un tempo che fu, e che ancora oggi è.
Numerosi gli atleti raccolti sulla spiaggia del Lido delle Nazioni per l’edizione 2011 dell’Irondelta, triathlon su distanza olimpica. Si alza un forte vento, segno che il tempo reggerà solo per qualche ora. Prima la partenza degli uomini, dopo un quarto d’ora quella della donne.
Prima frazione – 1500 m nuoto. Al fischio si corre in acqua e ci si lancia in mezzo agli spruzzi, come tanti cani eccitati per un gioco “allo stato brado”. Senza muta, con la temperatura dell’acqua del mare di fine estate non serve. Il percorso è impegnativo: prima ci si sposta un poco verso il largo, poi si segue una linea retta parallela alla spiaggia lunga più di un km, poi si torna sulla spiaggia in un punto diverso dalla partenza. Il tratto più lungo è tutto contro corrente: non è una corrente profonda, la superficie dell’acqua è spostata dal vento. Non riesco a tenere una direzione: la corrente mi sposta indietro e al largo, lontano dalle boe. Nell’ultimo tratto strani esseri marrognoli, spugnosi e viscidi, mi accarezzano le braccia e le gambe: meglio non pensare e andare avanti! A grande fatica esco dall’acqua e termino la frazione: non finiva più!
Seconda frazione – 40 km bici. In zona cambio si scambiano due chiacchiere nel gruppetto di donne che come me ha faticato parecchio per uscire dal mare. Un breve ristoro e si parte per la seconda frazione: due giri da 20 km nelle campagne del Delta. Un percorso interamente chiuso al traffico: fantastico, posso pedalare sulla strada senza preoccuparmi delle auto, gran bella organizzazione per questa gara! Il vento non esita a farsi sentire: le raffiche laterali mi fanno tenere stratta la mia Lady sull’asfalto irregolare. In alcuni tratti sento il vento dietro, che alleggerisce la pedalata. Nel lungo rettilineo di ritorno il vento è contrario e le gambe fanno una gran fatica a spingere sui pedali. Nella media tengo più o meno i 30 km/h, per me va benissimo così.
Terza frazione – 10 km corsa. Un altro breve ristoro in zona cambio e si comincia a correre. Finalmente! Che piacevole senso di liberazione, sentire solo il leggero picchiettio dei piedi sull’asfalto, sotto le morbide Kinvara. Mi rilasso, adesso so che posso arrivare alla fine trotterellando sull’anello di percorso da ripetere 4 volte. Incrocio volti segnati dalla fatica e respiri in affanno. Io procedo tranquilla: le mie gambe hanno deciso il loro passettino e quello è, così mi resta pure il fiato per scherzare con lo speaker e con il caloroso pubblico, davvero unico per la sua partecipazione. Il cielo è diventato grigio e in breve si scatena un forte acquazzone: sembra di essere sotto la doccia, in certi tratti non riesco a tenere gli occhi aperti, ma è divertentissimo! Le scarpe inzuppate si fanno ancora più morbide per i due giri che restano. Finalmente il traguardo: finisher al mio secondo triathlon olimpico!
Meritato ristoro: ma quanto è buona la vera piadina romagnola! Uno sguardo ai tempi impiegati, dato che in gara non porto l’orologio: nuoto e bici come mi aspettavo, una sorpresa invece la corsa, dove pensavo di avere un ritmo molto più tranquillo. Di seguito le cartoline del bellissimo fine settimana trascorso insieme a lui, grande sostegno nelle mie “imprese” e abile fotografo nel cogliere “gli attimi”. Si chiude così, con grande soddisfazione, la mia prima stagione di triathlon: uno sprint e due olimpici. Per il Geco, ora è giunto il momento di tornare a correre. Arrivederci Blogtrotters, alla prossima!
complimenti. Un'altra caduta nella rete del triathlon. Se continua cosi ne rimarranno ben pochi a scrivere solo di corsa!
RispondiEliminaBrava, complimenti, una gran bella prima stagione!
RispondiEliminama come la chicchierata in zona cambio? noi scarsi è la che dobbiamo fare la differenza!
RispondiEliminaBrava Sara, c'era anche un mio compagno di squadra a Lido, è molto probabile che comincio anche io questa disciplina, il sabato ho organizzato un Triathlon Nostrano e ci siamo proprio divertiti, devo però allenarmi un pò di + a nuoto, magari ci si vede in giro
RispondiElimina@ nino: Nino, prima mi dedicavo solo alla corsa, poi un'infortunio causato dalla corsa mi ha impedito di correre per un anno e mezzo, durante questo tempo ho cominciato a nuotare e a pedalare, il resto è venuto di conseguenza! Bye by Sarah
RispondiElimina@ Marco: grazie Marco, sono molto soddisfatta, yes! :-) Bye by Sarah
@ stefanoSTRONG: eeeeh, per due chiacchere... Sono i top che lì devono fare la differenza: gli "scarsi", per qualche secondo in più o in meno, sempre "scarsi" sono! E poi due chiacchere fanno ripartire meglio per la frazione successiva! :-D
@ Miticojane: grazie Mitico! Sicuro con il triathlon ti divertirai! Per il nuoto, stai pure al mare, che vuoi di più! Altro che andare avanti e indietro in 25 metri di vasca nel cloro... Buoni allenamenti e a presto by Sarah :-)