Cortina - Dobbiaco, 31 Maggio 2009Trasferta con la Squadra, destinazione Cortina - Dobbiaco Run, per la seconda volta su quei 30k, quest'anno presi come allenamento per l'Abetone.
|
| La partenza. Temperatura di 5 gradi e pioggerellina, che buffa situazione, fa sorridere, domenica scorsa c'erano solo 30 gradi in più! Il bello del nostro mestiere di podisti, ormai in borsa sempre l'abbigliamento running 4 stagioni, la scelta al momento. 3000 persone aspettano di partire riparandosi dalla pioggia sotto il tendone, impossibile ritrovare compagni di corsa e di web. Il fiume di gente verso la linea dello start, riesco ad entrare solo nelle retrovie. Lo sparo, l'attesa per lo start, si comincia a trotterellare.
|
La salita. La strada affollatissima, si procede piano piano. Il Garmin non ne vuole sapere di trovare i satelliti, forse offeso perchè dimenticato a casa la scorsa settimana. Basta, lo spengo, non mi interessa e non ne ho bisogno, sarà un'uscita senza tempo e senza numeri, unico fine la meta, unico mezzo la corsa. Il passo tra la folla è davvero troppo lento, all'ingresso nel bosco comincio a procedere sulla corsia di emergenza, tra sassi, radici ed erba, pur di portarmi avanti un po'. Solo dopo 4 o 5 km la corsa diventa finalmente regolare. Si sta bene, la temperatura è buona, le leggere goccioline d'acqua nemmeno bagnano la maglia (niente a che vedere con l'acqua della scorsa Torino!). Verso l'ottavo km mi invade uno strano piacere, saranno le endorfine, sarà l'ossigeno in quota, ma mi sento proprio bene, mi sembra di stare su una nuvola morbida. Intorno il bosco e il suo profumo bagnato, il torrente di acqua limpidissima. Che bello. Mi risveglio all'incontro con la blogtrotter Cristina, anche per lei impossibile il point alla partenza, ma è bello trovarsi anche così, e scambiare due parole sul percorso.
La discesa. Rieccoti. Ho un conto in sospeso con te: l'anno scorso ti ho affrontato con calma, perdendo molte posizioni guadagnate in salita. Eh no, quest'anno non mi freghi. E il Geco scioglie le briglie: senza esagerare, dato che la strada è ancora lunga, ma si lancia giù, come se fosse tra gli arbusti della macchia. Le gambe vanno da sole, la testa è altrove e mette in play (e replay) le canzoni della radio del giorno prima, durante il lungo viaggio. I chilometri volano via in allegria. Tre le note del 28° si fa largo un pensiero: la certezza che all'arrivo avrei trovato il Maestro.
L'arrivo. Pochi metri al traguardo, dopo la curva compare sul tabellone un tempo che mai avrei immaginato, sono davvero contenta, real time 2h:45':12''. Due passi dopo la medaglia, ecco il Maestro! Il saluto, l'inconfondibile sorriso, e l'arrivederci alle prossime vacanze. Il ritrovo con i compagni di Squadra, complimenti per i loro temponi e moltissime grazie per la bella gita, ancora spendidamente organizzata e in ottima compagnia.