martedì 22 marzo 2011

La mia prima Gran Fondo

Gran Fondo Franciacorta Sebino, 20 Marzo 2011

Iscritta alla Gran Fondo di 109 km lungo il lago d’Iseo e le salite della Franciacorta. Con una ricca dose di incoscienza e con tanta voglia di imparare ad usare la bici su strada, dopo un inverno trascorso esclusivamente sui rulli.

Aspettando il via guardo i ciclisti sganciarsi e scendere con passettino agile dai pedali e provo anche io questo gesto: molto utile, servirà. Alla partenza dovrei stare con le donne, in prima batteria, ma non me la sento di trovarmi in mezzo a quei 2200 ciclisti veri e mi porto in coda, nelle retrovie. Questo significa ritrovarsi subito in mezzo al traffico, nella coda di auto rimaste ferme per lasciar passare il gruppo dei primi e dirette alla gita domenicale sul lago: un delirio, molto pericoloso. E la bicicletta è un mezzo, che deve rispettare il codice della strada, le rotonde, i semafori, i pedoni, i passeggini… Finalmente la strada si fa più libera e i pedali cominciano a girare. La costa del lago d’Iseo: il sole piacevole, le lunghe e buie gallerie in cui confidare solo nel bianco della mia Lady, le buche sull’asfalto irregolare, la guida pericolosa di automobilisti che di sportivo hanno solo il nome della macchina. E poi il vento contro, che frena l’avanzata e che porta a rannicchiarsi sulla bicicletta. E le raffiche, che fanno stringersi alla bicicletta tenendola stretta per non farla sbandare. Dopo 90 km la salita alla montagna, con rampe al 20% difficilmente pedalabili, dove camminare con le scarpette da bici è impossibile perché scivolano all’indietro e dove avanzo scalza per portare la mia Lady su. Dove la salita ritorna pedalabile, la mente entra in crisi e non vuole più andare avanti. Ma, a differenza di quanto provato nella corsa, le gambe continuano a pedalare con quel loro movimento lento e costante, arrampicandosi fino alla vetta. Non so come facciano, ma sono molto contenta di loro. La sofferenza provata lungo questo tratto è seconda solo a quella provata lungo gli ultimi km dell’Abetone. Il ricordo di quella fatica è stimolo per andare avanti. Quindi la discesa, affrontata con stanchezza e timore, sentita fredda e rigida, con le auto e le moto che passano a fianco: qui mi manca proprio la tecnica, prima o poi la imparerò. Al rientro nel traffico lungo il lago sbaglio strada, chiedo indicazioni, e finalmente taglio il mio traguardo. In classifica non ci sono perché il mio chip non beepava: non sapevo dove metterlo e l’ho infilato in tasca, poi mi hanno spiegato che andava messo sulla ruota… J

Adesso so che sono capace di pedalare per 109 km. Sui rulli non avevo idea. Per essere la quarta volta che la mia Lady tocca l’asfalto sono molto soddisfatta. Bella esperienza, ho imparato tantissimo! Uno speciale grazie a lui, che mi è stato vicino alla partenza e che mi ha aspettato all’arrivo.

L’indomani mi sento “cotta” e mi fa male tutto, tranne le gambe. Molta la stanchezza dovuta all’attenzione continua da prestare alla strada: non è certo come la corsa, che concede quel piacevole e rilassante perdersi. Però la sensazione lasciata dalla fatica è simile, e questa mi accompagnerà finchè non potrò di nuovo correre, perdendomi tra le nuvole, come una volta. Il ciclismo è un’altra disciplina, che merita di essere imparata. Alla prossima! Bye by Sarah


9 commenti:

  1. Bel debutto Saretta ...son certo però che la corsa ti resterà nel cuore.

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  2. Eeee..corsa, sci nordico, bici.. qui siam diventati polisportivi! Complimenti per la gara!!!

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  3. brava Sara!
    chissà che si scaldi l'aria così iniziamo le salite :)

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  4. @ Gian Carlo: ciao Gianca, sapessi quanto mi manca la corsa, ormai è un anno e mezzo, spero un giorno o l'altro di riuscirci ancora...

    @ La Polisportiva: ciao Polisportiva! Eh, per forza, tolta la corsa ho dovuto cercare alternative! Hehe, ne ho in mente un'altra, che sicuramente pratichi e ti piace... prossimamente! :-) Bye by Sarah

    @ Tosto: grazie Tosto, ma più che brava incosciente.. :-) Beh, le salite si possono già fare e ti assicuro che scaldano, sono le discese che fanno prendere aria fredda! A presto by Sarah

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  5. Il piede di un'atleta forte come te non può toccare la terra. Mai.
    Se la salita si fa dura occhio al pacco pignoni.
    Due denti in più e le gambe sapranno esserti riconoscenti.

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  6. Ottimo debutto Sara! Devo fare qualche esperienza del genere,la confusione iniziale mi spaventa tantissimo,non pensavo lasciassero aperto il traffico..

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  7. @ Brady: hai ragione Brady, quando sono scesa ho visto che avevo ancora un pignone, però non so se ce l'avrei fatta anche con quello, il 20% dopo 90 km mi ha psicologicamente piegato! Sarà per la prossima volta! Thanks and bye by Sarah PS: ormai anche io ciclista per necessità :-)

    @ insane: ehh, diciamo che sono stata molto contenta di riuscire ad arrivare alla fine! Io per evitare la confusione mi sono messa in coda, ma così mi sono beccata tutto il traffico da subito! Meglio saper andare in mezzo al gruppo di ciclisti! Il traffico era chiuso per il gruppo di testa, aperto dopo 15 minuti dal passaggio dei primi, ma per 2400 ciclisti che si dovevano incanalare su quella strada stretta questo ha significato strada aperta per la maggioranza già dopo pochi km (9 minuti per transitare sotto la start line...), ci sono state polemiche al riguardo. La partenza era anche tardi, 9:30, altre GF partono molto prima, quando i turisti della domenica dormono :-) Comunque, tutta esperienza molto utile!!! Bye by Sarah

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  8. bella bici e bella pedalata! in bocca al lupo per le prossime salite :)

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  9. Dopo aver consumato le tacchette su una salita fuori scala, ho imparato a cambiare il pacco pignoni. Bastano pochi minuti e le due chiavi giuste.
    Sciocchezze per un ingegnere come te :)

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