giovedì 5 settembre 2013

Il Triathlon Sprint di Lavarone

Lavarone (TN), 1 settembre 2013

Rientro sul campo di gara dopo due anni di inattività, a causa della malattia. L’obiettivo è dimostrare che, nonostante quello che è successo, posso tornare a fare quello che facevo prima. Ci vuole un bel posto però, stimolante, che mi faccia assaporare il piacere di essere lì, indipendentemente dalla “gara”. Senza preparazione specifica alla triplice disciplina, ma fiduciosa che lo “spensierato vagabondare sui monti” in agosto sia stato un buon allenamento.

Lavarone, località tra i monti del Trentino, a 1100 m slm. Il posto mi piace molto, ci sono stata diverse volte per lo sci di fondo, in inverno, e per la prima volta lo vedo nella sua veste estiva. La vigilia, cena a Malga Millegrobbe, con vista sui prati dell’altopiano: succulente braciolette di cervo, di una bontà indescrivibile… non è rimasto un filo di carne attaccato all’osso. Notte di gran sonno nell’hotel affacciato sul lago, dove si nuoterà la prima frazione.

Pensavo ad una garetta tranquilla tra i monti, ed invece ecco qui il ritrovo delle atlete pro del triathlon e non solo… La mattina la gara del paratriathlon: non riesco ad immaginare come si possa nuotare o guidare una bici senza le braccia o senza una gamba, eppure… Grandi uomini, e meritevoli anche gli atleti pro che fanno da guida ai non vedenti. Quindi la partenza del triathlon sprint.

Prima frazione - 750 m nuoto. Indossata la muta, comincia la frazione nuoto nel laghetto montano. Ha un buon sapore sulle labbra, più delicato delle acque dei laghi a basse quote. Punto la prima boa, ma vedo che il gruppo prende un giro largo: tengo la mia traiettoria diritta, non mi serve fare metri in più, e preferisco non avere altri vicino. Seconda boa: ho freddo ai piedi, muoversi. Terza boa: prima che ci raggiungano gli uomini della batteria successiva, muoversi! Geco Loch Ness soddisfatto all’uscita dall’acqua.

Prima zona cambio - epica. Attenzione a non fare movimenti bruschi in zona cambio, prima che qualche lasso tendine vada fuori posto. Via la muta e il resto. Mettere calzini, scarpe, casco, occhiali, giacchino anti vento (siamo in quota, e in discesa fa freddo), guantini (arrivo a mala pena a prendere i freni della bici, ci manca solo di avere le mani fredde). Ah, già, mettere tutto nel sacco giallo e chiuderlo, se no non lo portano all’arrivo. Ah, sì, il pettorale, infilato, ops, è al contrario, ritoglierlo, rimetterlo. Ok, ci sono, si può partire! Con tutto il tempo che ci ho messo, avrei potuto nuotare ancora mezzo lago….

Seconda frazione - 20 km bici. Finalmente mi metto comoda. Un percorso bellissimo: nei boschi, nei prati, nei piccoli borghi. La giornata limpida regala panorami stupendi: i monti con lo sfondo azzurro del cielo, la vista sull’altopiano. Un percorso su e giù: un continuo alternarsi di salite e discese, senza un metro di pianura, non ci si può annoiare! Pedalare in montagna così è davvero bellissimo. Quasi mi dispiace scendere dalla bici…

Seconda zona cambio - ancora epica. Attenzione a non fare movimenti bruschi. Mettere la bici sul tubo, mannaggia quanto pesa, eppure è piccola, ahia il braccio, vabbè tanto a correre non serve. Ok, è su. Togliere tutto quello che non serve più. Togliere i plantari dalle scarpe bici e metterli nelle scarpe corsa. Ok, si può partire! 

Terza frazione - 5 km corsa. Ma dove vanno tutti così di fretta? Ah, sono quelli che stanno concludendo già il secondo giro. Io trotterello con il passo che mi viene. Mi sento comoda anche a corricchiare, bella sensazione. Nel mese di agosto ho corso solo un’oretta, una volta, i primi del mese: le sensazioni non erano buone e quindi non l’ho fatto più. A pensarci anche a luglio era stata la stessa cosa: una prova di un’oretta e basta, non era il caso. Oggi invece la sensazione è buona: si vede che lo “spensierato vagabondare sui monti” è servito come allenamento alle gambe. Anche questa frazione è tutto un saliscendi, senza un metro di pianura. Si gira soprattutto nelle strette vie del paese, tra le case di pietra. Quando sono al secondo giro incrocio altre donne: questo significa che non sono in ultima posizione, bene!

L’arrivo. Ultimi metri tra il pubblico, il saluto ai festosi compagni di squadra, e stracontenta taglio il traguardo. Obiettivo raggiunto. Quello che era da dimostrare, è stato dimostrato. Un grazie speciale a lui, senza il quale tutto ciò non sarebbe stato possibile.