martedì 17 maggio 2022

“Ricomincia dall’inizio”

Come nel gioco dell’oca, quest’anno si ricomincia dall’inizio in tutte le discipline sportive. 

Corsa – Vista la marcata e peggiorata pronazione (ahi l’età…), che nessuna scarpa riesce più a sostenere, ho dovuto passare ai plantari personalizzati, che oltre alla pronazione compensano anche i piedi cavi. Sensazione di avere la colonna vertebrale rialzata di due dita rispetto alle anche e alle spalle, risolte le contratture a piriformi e diaframma (davvero fastidiose), completamente cambiata la sensazione di corsa: con i plantari il gesto della corsa affatica molto i quadricipiti, che credo di non aver mai utilizzato se non in bici… Mah, allora cosa usavo prima? L’adattamento non è stato immediato, e si continua a lavorarci su. 

Bici – L’ultima uscita in bici su strada risaliva al 2016. Poi non l’ho più usata: troppo pericoloso, non divertente. E non sono nemmeno tipo da MTB. Per questo motivo quest’anno ho deciso di provare una gravel, e sono bastate un paio di uscite per dire che non si torna più indietro! Incredibilmente comodissima, apprezzatissimi quei 5 cm di altezza in più del manubrio (chissenefrega dell’aerodinamica), così come quei 4 denti in meno su ciascuna corona (preferisco la pedalata agile e chissenefrega dello sviluppo metrico), così come quelle ruote grosse che consentono di andare su qualunque fondo, dall’asfalto più disastrato alle ciclabili sterrate. Personalizzata con pedali doppi, così da usarli o con gli attacchi da MTB in allenamento (comodissimi), o con il lato piatto per il giro al parco con i bimbi. E con la gravel ho ripreso le uscite in bici: sulle ciclabili, perché sulla strada non ho voglia di mettermi, ma comunque le valli bergamasche sono sufficientemente lunghe per consentire uscite da un’ottantina di km. Su questa bici mi diverto! Su una gravel si può stare in giro davvero un giorno intero. 



Acqua, ghisa e muri – Non c’è due senza tre, si viene da lì… Su di me funziona questo approccio: per sopravvivere in acqua bisogna prima di tutto lavorare a secco per costruire un minimo di materia che possa poi lavorare anche in acqua. Quindi ghisa. E qualche volta muri, giusto per condividere con il marito un momento di svago, e non solo la gestione dei bimbi… Ho anche un paio di scarpette nuove! 



Chissà dove porterà il prossimo lancio di dadi. Intanto buone co(r)se bloggers!

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