Duathlon: Isso (BG), 6 Novembre 2010
Manifestazione alla sua prima edizione e organizzata da Matteo Annovazzi: triatleta bergamasco, Campione Italiano di Ironman, atleta del team Peperoncino e lavoratore della Vipiemme, azienda bergamasca che produce pannelli solari (da cui il nome “Eco” Race). Gara valevole per il rank 2011 degli atleti elite, ma aperta anche agli amatori. Distanza sprint: 5 km di corsa, 20 km in bici, 2,5 km di corsa.
Ci ho pensato un po’. La decisione di provarci dopo la “simulazione” del sabato precedente, in cui ero riuscita a completare le tre frazioni in meno di due ore, il tempo limite per la gara. Alè alè, c’è sempre una prima volta e soprattutto c’è sempre da imparare! E così, con una buona dose di timore e una di incoscienza, mi ritrovo il venerdì sera alla presentazione della gara e dei top atleti. Che ambiente frizzante! Un piacere fare la conoscenza di Matteo Annovazzi, ragazzo dallo sguardo attento e dal sorriso rassicurante, di fronte al quale si avverte qualcosa di umanamente intenso: dev’essere anche questo che lo rende un grande atleta e che fa sì che tutti i suoi numerosissimi amici gli vogliano un gran bene. |
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Poche ore di sonno la notte prima del “gran giorno”, la tensione è parecchia. Tutt’intorno triatleti seri. Sorrido della mia incoscienza, voglio provarci. Ritirati i pettorali (il mio e quello di Lady – la mia bici da corsa), mi incammino verso la zona cambio. Tengo per mano la mia Lady come se accompagnassi una bambina al suo primo giorno di scuola. La sistemo nel posticino assegnato e le metto vicino tutto quello che servirà. Chiedo ad una gentile giudice di gara quali sono le regole del gioco: ok, memorizzate. Un comodo pullman porta gli atleti nel paese vicino, alla partenza della prima frazione di corsa. Partono gli atleti tesserati; dopo alcuni minuti gli atleti amatori, tra i quali ci sono anch’io.
Prima frazione: 5 km di corsa. Intorno il silenzio dei campi, alle gambe il ritrovato piacere della corsa, dopo tanti mesi di sofferenza. Alzando gli occhi al cielo, ecco di nuovo il volo della gru dalle grandi ali blu, che ora ha la coda della fenice, fatta di tante treccine gialle che ardono di fiamme vivaci. Per il mio piccolo motore diesel che tanto impiega per scaldarsi e andare a regime é un progressivo da 5’ a 4’30’’, come immaginato. In un attimo è già la zona cambio. Indosso pantaloncini imbottiti (altrimenti là sotto son dolori…), maglia del completo da sci di fondo (perfetta antivento e più economica dell’abbigliamento per ciclisti!), casco, guanti, scarpette da cenerentola, e via! Corricchio lungo il tappeto rosso tenendo Lady per mano. Intorno voci, grida, incitamento. Comprendo lo stupore di chi vede passare prima triatleti d’elite e poi chi si attarda ad infilare la treccia tra le fettucce del casco, ma io di altro non mi curo se non della mia piccola. Finisce il tappeto rosso, adesso serve concentrazione: è solo la terza volta che uso la mia Lady su strada, è sempre stata sui suoi rulli.
Seconda frazione: 20 km di bici. Eccomi in sella alla mia Lady. Vai piccola, adesso tocca a te! Sono due giri da 10 km. Wow, mi sembra di volare su questo asfalto di pianura, strabello! Sento che la strada è più morbida dei rulli e metto il cambio più duro. Mi assesto al di sotto del “limite”, intendendo per limite quella pedalata che fa sentire affaticamento ai quadricipiti. Per la prima volta vedo la misura della velocità: 30 km/h. Poco per i veri atleti, molto bene per me. Quanto mi diverto. Pure un tratto in pavè: per fortuna comparso di sorpresa dopo una curva e quindi percorso pedalando a tutta per non perdere l’equilibrio. Numerosissimi e preziosissimi gli angeli custodi con il giubbino arancione e le bandierine in mano, posti a tutti gli incroci e le rotonde per vegliare sui ciclisti e sopportare le imprecazioni degli automobilisti. Grandissimo il lavoro di questi volontari, per i quali trovo il fiato per urlare un “Grazie!”. Taglio tutte le rotonde che diventano così quasi diritte, divertentissimo. Durante il mio primo giro mi sorpassano gli atleti veri: luminose saette sfrecciano via come un sussurro. Il secondo giro arriva anche per me, e poi di nuovo la zona cambio. Attenzione nello sganciare le scarpette… ok, ci sono, ancora in piedi. In un attimo tolgo tutto e sto già correndo.
Terza frazione: 2,5 km di corsa. La sensazione di correre appena scesa dalla bici è strana: sembra di avere le gambe imballate e di essere ferma, in realtà corro come prima. Dopo un breve tratto di asfalto, ecco un morbido sentiero protetto dagli alberi. Che bel posticino tranquillo! Distende la mente, dopo la concentrazione per la bici su strada! I polpacci ringraziano l’erba e la terra bagnata. Appena fuori dal boschetto si attraversa la centrale fotovoltaica da 4 MW: wow, straganza! Che pannelloni giganti! La curiosità distoglie dalla stanchezza e dopo una curva la porta del traguardo. Ce l’ho fatta!
Sono arrivata! In 1h18’, pensavo di impiegare molto di più. Un mesetto fatto solo di rulli e tapis roulant ha dato i sui frutti. Sono contenta, contenta, contenta. Mi piomba addosso un gasamento che mi metteri a saltellare e scodinzolare. Il saluto ad un amico. Il ringraziamento all’attento e sorridente organizzatore. Ritorno dalla mia piccola: una carezza sul manubrio e un’amichevole pacca sulla sella, la ringrazio perchè è stata bravissima, la prendo per mano e ritorniamo alla base. Doccia calda e pasta party nella mensa della Vipiemme: davvero un’ottima organizzazione. Quindi le premiazioni davanti ai grandi pannelli che per l’occasione sorridono calorosi agli atleti. Come sono felice. Mi mancano le parole per descrivere la gioia provata per essere riuscita a portare a termine questa “impresa”. Con tutto quello che ho sofferto quest’anno, dopo 8 mesi senza corsa, chi l’avrebbe mai immaginato. Il mio primo pettorale del 2010. Nel solitario rientro a casa scappa qualche lacrima, ma questa volta è solo gioia, mista a un po’ di stanchezza :-) Bellissima esperienza, che lascia la voglia di riprovare.
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Il podio maschile | Il podio femminile (1^ Maria Alfonsa Sella, Campionessa Italiana Ironman) | Gli organizzatori: Peperoncino e Vipiemme |
Corsa: Cenate Sopra (BG), domenica 7 Novembre 2010
Nuovo questo tipo di stanchezza: i muscoli delle gambe stanno bene, solo qualche crampo all’addome dovuto probabilmente alla tensione. Gli adduttori non si fanno per nulla sentire: ufficialmente promosse le New Balance 902, categoria A2. Sono le uniche che non mi risvegliano gli adduttori, quindi d’ora in poi userò sempre queste. E quindi, domenica…
Irrinunciabile il ritorno alle origini per una non competitiva dal gusto selvatico, come piace a me, su e giù per sentieri nei boschi. Per riposare il fisico ma soprattutto la mente dopo la tensione per la gara del sabato. Una meraviglia d’autunno piovoso, di foglie d’oro su fango morbidoso, di bosco bagnato e terra profumata. Del tutto inaspettata la risposta del fisico, che chiedeva salite su cui sfogare la sua carica e sulle quali ha goduto come mai prima d’ora. Tanta pioggia. Ritrovato piacere. Alla fine sono 16 km di gustoso saliscendi in 1h35’. Che bello, sto bene. Nella solitudine del rientro a casa scappa ancora qualche lacrima, anche qui solo gioia, mista a un po’ di stanchezza :-) Alè alè, basta adesso, che c’è da tagliare la legna! Saluti Blogtrotters, buona settimana!