giovedì 21 aprile 2011

Un saluto di Buona Pasqua

Sempre meno tollerante e sempre più disgustata dal protagonismo mediatico che invade la vita politica, sociale e talvolta anche sportiva di questa nazione allo sbando. Una società di esaltati dall’atteggiamento arrogante, chi convinto di essere un grande furbo dall’intelligenza geniale e chi convinto di essere un super eroe. Ma che schifo. Ma per tutti, prima o poi, arriverà quel giorno… Nel frattempo cresce il disgusto che mi allontana sempre di più dai proclami della televisione, della radio, dei giornali, dei social networks e di tutti quei mezzi veicoli di protagonismo mediatico. Preferisco un sobrio silenzio. Preferisco ritagliarmi il mio piccolo e concreto rifugio fatto di affetti e di sport. Già, l’attività sportiva: procede, con prudenza e varietà, senza grandi novità, alla ricerca dell’equilibrio tra gli acciacchi, con qualche prezioso consiglio e piacevoli libere uscite “allo stato brado”.

Auguri di Buona Pasqua ai Blogtrotters e agli amici Runners che passano di qui!

La raccolta dei “ligabosc” (trad. dal bergamasco: ligaboschi, asparagi selvatici)Sedia africana: l’incredibile comodità di un legno lavorato con sapiente semplicità

venerdì 1 aprile 2011

Diario di marzo

Ecco il resoconto di quanto svolto il mese di marzo. Con qualche acciacco da gestire, ancora in attesa di riuscire a correre senza problemi, con in attivo la prima gran fondo con la bici da corsa: direi che ci si può accontentare ed essere soddisfatti. Anche se, complice la primavera, arde la voglia di riprendere a correre in libertà. Alla prossima by Sarah

martedì 22 marzo 2011

La mia prima Gran Fondo

Gran Fondo Franciacorta Sebino, 20 Marzo 2011

Iscritta alla Gran Fondo di 109 km lungo il lago d’Iseo e le salite della Franciacorta. Con una ricca dose di incoscienza e con tanta voglia di imparare ad usare la bici su strada, dopo un inverno trascorso esclusivamente sui rulli.

Aspettando il via guardo i ciclisti sganciarsi e scendere con passettino agile dai pedali e provo anche io questo gesto: molto utile, servirà. Alla partenza dovrei stare con le donne, in prima batteria, ma non me la sento di trovarmi in mezzo a quei 2200 ciclisti veri e mi porto in coda, nelle retrovie. Questo significa ritrovarsi subito in mezzo al traffico, nella coda di auto rimaste ferme per lasciar passare il gruppo dei primi e dirette alla gita domenicale sul lago: un delirio, molto pericoloso. E la bicicletta è un mezzo, che deve rispettare il codice della strada, le rotonde, i semafori, i pedoni, i passeggini… Finalmente la strada si fa più libera e i pedali cominciano a girare. La costa del lago d’Iseo: il sole piacevole, le lunghe e buie gallerie in cui confidare solo nel bianco della mia Lady, le buche sull’asfalto irregolare, la guida pericolosa di automobilisti che di sportivo hanno solo il nome della macchina. E poi il vento contro, che frena l’avanzata e che porta a rannicchiarsi sulla bicicletta. E le raffiche, che fanno stringersi alla bicicletta tenendola stretta per non farla sbandare. Dopo 90 km la salita alla montagna, con rampe al 20% difficilmente pedalabili, dove camminare con le scarpette da bici è impossibile perché scivolano all’indietro e dove avanzo scalza per portare la mia Lady su. Dove la salita ritorna pedalabile, la mente entra in crisi e non vuole più andare avanti. Ma, a differenza di quanto provato nella corsa, le gambe continuano a pedalare con quel loro movimento lento e costante, arrampicandosi fino alla vetta. Non so come facciano, ma sono molto contenta di loro. La sofferenza provata lungo questo tratto è seconda solo a quella provata lungo gli ultimi km dell’Abetone. Il ricordo di quella fatica è stimolo per andare avanti. Quindi la discesa, affrontata con stanchezza e timore, sentita fredda e rigida, con le auto e le moto che passano a fianco: qui mi manca proprio la tecnica, prima o poi la imparerò. Al rientro nel traffico lungo il lago sbaglio strada, chiedo indicazioni, e finalmente taglio il mio traguardo. In classifica non ci sono perché il mio chip non beepava: non sapevo dove metterlo e l’ho infilato in tasca, poi mi hanno spiegato che andava messo sulla ruota… J

Adesso so che sono capace di pedalare per 109 km. Sui rulli non avevo idea. Per essere la quarta volta che la mia Lady tocca l’asfalto sono molto soddisfatta. Bella esperienza, ho imparato tantissimo! Uno speciale grazie a lui, che mi è stato vicino alla partenza e che mi ha aspettato all’arrivo.

L’indomani mi sento “cotta” e mi fa male tutto, tranne le gambe. Molta la stanchezza dovuta all’attenzione continua da prestare alla strada: non è certo come la corsa, che concede quel piacevole e rilassante perdersi. Però la sensazione lasciata dalla fatica è simile, e questa mi accompagnerà finchè non potrò di nuovo correre, perdendomi tra le nuvole, come una volta. Il ciclismo è un’altra disciplina, che merita di essere imparata. Alla prossima! Bye by Sarah


lunedì 14 marzo 2011

Un benvenuto a Confetto

Ho deciso di scrivere su questo blog solo delle cose sportivamente belle. Non è successo nulla di brutto, ma raccontare del susseguirsi di infortuni nel tentativo di riprendere a correre, o delle forme influenzali di questo lungo inverno che non finisce più, annoierebbe tanto chi legge quanto chi scrive. Ad ogni modo, non è facile riabituare la carrozzeria al gesto della corsa dopo più di un anno di stop: risulta parecchio traumatico per le caviglie e per la schiena, ma tutti acciacchi da al massimo un paio di settimane di stop, quindi lievi. Ma veniamo alla bella notizia: un benvenuto a Confetto! Ha già fatto l’occhiolino alla mia Lady…


Confetto

Nome: Confetto
Cognome: Carnielli
Categoria: tapis roulant
Modello: Strada 6.1
Nascita: marzo 2011
Motto: ricomincio sul morbido

mercoledì 2 marzo 2011

Si procede

Si procede, girando attorno agli ostacoli di salute che inevitabilmente si presentano sul cammino e senza mollare la rotta. Se ben gestito, è un bel gioco divertente e che fa stare bene. Ecco il diario delle ultime attività. Ciao Blogtrotters, alla prossima!

Il diario di gennaio


Il diario di febbraio

martedì 1 febbraio 2011

lunedì 24 gennaio 2011

Millegrobbe 2011

Lavarone (TN), 23 gennaio 2011

Una nuova avventura: la Millegrobbe, gara di sci di fondo di 30 km in tecnica libera. Il Geco si vuole divertire e affronta l’impresa con una certa incoscienza, visto che ha sulle spalle un “allenamento” di sole 5 ore, distribuite in 3 uscite tra Natale e Capodanno. Non gli importa nulla, vuole divertirsi e godersi il fine settimana in dolce compagnia, sulle nevi del Trentino. La tensione del sabato lascia il posto alla piacevole e gustosa serata di cordialità trentina e simpatico Marzemino. La domenica mattina calma e serenità mai provate sotto un pettorale. Una gran voglia di divertirsi in un bianco paradiso. Giornata splendida di Sole intenso: nel cielo azzurro e limpido nemmeno una nuvola.

Alla partenza ritrovate amicizie, un allegro saluto e via! Per la prima volta con la paraffina sotto gli sci e con i bastoncini nuovi, più lunghi e dall’impugnatura comoda: wow, che differenza! Ritmo prudente perché 30 km sono tanti, meglio non rischiare. Nei tratti in salita il recupero di qualche posizione, puntualmente perse in discesa per il consueto timore, anche se “l’effetto gara” spinge a lasciarsi andare un po’ di più, sulle note di una playlist mentale che per l’occasione canta “Falco Saoldel” (di “Il Bepi and The Prismas”... comprensibile solo per bergamaschi doc). Due giri da 15 km: il primo scivola via bene, il secondo più a fatica sulla neve un po’ sbriciolata e bagnata, complice la stanchezza. Le gambe reggono molto bene, merito dell’allenamento con Lady sui rulli, mentre le braccia si stancano molto prima. Ah già, gli adduttori: muti, in questo sport non si sentono per nulla, olè! Una sola parola per l’arrivo al traguardo, in 2h27': felice!

Un bellissimo fine settimana sulle montagne del Trentino. Ma la cosa più bella di questa avventura è stata poterla condividere: un sentito grazie a lui, che ha reso tutto questo davvero speciale!

sabato 22 gennaio 2011

Poker d’assi

I signori adduttori non permettono più al Geco di essere un Runner.
Il Geco non sa cosa farà da grande e quindi guarda le sue carte e prova a giocare.
Chissà, magari un giorno riuscirà a combinare qualcosa.