mercoledì 12 dicembre 2012

Formaggio e birra


Una rispolverata al blog, giusto per raccontare di un paio di esperimenti ben riusciti, nella lunga attesa di poter un giorno ricominciare, si spera, l’attività sportiva. Ormai sono 15 mesi “di stop”, come dicono gli sportivi.

Il formaggio - Dopo la soddisfazione dello yogurt fatto in casa, bianco e compatto come piace a me, la curiosità di provare il passo successivo: preparare il formaggio. Latte crudo, caglio, sale: ed ecco la prima formagella fresca e la prima ricotta. Una bella soddisfazione! Sarebbe interessante ora provare anche la stagionatura... vedremo. 

La cagliata per la formagella
I fiocchi di ricotta
Formagella e ricotta fresche, nelle loro fuscelle


La formagella primo sale


La birra - Nel frattempo, un altro esperimento: la birra fatta in casa. L’acquisto del kit per “home brewers”, la prima prova con fermentatore e gorgogliatore, e la riuscita di una prima, buonissima, birra Lager! Comincia a piacermi, decisamente....

Il fermentatore con gorgogliatore
Si versa...
Prosit!


E poi ho imparato un sacco di cose: tecniche di produzione alimentare antichissime, interessantissime! Perchè non mi piace questo modo di oggi, di trovare tutto pronto negli scaffali di un supermercato, senza avere la minima idea di come si arrivi dalla materia prima al prodotto finito. Tra l’altro, quando si comincia a prepare certe cose in casa, difficilmente ci si abitua di nuovo a comprarle al supermercato, perchè quelle, poi, non piacciono più!

Il Geco vi saluta e va a bere la sua birretta, alla prossima!


martedì 2 ottobre 2012

Voglia di normalità

La malattia compie un anno: era in questi giorni che comparivano i primi sintomi di quello che sarebbe diventato un lungo calvario. L’ultima visita di controllo in endocrinologia, la settimana scorsa, ha così concluso: “Sì, i valori ematici ora sono normali, ma ci vorrà almeno un annetto perchè i tessuti possano guarire!”. Come se fosse la cosa più ovvia. Ho sempre pensato che “un anno” fosse un periodo di tempo lungo nella vita di una persona. E che due anni lo fossero ancora di più. Ma a quanto pare i tempi di guarigione endocrina del tessuto muscolare sono molto lunghi, e “un anno” è l’unità di misura minima. Ho voglia di tornare alla normalità, di poter dire “esco a fare due passi”. E invece riesco a camminare solo per 10 minuti, poi... Per il resto i giorni passano in fretta: fuori casa 11 ore al giorno per lavoro, in quella stessa posizione seduta, prima in macchina e poi alla scrivania e poi ancora in macchina, che non aiuta certo i muscoli a guarire. Il periodo lavorativo è impegnativo e interessante. Nel fine settimana, dopo il faticoso recupero di tutte le faccende domestiche, resta ancora voglia di “evasione”: non potendo “evadere” con l’attività fisica, come una volta, non resta che reinventarsi e sperimentare. Ecco qualche cartolina da ”un’altra vita” del Geco.

 
Il Geco passeggero (su per i monti, si vedono bellissimi panorami come quando si va in bici, 
ma non si fa fatica, almeno per chi non guida :-)

Poldino fa il trattore, Poldino fa il trattore, e il Poldino Pio, Poldino Pio! E il Poldino Pio, Poldino Pio!

La colazione del Geco: yogurt fatto in casa (con latte crudo, meglio), pane fatto in casa, 
marmellata fatta in casa (di uva, la mia preferita).

venerdì 24 agosto 2012

Il futuro resta un’incognita

I risultati degli ultimi esami sono positivi, i parametri ematici sono rientrati nella norma e il riassorbimento osseo si è arrestato. La malattia ha rovinato i muscoli, lasciandoli come un disordinato gruviera riempito di grasso e tessuto fibroso, che disturba i nervi circostanti e crea dolorose compensazioni tra le catene muscolari*. Se e come questa situazione si risolverà, se e come un giorno potrò guarire e magari ritornare all’attività sportiva, non lo so. Il presente è accettabile, il futuro resta un’incognita. 

*In termini tecnici: “Il corrispettivo istologico è costituito da un’atrofia delle fibre muscolari, un aumento degli spazi tra le fibrille muscolari e la sostituzione del tessuto muscolare con cellule adipose e tessuto fibroso. Un primo miglioramento è stato dimostrato dopo i primi 3 mesi di trattamento, ma la piena restituzione del muscolo necessita di 6-12 mesi.”



Karpathos, Grecia, luglio 2012 - aspro scoglio situato tra Creta e Rodi, nello splendido e cristallino Egeo



martedì 10 luglio 2012

Si guarda avanti

La condizione fisica migliora, anche se la malattia non è guarita. Si guarda avanti, senza attività sportive che coinvolgano le gambe, mentre le braccia hanno ripreso a funzionare e mi permettono ancora di nuotare. Periodo di trasferte per il Geco, ecco qualche cartolina.

 
Cancun, Messico, maggio 2012:
Biosensors 2012, 22nd World Congress on Biosensors. Presentazione del lavoro “Isolation of Pancreatic Islets by Dielectrophoresis”. Conferenza in centro congressi vista mare, proprio un bel posto. 

 
Kos, Grecia, giugno 2012:
elioterapia, destino vuole proprio sull’isola che ha dato i natali ad Ippocrate. La speranza è che propizi la guarigione. Funziona, il riposo e il sole migliorano la condizione muscolare.

Seattle, Washington, USA, giugno 2012:
Fifth Annual Course on Point-of-Care Diagnostics for Global Health, University of Washington. Unica europea selezionata per frequentare la scholarship internazionale organizzata e finanziata da PATH (www.path.org), una bella soddisfazione personale. Intensa esperienza professionale ed umana, con tante nuove amicizie da tutto il mondo. Difficile per me percorrere a piedi i lunghi viali del campus universitario, per fortuna le compagne di corso sono state comprensive. Se penso alle distanze che percorrevo prima… destino beffardo.

     

martedì 13 marzo 2012

La malattia

Con gli ultimi esami sembra meglio delinearsi il volto di questa malattia. È di tipo endocrino, nasce da una carenza ormonale e provoca uno squilibrio ionico che consuma le ossa e blocca i muscoli, privandoli della capacità di rilassamento dopo la contrazione e arricchendoli di nuovi nocicettori profondi, lasciandoli così in dolorosa tetania. Si manifesta con riassorbimento osseo e miopatia dei muscoli profondi e prossimali, con dolore muscolo-scheletrico refrattario, cronico e aspecifico. La terapia da poco iniziata dà i primi segnali di miglioramento. Ci vorranno alcuni mesi per riequilibrare il tutto, ma la prognosi è buona. Quanto all’attività sportiva, azzerata da ormai 6 mesi, resta ancora sospesa, fino a quando non starò bene e avrò recuperato la normale funzionalità del movimento.

venerdì 3 febbraio 2012

Problemi di salute

Un lungo percorso di insistente dolore: sordo e profondo, costante ossessione; oppure vivo e tagliente, violento; oppure così strano, da far bruciare, da non capire. Sempre presente, il giorno e la notte, in qualunque posizione. Cattiva compagnia che consuma le giornate sprecando quotidiane energie. Prima dubbi, paure. Poi le prime risposte.

Nessuno nasce perfetto, e quando i difetti sono tanti, i loro danni si sommano. Il disegno delle ossa, gli ingredienti del collagene, il numero dei globuli bianchi. Per alcune cose esistono rattoppi, per altre non c’è niente da fare. Poi ci sono gli errori, propri ed altrui. Poi ci sono quei problemi che capitano, semplicemente perché possono capitare. E se si sommano ai difetti, ne esce un gran casino, ed è più difficile venire a capo della questione, arrivare a capire cosa e perché.

L’attività sportiva è azzerata da mesi. Ora ne soffro meno, è un bel risultato. Certo, mi dispiace, ma in questo momento ho altre priorità. Certo, mi piacerebbe poter riprendere un giorno. Non potrà più essere come prima. Forse, conoscendo alcune radici del problema, posso preservarmi un po’ di più.

Un lungo percorso. Tanti incontri, troppa saccente e costosa ignoranza, ma anche ascolto e professionalità. Imperdonabile la superficialità di chi mi ha fatto perdere tessuti che non ricresceranno più.

Condividere avventure e disavventure in rete. Fa un po’ sorridere quel protagonismo che ingigantisce fugaci banalità, nel bene e nel male. Un po’ deludente l’invidioso silenzio nei momenti positivi e il dubbio interesse nei momenti negativi. Grazie a chi conserva un lontano pensiero silenzioso. Grazie soprattutto a chi è rimasto sempre vicino.