Graziella degli anni ‘60, firmata Jacques Anquetil. Ma come farà una biciclettina così piccola a pesare così tanto? Sarà questo il suo segreto, che l’ha resa indistruttibile e utilizzabile dopo cinquant’anni? Pure gli adesivi, originali, hanno resistito fino ad oggi. Il campanello sul manubrio fa riflettere: sul coperchio metallico è incisa l’immagine della Madonna, con intorno la scritta “La Madonna del Ghisallo ti protegga”. Una sensibilità d’altri tempi, che farebbe bene riscoprire. Anche se fa sorridere immaginare il Ghisallo in Graziella... Mi accontenterei di piccoli spostamenti, che portino al risparmio della voce “gasolio”, sempre più critica per il bilancio mensile. E se una volta la chiamavano “La Rolls Royce di Brigitte Bardot”, dovrebbe funzionare allo scopo! Arrivederci Blogtrotters, il Graziellino vi manda un saluto scodinzolando con la sua piccola codina verde appena spuntata.
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| Il Graziellino |
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| La Rolls Royce di Brigitte Bardot |
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Bellissimo esemplare di Graziellina.. tientela stretta geko!
RispondiEliminabravissima!
RispondiEliminala restaurazione di una vecchia bici è una cosa stupenda, meglio di comprarne una nuova!
é veramente una chicca, bella!
RispondiElimina:D
quanti ricordi. noi da ragazzini ci giocavamo pure a pallone (e non scherzo)
RispondiEliminaVaccibù! Un milione di ricordi, è perfino finita in Adige! Se dovessi beccare una delle mie figlie che combina quello che ho combinato io con la Graziella arancione...
RispondiElimina@ tutti: sicuro che la terrò stretta! Come ha fatto fino ad ora mia mamma - è stato il suo regalo di terza media! Da ragazzina ci ho girato spesso anch'io, senza giocarci a pallone o combinarci cose strane però... Dalle avventure che sento, quindi, è proprio indistruttibile! E brava Graziellina! Ci sarebbe anche la bici da corsa di mio nonno da sistemare, anche quella degli anni '60, ma per me sarebbe troppo grande come telaio... E bravo nonno, che le ha custodite tutte con una cura che mostra ancora oggi i risultati! Ci voleva un bene alle sue bici... :-*
RispondiEliminaBellissima! Che ricordi... i miei hanno ancora la "sottomarca" della Graziella tanto che si chiama "Nadia" :) anche se a me è sempre piaciuto chiamarla "la scassona" parafrasando la stessa bicicletta nel libro "Io non ho paura" di N.Ammanniti.
RispondiEliminaA quando il primo "lunghissimo" casa-lavoro e ritorno?
Buon "bike to work day" [ http://www.biketoworkday.blogspot.it/ ]
Un abbraccio!
Ste
che tenerezza, ce l'avevo anch'io.... gialla gialla! :)
RispondiEliminaSe ti fa sorridere il Ghisallo in graziella, dai un'occhiata a questo:
RispondiEliminahttp://marinesinbici.blogspot.it/2013/08/franco-cacciatori-salite-mitiche-in.html
Ste.