giovedì 22 maggio 2025

Vertical del Lago di Como 2025

Carate Urio, 18 maggio 2025

Il mio primo vertical. L’occasione per raccontare un’altra storia. Alziamo il livello di astrazione 😊


“Le sorelle del castello”

C’era una volta un castello, dove vivevano due sorelle che si chiamavano Kokóro e Yàma. Kokóro era piccola, seguiva solo il suo cuore e non voleva sentire ragioni, e per questo finiva spesso per farsi male. Yàma era grossa come una montagna, agiva sempre con ferma razionalità, e sentiva il dovere di proteggere la sorella affinché non si facesse male. 

Le due sorelle non erano mai d’accordo, e litigavano spesso. Quando una voleva studiare, l’altra voleva cantare a squarciagola tutto quello che provava. Quando una aveva gli occhi che brillavano di fiducia, l’altra fiutava il pericolo.

In un buio giorno di inizio inverno, Kokóro corse giù per le scale del castello, piangendo, fino alle segrete più profonde. Yàma indossò l’armatura, impugnò la spada, e si mise a difesa del castello: nessuno poteva più passare. E disse: “Riposa, sorella. Ora lascia fare a me. Ti prometto che un giorno ti porterò sulla montagna, dove sarai libera di risplendere, e la tua luce spazzerà via coloro che portano l’ombra nel cuore”. 

In un luminoso giorno di fine inverno, Yàma e Kokóro partirono per un lungo viaggio e iniziarono la salita alla montagna. Giunte alle porte del deserto, Yàma si fermò e disse: “Kokóro, ora tocca a te. Prosegui da sola. Sollevati in volo, e punta alla vetta”. Kokóro aprì le ali e si alzò in volo, falco del deserto. Volò sempre più in alto, fino alla vetta. Giunta sulla cima della montagna, Kokóro si guardò attorno. Vedeva solo bellezza, e provava solo amore. Le scese una lacrima. E disse: “Io sono Kokóro. Io sono l’amore puro, che nulla chiede in cambio. Chi ferisce me, ferisce l’essenza della Vita”. E dal pendio a valle, la voce della sorella le fece eco: “E io sono Yàma, la montagna posta a tua difesa”. Le due sorelle non litigavano più: avevano trovato il loro equilibrio, come le due sinuose parti di uno yin e yang. 

Stanche per le loro fatiche, andarono a coricarsi. L’indomani, al sorgere del sole, Kokóro e Yàma non c’erano più. Una nuova entità si era formata dalla loro fusione: non era nè piccola, nè grossa, era grande. Era bella, statuaria, dallo sguardo fermo e fiero, imperturbabile. Se in un momento c’era amore, lo lasciava scorrere libero, apertamente, perché era giusto così. Se in un momento c’era sopruso, attaccava senza esitazione, irremovibile, perché era giusto così. Se in un momento c’era pericolo, lo attraversava con passo composto e impavido, con lo sguardo rivolto all’orizzonte oltre la nube, perché era giusto così. Era nata Fudōshin, e si incamminava verso l’inaspettato con equilibrio e con profondo ed imperturbabile spirito.


sabato 3 maggio 2025

Linzone Trail Lungo 2025

Dopo tanto tempo, ritorno a trovare il mio amico Abraham Linzon. Ma questa volta partecipando ad un evento che me lo fa esplorare in lungo e in largo per inediti sentieri. Linzone Trail Lungo (LTL): 29 Km, 1700mD+, 6 aprile 2025.

Percorso bellissimo. L’hanami dei ciliegi selvatici in fiore, accompagnato dal tambureggiare del picchio. E anche l’hanami dell’aglio orsino, sebbene il suo odore non mi piaccia molto. Più su i boschi di bianchi tronchi di betulle, dove abitano le fate e dove canta il luì piccolo. Più su l’erba e i primi crochi. E davanti c’è Abraham: oggi è bello, bellissimo, circondato dal cielo azzurro, viene voglia di abbracciarlo. E poi di rimanere lassù, ad osservare i monti lontani. La discesa per prati e poi boschi sempre diversi, con sentieri ben puliti e a tratti tracciati appositamente per la gara: complimenti all’organizzazione! Correre in questi boschi è bellissimo: non ci sente più “se stessi”, quanto piuttosto “dispersi” nella bellezza intorno. E questo mette tanta pace. Sensazioni così belle che invitano a partecipare ancora a questo tipo di eventi. Sicuramente la giornata splendida ha contribuito alla magia.

Per la cronaca: prima partecipazione ad un trail. Regolamento letto, materiale obbligatorio preso. Un po’ di preoccupazione, perché non so bene cosa mi aspetta. Alla partenza l’ambiente fa una buona impressione: gente semplice, pochi fronzoli. Obiettivo concludere entro il tempo limite di 6 ore: tempo finale 5 ore, bene. Sempre con i bastoncini, perché la montagna senza il 4x4 non è pensabile per me. In salita bene, sembra di sciare, con la differenza che le braccia spingono una per volta anziché insieme (il prossimo inverno prendo gli sci da alternato, voglio imparare anche quello). In discesa non so come si fa, devo imparare. Obiettivo concluderla senza storte alle caviglie (che non la gradiscono), tutto ok. L’episodio più divertente: durante la salita, un bimbo di pochi mesi che, scendendo trasportato nello zaino porta-bimbo, fa le pernacchie a tutti i corridori che incontra. E io inizio a ridere e non la smetto più. 

Una gran bella esperienza che lascia la voglia di ritornare a correre per sentieri. 

Grazie Abraham.