È successo
che… Pensavo che non mi
sarei più iscritta a eventi di questo tipo. Invece poi è successo che…
l’allenamento è un’abitudine, la sveglia suona sempre alle 6, o per andare al
lavoro o per allenarsi, e un’oretta per me la voglio trovare, quasi ogni
giorno. E poi è successo che… trovo sul mercatino dell’usato una (bellissima)
Bianchi in carbonio taglia 47, e quando mi ricapita… Fatto sta che decido di
provarci ancora. Destinazione scelta in funzione della gestione familiare: con
bimbi al seguito per far loro vivere una nuova esperienza, quindi quando le
scuole sono finite, dove il viaggio è il più breve possibile, e dove tutta la #family
può stare bene. Risultato: Walchsee, Tirolo austriaco, inizio luglio.
In forse fino all’ultimo. Le due settimane prima della partenza sono un’incognita. Prima la febbre di #bimbodue, ma forse è solo una reazione al vaccino della settimana prima… Poi il febbrone di #bimbouno, una settimana di influenza condita con streptococco. Poi passano qualcosa a me, che trascorro la settimana della gara con mal di orecchie e mal di gola. Ma siamo in miglioramento e il venerdì decidiamo di partire. Il sabato mattina io e #bimbodue ci alterniamo in bagno, ultimi strascichi dei virus “padani”. Pomeriggio in miglioramento, quindi porto comunque la bici in zona cambio: se partire o no la domenica mattina, lo decido in base a come passo la notte.
Guardando intorno. A differenza di altre gare, qui la maggior parte degli atleti è della zona. Molto giovani, molto magri. Piuttosto essenziali e “spartani”, rispetto a quelli che si trovano in altre gare in cui l’expo sembra la passerella delle vanità. Questi sono forti, tutta sostanza e zero fronzoli. Qui il livello è più alto. Riuscirò a stare nei cancelli?
Vabbè, partiamo. Domenica mattina. Come previsto piove e la temperatura è di 15 gradi. Porto sacche e termos in zona cambio e rientro in hotel per mettere la muta. Tra l’altro, bellissimo “family hotel” sul lago, esattamente a metà strada tra la partenza del nuoto e la zona cambio. Indossare la muta in camera e non “per terra” è un plus notevole! Affollamento di atleti sul piccolo prato del lungolago, che lascia i bimbi un po’ spaesati. #bimbouno vede la mamma “in ansia”. Eh già, ha capito. #marito mi invita a entrare in griglia e non partire per ultima… ok... Poca voglia di partire, come sempre. Un saluto a tutti e si va verso l’acqua.
La gara. La temperatura dell’acqua è piacevole, anche l’odore leggero di questo lago verde chiaro. Mi sento stanca, nuoto ma non sento le braccia fare forza nell’acqua. È un rolling start ma molto ravvicinato, quindi si nuota in gruppo, e mi dà fastidio la presenza di altri vicino, soprattutto quando ci sono “contatti”. Che esagerata, si vede che sono troppo abituata a stare da sola. Comunque, il nuoto procede tranquillo. Finalmente verso l’ultima parte di percorso anche le braccia “si svegliano” e iniziano a spingere. Quando si esce dall’acqua fa freddo, per me molto freddo. Tremo come una foglia e mi battono i denti. Mi trovo un angolino nella tenda e resto lì, cambiandomi, asciugandomi e bevendo acqua calda dal mio termos, fino a che non smetto di tremare e sono in grado di tenere la bici. Ormai mi conosco, le brutte esperienze in allenamento insegnano: fondamentale per me è non disperdere calore, quindi maglia wind stop, manicotti, e soprattutto gambali. Ho caratteristiche di metabolismo e circolazione diverse da quelle degli altri, punto. Parto in bici e devo percorrere due giri. I primi 30 km non passano più: mi sento stanca, piove, sull’asfalto bagnato ho sempre timore, e iniziano ad arrivare da dietro oggetti velocissimi e molto rumorosi, che si rivelano essere le bici da crono con ruota lenticolare posteriore degli atleti che stanno percorrendo il secondo giro. Che casino, sembra di essere sorpassati da un mezzo a motore! La solita esagerata, troppo abituata a usare i rulli o uscire da sola alle 5:30 del mattino. Dal km 30 al 40 comincio a stare meglio, a sentirmi meno stanca. E quando inizia il secondo giro mi sento finalmente bene e libera: l’asfalto inizia ad asciugare e da dietro non arriva più nessuno a rompere… il silenzio! La strada chiusa al traffico è tutta per me, top! Le gambe iniziano a spingere sui pedali. Non conosco i tempi parziali dei due singoli giri, ma di sicuro il secondo è più veloce del primo, oltre che finalmente goduto. Solo qualche fitta alle orecchie nel tratto finale, che dà l’ingannevole e ormai nota sensazione che la bici stia sbandando, anche se non è così. La bici è comodissima, il percorso è un continuo saliscendi nel verde, con diversi tratti su stradine strette in mezzo ai pascoli, con le mucche che ti guardano a pochi metri. In salita no problem, in discesa sono una pippa, lo so, ho paura e freno, e non so fare le curve, ma chissenefrega, arrivo in zona cambio intera e soddisfatta. La temperatura è salita, ci saranno circa 20 gradi; quindi, vestiti freschi e asciutti e si inizia a correre. La corsa è sempre la frazione più tranquilla: si innesca il pilota automatico e via. Il percorso prevede 4 giri del lago ed è molto bello e piacevole, immerso nel verde, un po’ asfalto e un po’ (apprezzatissimo) sterrato, con magnifica vista sui monti intorno. Correre qui è tutta salute, e penso che questo percorso sarebbe perfetto anche per i bimbi in bicicletta. Caloroso tifo delle persone lungo il percorso: solo dove parlano tedesco i tifosi restano ad incitare anche gli ultimi! Molto apprezzato. Ecco il traguardo, ed ecco anche la #family al completo che mi aspetta! Finisher. Tempo finale 7h27’, molto bene per me, pensavo di più. Non dovrei più iscrivermi a questi tipo di gare... questo è uno sport per giovani, oppure per gente forte: giovane non lo sono più, forte non lo sono stata mai… Però dà occasioni di viaggiare scoprendo posti bellissimi che altrimenti non conoscerei…
La vacanza. La gara è anche l’occasione per far trascorrere alla #family un fine settimana in montagna, in un posto dove non parlano italiano, e dove non mangiano la pasta! I bimbi sono molto incuriositi da questa avventura. Per fortuna che qui cucinano una “carnina gialla” buonissima (leggasi: schnitzel). L’hotel offre tantissimi servizi: grande appartamento con camera matrimoniale, soggiorno con divano letto per i bambini, cucina completa di tutto (pure microonde e lavastoviglie!); grande parco con tanti giochi per i bambini (altalene, scivolo, scivolo a tunner, salterello gigante, campo da volley e campo da basket); piscina esterna riscaldata, piscine interne grande e piccola per i baby ospiti, sauna, palestra, sala giochi. Una famiglia con bambini qui può stare davvero benissimo, anche quando piove - come la mattina della gara, quando #marito, #bimbouno e #bimbodue trascorrono due piacevoli ore nella calda piscina tutta per loro. E tutto compreso. Non ho mai trovato alloggi di questo tipo in Italia (a prezzi ragionevoli intendo…): solitamente nel nostro Paese la famiglia con bambini è quasi “un fastidio” per l’offerta turistica, qui invece è la benvenuta. E qui capita di vedere per le stradine di campagna genitori in bicicletta con baby ciclisti su bici senza pedali che seguono allegramente. Anche l’offerta fuori dall’hotel è molto ricca: dalle classiche passeggiate per sentieri, all’esplorazione in barca del lago (sia #bimbouno che #bimbodue al timone!), al minigolf. Il tutto immerso nel verde di prati e boschi. Ci piace proprio questo posto, ci invoglia a tornare. Anche l’offerta alimentare al supermercato è molto buona: carne, pane, frutta, verdura, tutto di ottima qualità e a prezzi ragionevoli. Possibile che in Tirolo le ciliegie costano meno che in Lombardia? Sulla qualità della carne, probabilmente oltralpe gli animali respirano meglio di quelli “padani”. È ora di tornare a casa, tra le proteste di #bimbouno e #bimbodue che vogliono restare qui. Walchsee ci piace, magari ci torniamo ancora. Località consigliata: sia ai triatleti che vogliono fare una gara immersa nel verde, sia alle famiglie con bambini che vogliono fare una vacanza in montagna.